Molteplici sono le tecnologie che stanno cercando di imporsi come riferimento per la "proiezione" wireless dello schermo da computer e smartphone, aprendo interessantissimi scenari per chi ama riprodurre sulla TV del salotto i videogiochi e i film dei propri device, invece di utilizzare i piccoli display convenzionali. Questa è la guida per conoscere luci ed ombre dei principali contendenti, di modo da scegliere quello più adatto alle proprie necessità.

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Miracast

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Miracast è la soluzione per trasmettere lo schermo senza fili nata in seno a Wi-Fi Alliance, lo stesso gruppo alle spalle del Wi-Fi impiegato per accedere alla rete senza bisogno del connettore cablato.

Il protocollo funziona stabilendo un collegamento diretto fra la sorgente (computer con almeno Windows 8.1, smartphone o tablet con almeno Android 4.2.1) e la destinazione (schermo o TV). Il device trasmette tramite la scheda Wi-Fi, mentre il display riceve in modo nativo (se si tratta di un televisore molto recente e dotato di questa caratteristica) oppure con un adattatore da inserirsi nella porta HDMI.

I punti di forza di Miracast: non richiede la presenza di un access point o del collegamento ad Internet. Trasmette l'intera schermata della sorgente, quindi non è necessario che i singoli programmi siano espressamente progettati per essere compatibili.

Le debolezze di Miracast: stabilire se i propri device siano in grado di trasmettere richiede un po' troppo acume tecnico, e, in particolar modo quando si parla di PC tradizionali, una macchina relativamente recente e già aggiornata a Windows 8.1. Inoltre, un adattatore come Microsoft Wireless Display Adapter costa 70 € circa, ovvero il doppio di un Chromecast, ed è difficile da reperire in Italia.

Consigliato a chi: ha una preparazione tecnica un pochino superiore alla media, è soddisfatto del collegamento "classico" via HDMI cablato e cerca un modo di avere la stessa libertà senza la scocciatura del cavo.

» La Grande Guida a Miracast

» Sito ufficiale di Miracast

Chromecast (Google Cast)

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La tecnologia più popolare per trasmettere senza fili da PC e smartphone alla propria TV è, probabilmente, Google Cast... meglio nota sottoforma del prodotto che la implementa: Chromecast.

Una volta connesso all'alimentazione USB, Chromecast sfrutta la rete Wi-Fi dell'abitazione per accedere ad Internet. A questo punto, è pronto a ricevere il flusso audio/video da mostrare sullo schermo al quale è connesso tramite HDMI. Le sorgenti possono essere smartphone e tablet con Android 2.3 e successivi o iOS 6.0 e successivi, Chromebook, oppure computer con, almeno, Windows 7 o Mac OS X 10.7.

I punti di forza di Chromecast: basso prezzo (appena 35 €!), ottima reperibilità anche in Italia, notevole semplicità d'uso e buona distanza massima fra sorgente e destinazione (dipende unicamente dalla copertura del segnale Wi-Fi dell'access point).

Le debolezze di Chromecast: su mobile, solo le applicazioni espressamente progettate possono sfruttarlo (la trasmissione dell'intero schermo è in beta e compatibile solo con una ristretta lista di modelli). Questo significa che non è possibile proiettare indistintamente qualsiasi app o videogioco, oppure sfruttare il proprio player preferito per riprodurre film e musica: allo scopo, una soluzione come AllCast (circa 4 €) è obbligatoria, ma il claudicante supporto a MKV, audio AC-3 e DTS costringerà a scomode conversioni preventive.

Da computer, Chromecast è sfruttabile solo attraverso Google Chrome (con relativa estensione) per trasmettere i contenuti dei siti appositamente ottimizzati, fra i quali YouTube. L'alternativa, attualmente in beta, è la visualizzazione di qualsiasi pagina web. Indipendentemente dalla sorgente, richiede sempre la presenza di una rete Wi-Fi e la disponibilità dell'accesso ad Internet.

