I video più disparati, registrati da un software di Zoom e poi salvati su varie applicazioni senza password, sono stati pubblicati sul web mettendo a repentaglio la privacy di migliaia di utenti
Il Washington Post si è imbattuto in lezioni online, conferenze, sessioni di terapia psicologica, incontri di lavoro, ma anche filmati che ritraevano persone in intimità. Ma cosa è successo veramente?
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In una nota apparsa nel suo blog, Zoom ha dichiarato che nelle ultime settimane, a causa dell'emergenza covid-19, il portale ha dovuto gestire un afflusso di utenti mai registrato prima. Pur cercando offrire un servizio ininterrotto e la stessa esperienza user-friendly che ha reso Zoom la piattaforma di videoconferenza preferita per le aziende di tutto il mondo, l'azienda ha però dovuto riconoscere di non essere stata all'altezza delle aspettative in termini di privacy e sicurezza.
La piattaforma, costruita principalmente per grandi clienti aziendali con pieno supporto IT, non aveva previsto che, nel giro di poche settimane, ogni persona al mondo avrebbe improvvisamente lavorato, studiato e socializzato da casa servendosi di Zoom.
L'azienda ha promesso che nei prossimi giorni si impegnerà per migliorare gli standard di privacy e sicurezza per garantire piena tutela a chi utilizza la piattaforma, ma nel contempo ha sollecitato cautela da parte di chi registra e ospita videoconferenze decidendo di salvarle.