In passato abbiamo visto come creare comandi personalizzati e come proteggere il terminale con una password, stavolta metteremo mano a PowerShell per integrare nel suo terminale Gemini, il chatbot di intelligenza artificiale di Google. [continua..]
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Ultima modifica di Zigul il dom mar 09, 2025 4:37 pm, modificato 4 volte in totale.
Bel lavoro come sempre
Quindi potrei chiedergli perché uno script non funziona e farmi correggere gli errori?
Però così perdi il gusto di cercare una soluzione su internet e provare a risolverlo da solo il problema.
Abbiamo un cervello, utilizziamolo...almeno di tanto in tanto.
La più grande lezione nella vita è sapere che anche i pazzi, alle volte, hanno ragione.
Purtroppo "intelligenza artificiale" è un'espressione molto infelice e ambigua: chatbot come Gemini non sono un surrogato di intelligenza umana e la loro utilità non è nel "pensare". Di fatto Gemini, se scegli di usarlo (magari come "ultima spiaggia"), ti può risparmiare il tempo e l'impegno di cercare una soluzione su Internet, perché la elabora rapidamente basandosi sulle sue "conoscenze" (prese anche da Internet). Tuttavia l'ultima parola resta quella che dà la tua competenza; anche nell'esempio del video, Gemini fornisce una spiegazione certamente possibile e sensata dell'errore causato dal comando "Gemini -tutor", ma è l'utente a dover poi capire che quella spiegazione non è esatta e, ragionando sul contesto (che non è stato fornito a Gemini) l'utente intuisce che è un problema di connessione ai server e lo script non è affatto errato.
In pratica Gemini può scovare un errore di sintassi o di battitura che potrebbe rubarti molto tempo (e di cui non troveresti soluzione nel web, salvo caricare il tuo script su un forum e attendere che un umano ti faccia notare che magari, in quel "mare di codice", hai solo saltato una parentesi o una lettera di una variabile), ma il collaudo finale di funzionalità spetta sempre all'utente, e questo vale anche per correzioni più di "sostanza" (quando Gemini magari ti ricorda che un certo comando non accetta input da pipe, quindi devi cambiare totalmente la sintassi).
La situazione più proficua, secondo me, è quella in cui non si delega totalmente (e al primo ostacolo) all'AI la ricerca di una soluzione (quasi fosse un oracolo), ma la si usa con senso critico (come qualunque risorsa, d'altronde), avvantaggiandosi della sua rapidità e del suo database di informazioni, magari quando ci si trova in un vicolo cieco e sono finite le idee da provare per risolvere un problema (concordo che sbattere la testa su un problema sia un ottimo allenamento e un'occasione per imparare).
Si tratta, a mio avviso, di attuare un circolo virtuoso di controlli: il chatbot controlla, per quel che può, il nostro script e noi controlliamo, con la nostra intelligenza, quello che ci propone eventualmente il chatbot; che è in fondo quello che già facciamo con i motori di ricerca: loro ci forniscono i risultati e noi li controlliamo e valutiamo.
Le considerazioni personali preferisco lasciarle, eventualmente, nei commenti, mantenendo l'articolo il più oggettivo e obiettivo possibile; ho preferito concluderlo con una nota rassicurante sulla privacy, senza entrare nel discorso su come ciascuno preferisce usare l'AI.
Articolo tuo, decisione tua!
Comunque, secondo me, in tempo di IA generative, sono proprio le considerazioni personali di un autore umano, di provata affidabilità, a far spiccare un articolo e renderlo ancor più meritevole di essere letto!
"Let me tell you a secret: when you hear that the machine is “smart”, what it actually means is that it’s exploitable." Mikko Hypponen
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