Lo smart contract che governa il progetto Oyster Pearl è stato hackerato, permettendo al truffatore di generare migliaia di nuovi gettoni che, venduti sul mercato, ne hanno fatto precipitare il prezzo. L'exchange KuCoin ha già bloccato la compravendita. Frattanto, si cerca il responsabile: fra gli indiziati principali si addita Bruno, il capoprogetto, che sembra essere sparito nel nulla
Aggiornamenti
Tramite un post sul blog ufficiale, William Cordes (CEO di Oyster Pearl) ha apertamente additato il fondatore Bruno Block come responsabile dell'hack. Cordes sostiene che, nonostante abbiano lavorato assieme per 10 mesi, Bruno Block ha sempre mantenuto l'anonimato completo e invita chiunque sia in possesso di informazioni utili riguardo all'identità dell'ex-collega a contattarlo.
Il bottino totale è, tutto sommato, relativamente limitato: circa 300 mila dollari.
Nel rassicurare tutti che i token PRL attualmente nei wallet degli utenti sono al sicuro, Cordes ha anticipato la possibilità che venga eseguito un contract swap che permetta di ripristinare, almeno parzialmente, la situazione.
La conseguenza del contract swap sarà l'apertura di un nuovo smart contract e la sostituzione automatica dei token PRL con un nuovo PRL2.
Nel frattempo, qualcuno ha notato che la stessa funzione sfruttata per l'hack è presente anche in Substratum: sebbene questo sia vero, il team è notevolmente più solido e si conosce l'identità di tutti