Libra è appena nata ed è già sotto la lente di ingrandimento del Senato americano: i membri del Congresso, infatti, vogliono esaminare più nel dettaglio la nuova moneta virtuale e i suoi potenziali rischi. E non sono mancate le richieste di bloccare i lavori sul progetto cryptovalutario fino a che non si svolgerà l'udienza fissata per il 16 luglio prossimo.
Ma cosa esattamente spaventa i parlamentari statunitensi? La senatrice Elizabeth Warren ha twittato che "Facebook ha troppo potere e un pessimo curriculum per quanto riguarda la protezione delle nostre informazioni private. Dobbiamo responsabilizzarli, senza dargli la possibilità di accedere ad un numero ancora maggiore di dati".
E' dello stesso parare la democratica Maxine Waters, membro del Comitato per i Servizi Finanziari della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, che si è spinta oltre chiedendo addirittura l’interruzione dello sviluppo di Libra fino a che il Congresso e gli organi di regolamentazioni non avranno avuto l’opportunità di esaminare potenziali problematiche inerenti la cryptovaluta.
Come Elizabeth Warren, anche Maxine Waters ha fatto riferimento al "passato travagliato" di Facebook in materia di privacy e tutela dei dati sensibili degli utenti, ricordando come il social network abbia ripetutamente dimostrato scarsa attenzione per la protezione e l’uso delle informazioni in suo possesso.
In sostanza, la paura è che Facebook possa servirsi di Libra per continuare la sua espansione incontrollata, incamerando ulteriori dati e informazioni sensibili. Sapendo chi sono gli utenti, quali sono le loro preferenze, cosa acquistano e come, Facebook rischierebbe di diventare un Grande Fratello capace di controllare ancora più assiduamente la vita dei suoi utilizzatori.