Il prossimo inverno mi ritroverò a dover sostituire il mio smartphone del 2012 (causa scadenza contratto). Invece di essere in trepidante attesa (come ogni smanettone degno di tal nome dovrebbe!), trattengo a stento uno sbuffo: l'attuale generazione non mi offre alcun incentivo realmente interessante. Questi, piuttosto, sono i miglioramenti che vorrei vedere nel mio prossimo telefonino.

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Nota: mentre mi documentavo per la preparazione di questo articolo mi sono reso conto che, per molti versi, l'industria di settore sta andando in una direzione diversa. Prima di proseguire, potrebbe interessarti leggere "3D, 4k, display curvi e altri "miglioramenti" che NON voglio trovare nel mio prossimo smartphone".

un paio di giorni di autonomia

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Il mio smartphone ha un'autonomia imbarazzante. E non è che le cose andassero meglio quand'era nuovo: trovarsi con un apparecchio che fatica a superare le 12 ore senza richiedere una nuova carica è una limitazione che proprio non mi va giù.

Sì, è vero, lo si sfrutta più a lungo rispetto al passato ed il grande schermo ad alta risoluzione richiede parecchia energia, ma non riesco a dimenticare quanto fosse piacevole usare i vecchi Nokia per tre o quattro giorni prima di doversi preoccupare della carica! Non si può fare davvero nulla per coniugare la versatilità degli smartphone odierni con questi risultati d'eccellenza del passato?

Fiducia che si verifichi: 40%. Ci sono segnali di maggior attenzione all'autonomia, ma si parla in termini di ore o mezz'ore, non di giornate o mezze-giornate. La libertà di telefonare, navigare sul web in Wi-Fi o 3G, magari riproducendo filmati in streaming lontano da una presa per più di una giornata rimane un bel sogno.

Schermo "da lato a lato"

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Anche a me piace lo schermo grande, ma non a scapito di un continuo aumento dell'ingombro! Piuttosto, vorrei che, tenendo ferme le dimensioni attuali, i produttori lavorassero per ottenere un vero schermo "da lato a lato", su entrambe le coordinate cartesiane, riducendo a zero la cornice: se ne trarrebbe vantaggio sia in termini di design, sia come superficie "viva" a disposizione.

Fiducia che si verifichi: 10%. Ci limitazioni meccaniche tutt'altro che banali da superare, non ultimo il posizionamento dell'altoparlante e della fusione fra elettronica, plastica e vetro. Se mai arriverà, stiamo guardando al futuro meno prossimo.

Fotocamera all'altezza delle (vecchie) dedicate

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Non sono un appassionato di fotografia, quindi la mia macchina fotografica digitale è tutt'oggi una punta-e-scatta di fascia bassa del 2005 con un sensore da 5 megapixel. Ciò nonostante, le sue foto sono visibilmente migliori di quelle che catturo con l'obbiettivo dello smartphone in qualsiasi condizione di luce.

Il problema è che, proprio perché uso poco pochissimo la compatta, finisco per non averla mai con me. Sostanzialmente, quindi, l'unica fotocamere con la quale scatto è quella del telefonino.

Ora: è inevitabile che il divario fra le immagini ottenute con lo smartphone e quelle di una reflex rimanga abissale, ma che non si riesca a pareggiare i risultati di un'apparecchio rivolto agli amatori di 10 anni fa mi sembra incredibile! È un problema di costi, di compatezza o cos'altro?

Fiducia che si verifichi: 70%. Miglioramenti incrementali in quest'ambito si sono visti con ogni generazione di smartphone. Probabilmente la parità con le compatte dedicate non arriverà in tempo per il mio prossimo acquisto, ma sono confidente che, per quello successivo, ci sia atterri estremamente vicino.

Miglior ricezione delle antenne

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La componente "phone" del termine "smartphone" significa telefono, giusto? e allora perché ho la netta impressione che la ricezione sia sempre più scarsa? Il mio apparecchio passa in roaming (lasciandomi senza connettività 3G) con una frequenza preoccupante. Ancora peggio: impiega un paio di minuti per rendersi conto che la forza del segnale è insufficiente ed è indispensabile cambiare rete. Tempo durante il quale non posso ricevere telefonate, spesso senza saperlo.

Anche quando le barre arrivano a 5, comunque, la voce non è mai cristallina: fruscii e disturbi più o meno significativi permangono, circostanza che, sebbene non certo insopportabile, è fastidiosa.

