Voglio analizzare con voi i titoli acchiappaclick di alcune testate giornalistiche online in merito alla morte dell'anestesista friulana Chiara Filipponi, con la preghiera di controllare sempre le fonti e leggere l'intero articolo prima di condividere notizie allarmistiche, false o non complete
Liberoquotidiano.it se ne esce con un titolo che recita "Coronavirus, morto il primo medico in Italia: si tratta dell'anestesista Chiara Filipponi"
Huffingtonpost.it semina il panico (soprattutto tra i medici!) intitolando "Prima vittima fra i medici. Deceduta anestesista dell'ospedale di Portogruaro"
Fanpage.it dà la notizia con uno dei suoi soliti titoli acchiappaclick, ossia "Coronavirus, morto il primo medico italiano: è un’anestesista dell’ospedale di Portogruaro"
Ci sarebbero altri siti di (dis)informazione da citare, ma direi che questi tre bastano e avanzano. Leggendo solo i titoli, l'informazione captata dal lettore è che in Italia, il coronavirus ha fatto la sua prima vittima tra i medici. Ossia, è morto il primo medico italiano a causa del coronavirus.
La notizia desta allarme perché la dottoressa Filipponi aveva solo 57 anni e, leggendo il titolo, sembra non avesse altre patologie. Di conseguenza, i medici che ora stanno fronteggiando l'emergenza si sono giustamente preoccupati.
In realtà, i titoli sopra indicati sono fortemente fuorvianti e incompleti. L'Ordine dei Medici di Venezia, che non ha bisogno di acchiappare click, spiega infatti che Chiara Filipponi, anestesista all’ospedale di Portogruaro, è deceduta dopo lunga malattia. Da circa un mese, infatti, si trovava ricoverata all'ospedale dell'Angelo di Mestre .
Solo poche testate giornalistiche (Il Gazzettino e Il Messaggero) hanno avuto il buon gusto di specificare nel titolo che la dottoressa era già malata.
Questo era solo uno dei tanti esempi di distorsione della realtà realizzata mediante titoli ansiogeni e terroristici. Purtroppo non è né la prima, né l'ultima volta che certi siti cavalcano l'onda dell'emergenza confezionando titoli volutamente allarmanti, che inducono i lettori a leggere la notizia e talora a condividerla, regalando immeritati click a giornalisti indegni di questo nome.
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