I dischi allo stato solido (SSD) sono nettamente più veloci dei tradizionali modelli a piatti rotanti (HDD). Questo è un dato di fatto. Ma lo stesso non si può dire della loro affidabilità: i produttori di SSD, infatti, garantiscono solo un numero ridotto di scritture prima che il dispositivo sia da sostituire. Ma... noi utenti dobbiamo veramente preoccuparcene?

Articolo aggiornato nella primavera 2015 per riflettere lo stato del mercato e l'emergere di nuovi test

TLI risponde: SSD hanno veramente ciclo vita ridotto?

In breve: non preoccupiamocene!

Gli SSD hanno veramente un ciclo di vita predeterminato ma questo valore è talmente difficile da raggiungere che noi utenti non dovremmo preoccuparcene: il naturale avanzamento tecnologico ci porterà a sostituire l'intero PC o, perlomeno, l'SSD stesso ben prima il pezzo sia veramente da buttare.

Inoltre, eseguire periodicamente il backup dei propri dati è una pratica fondamentale indipendentemente che si usi un disco fisso o un SSD. Quindi, ben poco importa che si impieghi l'una o l'altra tecnologia: prima o poi, sia SSD che HDD si romperanno e il backup è l'unica pratica che può tenerci al sicuro.

La tecnologia

La maggior parte degli SSD utilizza un tipo di memoria chiamata NAND flash nella quale le unità di archiviazione trattengono una carica elettrica che viene poi letta ed interpretata come bit (0 oppure 1).

I materiali che compongono i condensatori utilizzati allo scopo sono soggetti ad usura. Inoltre, alcune cariche spurie tendono a rimanere intrappolate, rendendo via via impossibile recuperare lo stato del condensatore e, quindi, interpretare l'informazione come bit. La combinazione di questi due elementi determina la "vita" del dispositivo.

La NAND flash è composta da celle che possono essere di due tipi a seconda del modello di SSD: single-level cell (SLC) memorizza un singolo bit per ogni cella, mentre multi-level cell (MLC) ne salva due o più. Quando i bit sono tre, MLC prende il nome specifico di triple-level cell (TLC).

SLC è più veloce e longeva. TLC, dal canto proprio, è più economica. MLC a due bit è una via di mezzo ed è la più diffusa.

Le celle TLC possono essere scritte 1.000 volte prima di diventare inutilizzabili, mentre le MLC arrivano a 3.000.

In ogni caso, il controller di bordo è in grado di rilevare quando una cella sta per morire, reagendo di conseguenza: trasferisce ii dati in un'area funzionante e marca poi suddetta cella come difettosa, di modo da non utilizzarla più.

I calcoli di AnandTech

L'autorevole sito specializzato AnandTech ha svolto calcoli approssimativi basati su alcuni indici di usura riportati dal monitor di salute (SMART) dell'SSD. Ipotizzando 50 GB di scritture al giorno (un numero davvero elevatissimo e considerabile un "caso peggiore" molto spinto!), l'autore ritiene che un SSD da 120 GB basato su memoria TLC possa arrivare tranquillamente ad 8 anni di vita.

The SSD Endurance Experiment

Uno degli esperimenti pratici più interessanti condotti fino ad ora per valutare la durevolezza degli SSD è quello di The Tech Report. La redazione ha torturato svariati modelli di SSD scrivendo e riscrivendo dati in continuazione, in un ciclo infinitamente più stressante rispetto ad un PC tradizionale pur utilizzato intensamente.

I risultati sono tranquillizzanti: pur in queste condizioni estreme, tutti i soggetti hanno abbondantemente superato le soglie massime dichiarate dai produttori. E' interessante, in particolare, leggere del risultato raggiunto dal Samsung EVO dotato della NAND flash meno pregiata (TLC): lo "sfavorito" ha gestito quasi 900 TB di dati prima di bloccarsi: pur considerando una mole di lavoro di 10 GB al giorno, questo significa che quell'SSD avrebbe lavorato ben oltre l'aspettativa di vita del proprio operatore umano!

Samsung EVO: garanzia di 5 anni

TLI risponde: SSD hanno veramente ciclo vita ridotto?

Per rimarcare l'affidabilità generale dei dischi a stato solido, Samsung ha esteso la durata della garanzia sui propri prodotti. Fino alla generazione "840", l'azienda contrattualizzava 3 anni sugli SSD di fascia "consumer" ("840" e "840 EVO") e cinque anni sui modelli professionali ("840 Pro").

A partire dalla generazione successiva (dicembre 2014), il produttore koreano ha uniformato la situazione: ora gli SSD per il grande pubblico ("850 EVO") condividono il lustro di garanzia dei "cugini" professionali.