Lo ha stabilito la corte di Cassazione, con sentenza numero 7214 introducendo di fatto uno scudo di fronte alle richieste di risarcimento danni avanzati da correntisti truffati on line.
Se un cliente di una banca viene truffato con il phishing la responsabilità è sua e non dell'istituto di credito. https://www.lastampa.it/cronaca/2023/04 ... -PM5-S1-T1
“Se tutti i documenti raccontavano la stessa favola, ecco che la menzogna diventava un fatto storico, quindi vera.”
Mi sembra sensato.
I siti delle banche sono già pieni di avvisi riguardo al phishing, perché dovrebbero rimetterci loro se un criminale inganna il cliente e quest'ultimo ci casca?
Sarebbe come incolpare la banca (che potrebbe essere anche vista come una seconda vittima, dato che è pur sempre denaro sottratto alle casse della banca), che fa già quanto in suo potere per evitare spiacevoli avvenimenti, per l'azione del criminale.
Leggendo l'articolo, credo che il perno su cui si incardina la sentenza degli ermellini sia questo: "l'intermediario (non) avesse adottato tutte le misure di sicurezza tecnicamente idonee a prevenire danni come quello oggetto di causa".
Avendo l'istituto di credito, come tutti gli istituti di credito stanno facendo da tempo, adottato ogni misura per scongiurare tale pericolo, la "colpa" resta in capo al malcapitato cliente.
Almeno la leggo così ... magari l'avvocato del frodato avrebbe dovuto puntare sulla debolezza o sulla facilità di aggirare i sistemi di sicurezza, verifica e controllo posti in essere dall'istituto di credito. Evidentemente non è andata in tal modo.
"Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e sé non giova, ma dopo sé fa le persone dotte"
Dante (Purgatorio, Canto XXII)
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