Mentre mi documentavo per la preparazione dell'articolo "Più tecnologia, meno marketing: 10+ miglioramenti che vorrei davvero nel mio smartphone del 2015" mi sono reso conto che, per molti versi, l'industria di settore sta andando in una direzione diversa da quelli che sono i miei desideri. Invece di concentrarsi su autonomia, qualità della fotocamera e perfezionamento della scocca, i produttori continuano a spingere sul fattore "wow!": il risultato è una serie di caratteristiche sì piacevoli, ma tutt'altro che significative per noi utenti.
Corpo curvato
Se non per sfoggiare uno stile diverso dal solito, non mi è chiaro dove stia il vantaggio concreto di uno smartphone dal corpo curvo come l'LG G Flex (che poi è flex per modo di dire, dato che il massimo che si può fare è renderlo piatto). Maggiore immersività dei filmati? angolo di visione sempre ottimale? maggiore ergonomia nell'appoggiarlo al viso per telefonare? sarà, ma rimango scettico.
Alcuni osservatori sostengono che la curvatura prenderà piede su tutti gli apparecchi da qui ai prossimi anni: speriamo che si sbaglino!
Smartphone o phablet?
Correva l'anno 2011 quando Samsung rilasciò il capostipite della famiglia Galaxy Note: caratterizzato da uno schermo "enorme", questo modello fece da apripista ad una nuova classe di prodotti chiamata phablet, ovvero una via di mezzo fra un agile "phone" ed un più grande "tablet". Ma quello che nel 2011 era considerato talmente grande da meritare una classificazione distinta rispetto a "smartphone" era un display da... 5,3 pollici!
Avanti veloce al 2014 e i produttori sembrano aver dimenticato la distinzione fra smartphone e phablet: i telefoni di oggi sono "mostri" da 5 pollici (HTC One (M8)) e 5,1 pollici (Samsung Galaxy S5) che faticano ad entrare nelle tasche dei pantaloni.
Per favore, non andiamo ulteriormente oltre! Anzi: torniamo ad un più maneggevole formato 4,3/4,5 pollici e, se vogliamo ingrandire lo schermo (e, sì, vogliamo ingrandirlo!) riduciamo la cornice, non ingrandiamo tutto il resto!
A fine 2014, il mio nuovo telefono è OnePlus One da 5.5 pollici. Ciò nonostante, rimango fermamente convinto che un apparecchio così grande comporti delle penalizzazioni importanti, prima fra tutti il fatto che sia inutilizzabile con una mano sola.
Display 3D
Già ci provò Nintendo con il proprio 3DS, poi LG con lo scintillante Optimus 3D. Il primo subì un ribassamento di prezzo appena 5 mesi dopo il lancio, mentre il secondo non brillò certo come numero di vendite.
La lezione da imparare da queste fallimentari esperienze è che non solo il 3D fatica ad interessarci sui televisori da piazzare in salotto, ma proprio non lo vogliamo sul telefonino! Non apporta alcun valore su un apparecchio studiato per l'uso in mobilità e, di più, impatta negativamente su batteria e spessore (ovvero due caratteristiche che interessano molto di più!).
Risoluzione 4K
La dimensione dello schermo di un tradizionale smartphone top di gamma si aggira attorno ai 5 pollici di diagonale. Su 5 pollici, la risoluzione full HD (1080p, ovvero 1920×1080 pixel) si traduce in una densità di 441 punti-per-pollice (PPI). Se ricordiamo che Apple considera i 326 PPI di iPhone 5s un valore sufficiente a "rendere indistinguibili i singoli pixel" (è la definizione di Retina display!), appare evidente che 1080p è già una specifica superlativa.
1080p è quello che viene chiamato 2k, ma sono già sul mercato apparecchi che vanno oltre: LG G3, ad esempio, porta in dote un display da 1440p (2560×1440, equivalente ad un ipotetico 2,5k) che, sui 5.5 pollici di diagonale di questo apparecchio, si traducono in 538 PPI.
Ci si aspetta che la prossima generazione esageri ulteriormente arrivando a 4k (3840×2160), ovvero una densità tale da superare gli 800 PPI.
Ora: è innegabile che un miglioramento vi sia sempre, ma pare anche assodato che, oltre i 450 PPI alla distanza normale alla quale vengono utilizzati gli smartphone, le differenze divengono assolutamente marginali.
Al contrario, quello che non è marginale è l'impatto sulla batteria: con un display basato su tecnologia OLED, AMOLED oppure Super AMOLED (come Samsung Galaxy S5) più punti ci sono, più energia è necessaria per illuminarli tutti, più l'autonomia scende. In altre parole: con un display 4k in ambito mobile si guadagna un poco in qualità per perdere tanto in batteria. No, grazie!
Processori ancora più veloci
Un sistema informatico non è MAI abbastanza veloce per noi smanettoni, ma ciò non toglie che CPU top di gamma come lo Snapdragon 801 di Qualcomm, con i suoi quad-core a 2.5 GHz, siano già più che sufficienti per svolgere la totalità delle applicazioni che possono risultare interessanti su smartphone. Continuare a spingere sotto questo aspetto ha ben poco senso: sì, ci sono ancora più muscoli a disposizione, ma poi non c'è il cervello per usarli!
Perché l'avanzamento tecnologico possa avere un senso, è necessario che vengano studiati nuovi ambiti di impiego: uno potrebbe essere la possibilità di trasformare rapidamente il telefono in una postazione di lavoro più simile ad un PC propriamente detto, semplicemente collegando mouse, tastiera e schermo. Motorola ci provo con il suo Atrix, ma la scarsa maturità dell'hardware del 2011, un Android ancora lontano dalle vette qualitative viste con il ramo 4.x e una scarsa propensione a rendere il tutto compatibile con prodotti terzi ne minò il successo. Potrebbe essere giunto il momento di riprovare.
componenti dedicati troppo specifici
In un disperato tentativo di differenziarsi dalla concorrenza, sembra che la nuova moda sia quella di aggiungere componenti hardware dedicate a svolgere compiti molto specifici: iPhone 5S ha il lettore di impronte digitali, HTC One (M8) una seconda fotocamera per simulare la profondità di campo, Samsung Galaxy S5 rilancia con un cardiofrequenzimetro.
Non metto in dubbio che queste caratteristiche interessino a qualcuno, ma sono pronto a scommettere che NON interessano alla maggior parte di noi, ed introducono un costo aggiuntivo del quale faremmo volentieri a meno.