Ancora: afferrando qualsiasi terminale alla sommità o da qualsiasi altra parte sensibile, la forza del segnale telefonico e Wi-Fi scende vistosamente. È stato fatto un processo mediatico ad Apple per lo specifico difetto in iPhone 4, ma basta trovare il punto giusto e pressoché la totalità dei concorrenti mostra un comportamento analogo.

Fiducia che si verifichi: 20%. Ve la immaginate una campagna marketing "e ora con componente telefonica ancora più potente!"? io decisamente no. Al grande pubblico interessa ben poco di questo dettaglio e preferisce sentirsi dire "e ora scopri la meraviglia dello schermo 3D!".

Spessore e peso

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Tenere in tasca una lastra di vetro (previa opportuna molatura..) è molto più comodo rispetto ad un mattone. Continuare a limare millimetri sullo spessore e grammi sul peso totale è, quindi, un forte desiderata.

Un target ragionevole potrebbe aggirarsi attorno a 5.5 millimetri di spessore e 90 grammi di peso.

Oltre alla riduzione in sé, è altrettanto importante lavorare sulla percezione: ben vengano, quindi, la distribuzione non-uniforme dei pesi (lontano dalla parte alta), spessore variabile (minore al centro, maggiore ove indispensabile (come in prossimità delle ottiche della fotocamera)) e bordi smussati.

Fiducia che si verifichi: 80%. Già oggi sono in circolazione alcuni prodotti interessantissimi sotto questo fronte. Sul mercato cinese, la particolarità del Vivo X3 è proprio lo spessore di 5.75 mm. Nella medesima area geografica, il Gionee Elife S5.5 rilancia, scendendo a 5.5 mm. Si tratta di soluzioni di nicchia (e che superano i 100 grammi), ma dimostrano senza possibilità d'appello che non stiamo solo sognando ad occhi aperti.

Libertà di disinstallare

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Ok, questo aspetto non interessa gli utenti iOS e Windows Phone, ma sotto Android è più attuale che mai. Le varie personalizzazioni ed aggiunte che i produttori applicano al sistema operativo di Google sono più che accettabili. Quello che è assolutamente inaccettabile è che sia impossibile rimuoverle senza ricorrere ad un (pericoloso, sconsigliabile!) root!

Ci sono mille motivi per volerlo fare, ma basta citare il recupero di qualche megabyte di spazio, riduzione della la lista di processi in potenziale esecuzione concorrente o, più semplicemente, il desidero di togliere dai piedi permanentemente alcune icone inutili.

Mettiamola in questi termini: che vi siano programmi indesiderati pre-caricati sui PC Windows è una scocciatura che tutti accettiamo... fino a quando siamo liberi di disinstallarle oppure di formattare e reinstallare partendo con il solo sistema operativo.

Fiducia che si verifichi: 10%. Non c'è nessun interesse economico affinché i produttori rendano le loro applicazioni aggiuntive o le "skin" disinstallabili. Al contrario, soggetti come Samsung spingono forte sulle proprie app, in particolar modo per quanto riguarda l'accesso a "store" alternativi a Google Play da loro controllati, e HTC considera la proprià Sense un tratto distintivo rispetto ai concorrenti..

Slot microSD

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Le schedine di memoria sono un mezzo economico e pratico per espandere istantaneamente la capacità di archiviazione locale. Purtroppo, Google sta facendo il possibile per scoraggiarne l'adozione sugli apparecchi Android, mentre Apple le esclude da sempre a priori sui propri iPhone.

Vi sono motivazioni prestazionali e complicazioni tecniche che rendono le memorie esterne indesiderabili ai produttori, ma credo che i benefici, per noi consumatori, siano tali da rivalutarne la fattibilità: magari senza che sia concessa l'installazione delle app sulla scheda (forse l'aspetto più critico da gestire), ma, perlomeno, limitatamente alla conservazione di musica, foto e video vorrei davvero che ogni smartphone disponesse dall'apposita feritoia.

Fiducia che si verifichi: 50%. I produttori tirano per far sparire le SD, l'utenza (avanzata) per averle. Chi vincerà?

Prezzi ragionevoli

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Motorola, con l'eccezionale Moto G, l'ha ampiamente dimostrato: è possibile realizzare smartphone ineccepibili sotto tutti i punti di vista ad un prezzo inferiore ai 160 €. Nessuno nega che Moto G esca con le ossa rotte dal confronto con i top di gamma come Samsung Galaxy S5, HTC One M8 o iPhone 5S, ma si tratta di prodotti che costano quattro volte tanto!