Consigliato a chi: vive di smartphone e YouTube....  e vuole spendere il meno possibile per lo streaming wireless.

» Sito ufficiale di Chromecast

» Chromecast su Amazon

AirPlay

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AirPlay è la tecnologia di riferimento per proiettare senza fili dai computer e dispositivi portatili di Apple. Si tratta di uno stack di rete completo e proprietario, che il colosso degli smartphone sfrutta per creare un ecosistema ideale per l'uso "in salotto" fra i propri prodotti: con iPhone/iPad alla sorgente e Apple TV come ricevente, AirPlay porta i contenuti e lo schermo di iOS su grande schermo, tutto all'interno della piattaforma della Mela.

Ma AirPlay viene anche concesso in licenza a produttori di terze parti: questo fa sì che BoseYamahaPhilips, PioneerSony e molti altri abbiano a catalogo impianti sonori di fascia alta utilizzabili per diffondere musica senza bisogno del collegamento fisico.

I punti di forza di AirPlay: AirPlay vanta un livello qualitativo molto elevato e una notevole semplicità di setup (è necessaria una rete Wi-Fi, ma non l'accesso ad Internet). Se la sorgente è relativamente recente, l'intera schermata è proiettabile (AirPlay Mirroring) e non solo i programmi predisposti.

Le debolezze di AirPlay: sebbene lo streaming in contenuti audio/video sia possibile anche sotto Windows, il risultato è ottenibile solo utilizzando iTunes (o, per l'audio, software non-ufficiali come Airfoil for Windows). La replica dell'intero schermo, inoltre, è riservata a Mac e iPhone/iPad: software come AirParrot promettono di risolvere il problema, ma è l'esperienza d'uso ottimale si ottiene rimanendo all'interno dell'ecosistema Apple. Discorso analogo per trasmettere da Android: AirSync è una soluzione di terze parti piuttosto soddisfacente, ma il risultato netto è inferiore rispetto al supporto nativo offerto da iOS.

Consigliato a chi: già possiede un Mac, iPhone o iPad. Con Apple TV (99 €), si completa la linea e si mette in salotto un buon box capace di riprodurre contenuti anche in maniera autonoma.

» TLI risponde: perché Apple non supporta Miracast su Mac e iOS?

» Sito ufficiale di AirPlay

» Apple TV su Amazon

Intel WiDi

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WiDi è il protocollo di trasmissione wireless dello schermo promosso da Intel. È incorporato in tutte le CPU Core già dal 2010 (architetture ClarkdaleArrendale). La sorgente trasmette mediante la scheda Wi-Fi del computer ad un ricevitore compatibile collegato al display, senza bisogno di un access point.

Per molti versi, il funzionamento ricalca quello di Miracast (così come le difficoltà nello stabilire le opportune compatibilità), tecnologia con la quale è divenuto compatibile a partire dalla versione 3.5: questo significa che le CPU Intel possono trasmettere indistintamente sia verso ricevitori WiDi, sia verso quelli Miracast.

Una tecnologia senza futuro: i ricevitori WiDi si contano sulle dita di una mano e l'introduzione del pieno supporto a Miracast è un chiaro segnale che, in futuro, sarà quest'ultima la tecnologia sulla quale puntare.

» Sito ufficiale di Intel WiDi

» Requisiti di sistema per Intel WiDi

DLNA (Digital Living Network Alliance)

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DLNA risale al 2003 ed è una delle più vecchie soluzioni per lo streaming di video, audio e foto. Microsoft ha introdotto la possibilità di utilizzare il PC come sorgente a partire da Windows 7 (funzione "Play to" di Windows Media Player 12), mentre su Android è necessario un player compatibile (come AllCast). Lato-destinazione, sia Xbox 360 che PlayStation 3 sono certificate, così come moltissimi ricevitori dedicati o adattatori, alcuni piuttosto economici.

