Oltre mille database sono stati eliminati in modo permanente in un attacco tutt'ora in corso che lascia la parola "Meow" come unico biglietto da visita
Nei giorni scorsi, il ricercatore Bob Diachenko ha scoperto che un database, che memorizzava i dettagli degli utenti della VPN UFO, era stato completamente distrutto.
Il database in questione era già stato al centro delle cronache per aver esposto una grande quantità di dati sensibili degli utenti, sollevando non pochi problemi di privacy, che avevano indotto il provider VPN a spostare il database altrove per offrire maggiori garanzie agli utenti.
Sennonché, poco dopo, il database è stato letteralmente spazzato via dall'attacco "Meow".
Il più delle volte, gli hacker che mettono a segno questi attacchi informatici hanno l'obiettivo di fare soldi. Ma in altri casi, i criminali si limitano a cancellare i dati senza dare spiegazioni e senza chiedere riscatti in cambio delle informazioni sottratte: è il caso dell'attuale attacco "Meow", dove l'unica cosa che resta alle vittime è questo sinistro e beffardo miagolio.
Diachenko è convinto che gli hacker dietro all'attacco "Meow" abbiano come unico scopo quello di divertirsi e, magari, di far parlare di sé. Manie di protagonismo, un po' di noia e la voglia di dimostrare che riescono a fare quello che fanno.
Episodi come questi dovrebbero suonare come un campanello d'allarme per molte aziende, che spesso ignorano e sottovalutano la necessità di dotarsi di efficaci misure di sicurezza per tutelare i dati di clienti e dipendenti.