Non c'è dubbio che le fake news siano una piaga dell'era moderna, perché tra quelle simpatiche e di gossip (comunque pericolose!!), per così dire, ce ne sono alcune che riescono a convincere più o meno persone di cose pericolose per la propria e altrui salute, ma anche perché combatterle rappresenta un costo altissimo in termini di tempo e risorse per tutta la società (l'Universita di Baltimora, nel 2019, ha stimato che il costo delle fake news ammonti a circa 78 miliardi!!). Ma come mai vengono create e soprattutto come riconoscerle e smascherarle? Quest'ultima non è affatto un operazione facile ed è impossibile indicare un sistema sicuro e infallibile per l'individuazione di queste notizie false, ma con un po' di attenzione e la seguente guida si può riuscire a scovarle quasi tutte.
Disclaimer: una prima stesura di questo articolo conteneva fonti ed esempi specifici ma, dopo attento esame, ho scelto di non inserirli. Questa decisione è stata presa per evitare di urtare la sensibilità di coloro che potrebbero credere ciecamente ad un sito di fake news e scatenare un inutile e improduttivo flame. Concentrandomi solo sulla teoria, sulla quale confido saremo tutti o quasi d'accordo, spero di riuscire ad aprire gli occhi anche a chi per ingenuità o profonda passione è vittima di alcuni di quei siti che avrei tanto voluto nominare.
CHE COSA SONO LE FAKE NEWS E PERCHÈ VENGONO CREATE?
Prima di riuscire a sconfiggere il "nemico" dobbiamo conoscerlo a fondo, impariamo quindi cosa sono le fake news.
Con questo termine, che letteralmente significa "notizie false" si intende quel particolare insieme di notizie (false, ovviamente) create apposta per fare scandalo, disinformare ma soprattutto per generare click su internet. Non è un caso che il canale principale, per non dire unico, di diffusione delle fake news sia proprio internet e in particolare i social network dove si può accedere facilmente ad un grande bacino di utenti e, in alcuni casi, altrettanto facilmente si può monetizzare il numero di click ricevuti sul contenuto pubblicato.
Per chi conosce il funzionamento del moderno web, questa non è una novità, ma per alcuni forse può suonare quantomeno strano: ogni volta che clicchiamo (o tappiamo) un link o vediamo un video, al creatore del contenuto che abbiamo caricato, cascano virtualmente delle monete in tasca. Il meccanismo preciso che genera guadagno per i creatori di contenuti originali, ogni volta che questi vengono visualizzati, va al di là dello scopo di questo articolo ma se accettiamo questa tesi (visualizzare un contenuto genera guadagno per il creatore) è facile capire il perché vengono create le fake news!
Questa facilità nel generare guadagni ha portato anche ad un curioso fenomeno: non solo la creazione di società il cui unico scopo è generare notizie "acchiappa click" ma addirittura testate giornalistiche, ufficialmente riconosciute (grave colpa dell'ODG!!!), che in mezzo a notizie di cronaca, propongono attivamente quelle che non possono che essere chiamate fake news, barricandosi dietro l'egida della libertà di stampa e di espressione.
Chi stesse pensando che per non incappare nelle fake news basta seguire solo i media più conosciuti o per così dire "istituzionali", sta sbagliando di grosso.
Non è raro, purtroppo, incappare su notizie false o capziose anche sui siti di agenzie nazionali o famose testate giornalistiche (che a volte spariscono nel nulla, senza correzione o scuse verso i lettori). In questo caso il motivo, oltre a quello già detto di attirare lettori e generare click, può essere anche quello di arrivare per primi su una notizia, con la conseguenza che il controllo della fonte e l'approfondimento dell'argomento (lavoro del giornalista!) vengono meno, preferendo tradurre, spesso in maniera talmente approssimata da stravolgerne il significato, articoli pescati chissà dove (anche in questo caso è doverosa un'altra tirata di orecchie all'ODG... ).
PERCHÈ FUNZIONANO?
Il motivo per cui vengono create adesso è chiaro ma c'è anche un altro aspetto da considerare: le fake news funzionano molto bene per il suddetto scopo!
Il motivo anche in questo caso è molto più complesso di quello che verrà accennato qui giusto per cercare di comprendere un po' meglio questo fenomeno ed è semplicemente la natura umana.
L'essere umano è curioso per natura ed è quindi attratto dai titoli delle fake news anche e soprattutto se sembrano assurdi e surreali. Molte di queste notizie false sono poi create per solleticare l'ego del potenziale lettore promettendo di svelare la "verità vera", "quello che nessuno ti dice" fino ad arrivare perfino alla "cura miracolosa a base di...".
Inoltre funzionano perché forniscono spesso soluzioni di semplice comprensione, anche se totalmente false e senza nessun fondamento scientifico, a problemi molto complessi e che richiedono competenze tecniche, magari di medio-alto livello, per essere comprese a fondo. Un altro elemento su cui fanno leva queste notizie false è il meccanismo (che fa sempre parte della nostra natura) per cui cerchiamo sempre un collegamento nelle cose capitano, cercando schemi conosciuti o semplici motivazioni che ci fanno spesso dimenticare che, alcune volte, eventi eccezionali possono semplicemente accadere in maniera naturale o accidentale senza che ci sia per forza l'opera volontaria di qualcuno o qualcosa.