I punti di forza di DLNA: DLNA è molto più diffuso dei concorrenti e non richiede verifiche tecniche particolari per funzionare: bastano un trasmettitore, un ricevitore e una rete Wi-Fi, anche senza uscita su Internet.

Le debolezze di DLNA: Non è una soluzione per la trasmissione dell'intero schermo, ma solo di file audio, video e immagini. I contenuti devono poi essere trasmessi utilizzando un "profilo" (ovvero una combinazione di contenitore, codec audio e codec video) espressamente accettato dalla destinazione (AVI, MKV e DTS non sono fra questi, ma H.264 sì): così non fosse, la sorgente può tentare di ricodificarli "al volo", ma per i filmati "full HD" (1080p), questo significa uno sforzo notevole sulla CPU che, in caso risultasse troppo lenta, causerebbe una riproduzione "a scatti". Si può sempre convertire preventivamente, ma è una scocciatura in più.

Consigliato a chi: già dispone di un ricevitore DLNA e ne è soddisfatto. Gli altri farebbero meglio a valutare un'alternativa più moderna.

» Sito ufficiale di DLNA

WHDI (Wireless Home Digital Interface)

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Tutte le tecnologie viste fino ad ora sfruttano le risorse interne del device (rete, CPU e GPU) per trasmettere il segnale. WHDI (sta per Wireless Home Digital Interface, e non va confuso con il già trattato WiDi di Intel) impiega un approccio sostanzialmente diverso. I prodotti basati su questo protocollo sono composti da due box: uno si occupa specificamente di trasmettere il segnale fornitogli in ingresso (via cavo) dalla sorgente, l'altro lo riceve e lo mostra sullo schermo ad esso collegato, sempre tramite cavo. Lo schema, quindi, è quello di un classico "ponte radio": PC/notebook/tablet/smartphone <- cavo HDMI -> box_trasmettitore <- wireless -> box_ricevente <- cavo HDMI -> TV.

I punti di forza di WHDI: i ricetrasmettitori WHDI fanno dell'immediatezza il principale punto di forza: senza impazzire per determinare se il computer sia compatibile e/o scaricare aggiornamenti per i driver, basta inserire i cavi nei due box e il gioco è fatto. Inoltre, viene trasmessa direttamente l'intera schermata della sorgente: non si vedono solo i programmi espressamente progettati, quindi, né è necessaria una rete Wi-Fi o l'accesso ad Internet.

Le debolezze di WHDI: il prezzo elevato è il tallone d'Achille dei prodotti WHDI. Per soluzioni di qualità soddisfacente si parte da 150 €, a salire sino ai 400 € dei modelli più accessoriati. Da notare, poi, che il box-trasmettitore deve essere fisicamente collegato alla sorgente: con i PC fissi non è un problema, ma agganciare uno "scatolozzo" a notebook, tablet e smartphone risulta molto scomodo, se decidiamo di tenerli sulle ginocchia o sul divano.

Consigliato a chi: considera Chromecast troppo limitante, possiede apparecchi vecchi e incompatibili con Miracast, oppure cerca la tranquillità di qualcosa che possa funzionare senza troppe verifiche tecniche preliminari... ed è disposto a pagare una cifra importante per tutto questo.

» Sito ufficiale di WHDI

WirelessHD

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I prodotti basati su WirelessHD sono soluzioni a due box trasmettitore-ricevente, quindi l'approccio è del tutto analogo a quello dell'appena trattato WHDI.

Consigliato a: nessuno. Al contrario di WHDI, WirelessHD funziona sulle frequenze radio altissime (60 GHz). Di conseguenza, è necessario che i due box si "vedano" in linea d'aria: una singola ostruzione (come un muro, un mobile o persino una persona che passa davanti) è sufficiente a deteriorare drasticamente la qualità o impedire la connessione. Considerando che i prezzi sono assimilabili a quelli di WHDI (ovvero molto salati), non è chiaro quale mercato possa sperare di ritagliarsi.

» Sito ufficiale di WirelessHD