L'associazione dei discografici ha infine vinto. Tramite un comunicato pubblicato al posto della consueta home page, Grooveshark ha annunciato l'interruzione di tutti i propri servizi.I 35 milioni di utenti mensili ancora interessati ad ascoltare musica in streaming sono invitati a rivolgersi a Spotify ed altre alternative... legali

Grooveshark: fine servizio streaming

Il gruppo era da tempo nel mirino dei discografici, secondo i quali la distribuzione di musica gratuita tramite il portale avveniva senza accordi di licenza, in piena violazione del diritto d'autore. Il management di Grooveshark aveva tentato di difendersi, sostenendo che i contenuti venivano caricati dagli utenti, in modo del tutto analogo a quanto avviene su servizi come YouTube.

Ma la difesa non ha retto di fronte all'evidenza di comunicazioni fra il team nel quale si incoraggiava l'upload diretto e indiscriminato di musica al fine di rendere il servizio più interessante.

Il dominio grooveshark.com passa ora nelle mani dei rappresentati dell'industria sonora, mentre tutti i file verranno permanentemente eliminati.

Lanciato nell'ormai lontano 2006, quando i servizi di streaming legali erano ancora ad uno stadio ampiamente embrionale, Grooveshark non ha saputo adattarsi in maniera sufficientemente rapida al cambio di mentalità avvenuto nel corso del decennio successivo, di cui Spotify è certamente l'incarnazione di maggior successo.