Una ricerca svolta dall'Univeristà di Miami in collaborazione con l'Università George Whashington ha messo in evidenza che i gruppi di odio che si formano sui social network sono sempre più resilienti e, laddove bannati, migrano su altre piattaforme, ricostituendosi e talora espandendo le loro connessioni.

Odio social: gruppi sempre più resistenti divieti

Lo studio si è focalizzato in particolare sul gruppo razzista riconducibile al Ku Klux Klan statunitense che, dopo essere stato chiuso su Facebook, si è velocemente riformato sul social network russo VKontakte.

Per effettuare la ricerca, gli studiosi hanno realizzato un sistema automatizzato in grado di identificare i gruppi che condividevano tra loro determinati collegamenti. Il sistema ha tracciato anche le connessioni con altri social network.

Soddisfatto del risultato raggiunto, il team ha continuato a monitorare l'evoluzione di questi gruppi per quasi un anno, studiandone il comportamento. Dopo essere stato bannato da Facebook, il gruppo statunitense riconducibile al movimento della supremazia bianca è migrato sul russo VKontakte, dove si è frammentato in tante piccole copie del gruppo originario. E quando l'Ucraina ha vietato l'accesso al social in tutta la nazione, alcuni di questi gruppi sono tornati nuovamente su Facebook, celando la loro identità dietro a caratteri cirillici, così da aggirare gli algoritmi che avrebbero potuto bannarli per la seconda volta.

I ricercatori sono rimasti strabiliati da questa risposta evolutiva adattiva dei gruppi di odio, che ha aiutato il Ku Klux Klan a proteggersi continuamente, espandendo addirittura la sua rete e riunendo sostenitori prima non collegati.

come contrastare il fenomeno dell'odio online

Alla luce di questa scoperta, il team di ricerca ha predisposto una sorta di vademecum per qualsiasi piattaforma che decida di prendere sul serio la lotta contro i gruppi di odio che usano il suo servizio.

  • Innanzitutto, bisogna stroncare sul nascere la formazione dei piccoli gruppi di odio. Sono infatti questi piccoli agglomerati che forniscono la resistenza necessaria a diluire l'impatto dei divieti su larga scala.
  • Inoltre, la piattaforma dovrebbe bannare casualmente alcuni dei membri di questi gruppi. Ciò compromette la resilienza dei gruppi di odio e, poiché il numero totale di divieti è relativamente piccolo e distribuito casualmente, riduce la possibilità di contraccolpi.
  • Inoltre, le piattaforme dovrebbero incoraggiare i gruppi che si oppongono attivamente ai gruppi di odio. Le persone che costituiscono questi piccoli gruppi isolati professano ideologie giudicate riprovevoli da gran parte della società. Per questo, esse cercano di aggregarsi tra loro sui social network, fondando gruppi che consentono loro di esprimere opinioni impopolari senza timore di opposizione o sanzione. Aumentando il numero e la preminenza dei gruppi che li contrastano, una piattaforma può ridurre il livello di comfort di coloro che sono inclini all'odio razziale o ad altre forme di disprezzo.