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Ancora alto nervosismo sul mercato delle criptovalute che ha registrato una flessione generalizzata, rientrata nel pomeriggio, dopo la conferma di un maxifurto di criptovalute messo a segno in Giappone, che per valore risulta il più alto mai attuato.
Coincheck, una delle maggiori piattaforme giapponesi, ha infatti sospeso le contrattazioni su bitcoin e bloccato il ritiro dei fondi da parte dei clienti apparentemente senza alcun motivo. Poi in serata ha annunciato di aver subito il furto di circa 500 milioni di Nem per un controvalore di circa 58 miliardi di yen, poco più di 530 milioni di dollari, dai wallet custoditi presso la piattaforma. La somma potrebbe anche rivelarsi superiore in seguito a ulteriori verifiche, ma intanto il management di Coincheck ha annunciato che compenserà i propri clienti delle perdite subite.
La voci sul maxifurto erano circolate già in mattinata a Tokyo e avevano contribuito a indebolire le quotazioni con il Bitcoin scivolato a quota 10.500 dollari e il Nem che cedeva il 15% dopo il congelamento dei conti da parte dell’exchange che aveva lasciato presagire una situazione ben peggiore. Poi nel pomeriggio la situazione si è calmata e bitcoin è tornato sopra 11.000, sostanzialmente invariato sulla giornata, e Nem ha dimezzato le perdite.
La cifra sottratta a Coincheck è inferiore, a livello nominale, al furto realizzato nel 2010 ai danni di Mt Gox, al tempo il maggior exchange di criptovalute che dichiarò bancarotta con in pancia 850.000 bitcoin, per un valore allora pari a 450 milioni di dollari. Ma oggi sarebbero pari a oltre nove miliardi di dollari.