Giudicare se il prezzo più alto sia proporzionato o meno è soggettivo, ma un moltiplicatore x4 rispetto al gioiellino Motorola fa atterrare attorno ai 600-700 €: non pochi, per chi ha uno stipendio normale. Ben venga tutta questa scelta, ma, personalmente, non sono disposto a spendere più di 350 € per il prossimo smartphone.

Fiducia che si verifichi: 80%. L'era dello scontro fra smartphone di fascia altissima sta, probabilmente, volgendo al termine. Indubbiamente le ammiraglie continueranno ad esistere e ad evolversi, ma mi aspetto che la fascia media divenga sempre più interessante per tutti i tipi di utenza.

USB 3.1 e connettore "bidirezionale" (Type-C)

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La statistiche dice che c'è una possibilità su due di inserire il connettore USB nel verso giusto alla cieca. Io sfido la legge dei numeri: devo sempre provare almeno un paio di volte prima di riuscire a collegare il telefono al PC. Di conseguenza, sarà un grande giorno quando il mio telefonino sarà dotato della nuovissima porta USB 3.1 Type-C, in grado di accettare indifferentemente il cavetto in uno qualsiasi dei due sensi (esclusiva, oggi, della Thunderbolt a bordo di iPhone 5S).

Di più: la specifica porta in dote velocità di picco pari a 10 gigabit per secondo, quindi due ordini di grandezza in più rispetto ai 480 Mbps delle USB 2.0 che oggi sono lo standard in ambito mobile. Oltre alla evidente rapidità nel trasferire le foto e caricare i filmati HD, 10 Gbs sono sufficienti anche per sostenere l'output video Ultra-HD (4k): in altre parole, con un unico cavo si potrà anche proiettare dallo smartphone su uno schermo esterno ad altissima definizione.

Fiducia che si verifichi: 90%. Probabilmente non arriverà prima della fine del 2016, ma è pressoché certo che le prossime generazioni di apparecchi mobili adotteranno la nuova specifica.

Aggiornamenti più puntuali

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hammer e vraptus hanno evidenziato nei commenti un altro desiderio altamente condivisibile: la certezza di ricevere gli aggiornamenti per il sistema operativo. Ragionevolmente, possiamo chiedere update perlomeno per i 2/3 anni considerabili quali ciclo di vita del telefono stesso.

iPhone è la piattaforma che fa meglio sotto questo punto di vista, ma anche Windows Phone si difende bene. Su Andorid, al contrario, gli aggiornamenti sono un bagno di sangue: il mio apparecchio è fermo immobile alla versione 4.1.1 del 2012, quando è disponibile da mesi la 4.4 e Google ha già mostrato Android L (arriverà a fine 2014 come Android 5.0, presumibilmente)

Non è un caso isolato: in questo momento (agosto 2014) le statistiche di accesso al Play Store dicono che quasi il 28% degli apparecchi montano proprio il ramo 4.1.x (anche se rincuora vedere che pocomeno del 18% è alla 4.4).

Google ha messo in campo una serie di azioni correttive per gestire l'inconveniente, la più promettente delle quali è Play Service: si tratta di un componente di servizio, slegato dal kernel del sistema operativo, aggiornabile in maniera autonoma.

La promessa è che lo sviluppatore possa introdurre novità importanti semplicemente aggiornando Play Servic, ma la verità di oggi è che l'introduzione di molte novità importanti rimane demandata ad una nuova versione del sistema operativo: basti citare la compatibilità con gli smartwatch motorizzati da Android Wear (4.3), la comodità di svolgere operazioni direttamente sulle notifiche (4.2), il più veloce ambiente di runtime ART (4.4) e via dicendo.

Fiducia che si verifichi: 20%. La mancata ricezione degli aggiornamenti è causata principalmente dalle personalizzazioni (skin) che i produttori (Samsung, HTC, LG, ..) applicano ai propri prodotti quale elemento di differenziazione. A causa dell'elevata integrazione, la distribuzione di ogni aggiornamento richiederebbe elevate spese di adattamento e test della skin, da moltiplicarsi per il numero di modelli e varianti. Insomma: un'esborso ingiustificabile dal punto di vista economico. Anzi: come già argomentato per le smart TV, accelerare l'obsolescenza del software è un fattore che spinge il consumatore a pagare per sostituire l'apparecchio: di conseguenza, aggiornare gli apparecchi già venduti è doppiamente anti-economico.