Non c'è quindi da biasimare chi crede o ha creduto a una o più fake news, ne c'è da vergognarsi se fosse capitato a noi; va sempre tenuto presente che queste sono create ad arte per sedurre ed ingannare le persone.
Credere o aver creduto ad una evidente fake news non è un indicatore di intelligenza; chi ci crede non è stupido, ha solo un diverso bagaglio di conoscenze che lo porta a valutare in maniera non corretta i fatti presentati in queste pseudonotizie. Oltre alle conoscenze individuali, hanno un peso non indifferente la parte emotiva e psicologica della persona che casca nella trappola tesa dai creatori di notizie false.
COME SMASCHERARLE?
Adesso che dovremo aver capito un po' meglio questo fenomeno, andiamo a vedere quali sono alcuni dettagli da controllare per tentare di smascherare le fake news. Un buon inizio è quello di partire dagli 8 punti chiave contenuti in una piccola guida pubblicata dal parlamento Europeo nel 2019 proprio al fine di combattere la disinformazione
- Controlla il contenuto
- Controlla l'organo di stampa
- Controlla l'autore
- Controlla le fonti
- Controlla le immagini
- Rifletti prima di condividere
- Metti in dubbio i tuoi preconcetti
- Inizia anche a tu a sfatare i falsi miti
Questa guida, come detto, rappresentano un buon inizio ma mi sento di muovervi una critica: è fin troppo generica! Invece di approfondire ogni punto, ve ne suggerisco altri 3 che comprendono, accorpano, alcuni dei precedenti e, almeno nelle mie intenzioni, li approfondiscono.
Tenere sempre alto il senso critico
Abbiamo visto come chi pubblica le fake news ha un interesse diretto perché ne trae un profitto.
È quindi consigliabile tenere sempre alto il senso critico non solo quando ci imbattiamo in una notizia che ci sembra dubbia ma anche e soprattutto quando leggiamo qualcosa che è in linea con il nostro pensiero!
Questo non è affatto facile perché, per natura, tendiamo a fidarci di chi la pensa come noi; è quindi richiesto uno sforzo notevole per mettere in dubbio i nostri preconcetti e analizzare la notizia in modo oggettivo, distaccato e obbiettivo. Qualcuno potrebbe dire che è meglio essere sempre diffidenti ma ci sono alcuni casi dove essere sempre diffidenti può portare al risultato opposto a quello che vogliamo ottenere (non cadere vittime delle fake news!).
Diffidare delle istituzioni, il cui obbiettivo dovrebbe essere solo il bene dei cittadini (anche se non immediatamente percettibile) o diffidare delle ricerche scientifiche che hanno già passato la peer-review potrebbe essere controproducente.
Dovremo sempre valutare se chi ci sta proponendo una notizia ha un interesse diretto, se ci guadagna soldi, popolarità o altro, per esempio.
Cercare la completezza
Una notizia vera deve essere completa quantomeno di data, autore e fonte.
Se manca uno o più di questi elementi, meglio fermarsi al titolo e passare oltre: di sicuro è una notizia che, anche se non falsa, non vale la pena di approfondire lì dove la stiamo leggendo (ma nessuno ci vieta di cercare un altro articolo che parla della stessa cosa ed è completo!). Anche se questi dati possono sembrare banali, offrono una bella prova di serietà dell'articolo.
Molti siti di fake news (ma non solo!), ad esempio, omettono la data dell'articolo in modo da farli sembrare sempre recenti. Per avere un'idea esatta del tema trattato è essenziale che sia presente una data in modo da collocare correttamente l'articolo su una linea temporale e, se non risultasse recente, dobbiamo tenere ben presente che quella notizia potrebbe non essere più vera; infatti, dalla pubblicazione della notizia, potrebbero essere emersi aggiornamenti che la correggono, la rettificano o addirittura la smentiscono. Un sito "serio" oltre alla data di prima pubblicazione, indica anche la data di possibili aggiornamenti o modifiche.
È piuttosto ovvio quando sia importante sapere chi è l'autore che scrive un articolo.
Ovviamente non mi riferisco solo al nome e cognome ma a tutto il suo background (titolo di studio, riconoscimenti, precedenti articoli, ideali, ...); sono tutte informazioni utili per valutare se sia effettivamente preparato a trattare l'argomento in oggetto ma anche per conoscere la sua storia (è un noto professionista? è accreditato come esperto o è un semplice opinionista? è espressamente schierato in una fazione e quindi magari non è del tutto obbiettivo? ... ). Più informazioni si possono trovare sull'autore, più possibilità ci sono di verificarne l'affidabilità e quindi ipotizzare con una buona probabilità di successo se quello che stiamo leggendo è una fake news o meno.
Come accennato sopra, chi crea queste notizie false sa bene che mettere un campo autore, da credibilità a questa, per cui si possono trovare alcuni profili di autore, completi di professione e addirittura foto, che sono totalmente inventati. Non basta quindi che siano presenti dettagli sull'autore ma questi devono essere verificati e i motori di ricerca ci possono essere di grande aiuto.
Attenzione anche ai titoli di studio altisonanti e/o ai prestigiosi riconoscimenti: questi danno certo credibilità all'autore ma valgono solo se l'argomento trattato nell'articolo è quello materia di studio o del premio e, comunque sia, giova ricordare che non sono necessariamente garanzia di buonafede e non mettono al riparo dal prendere clamorose cantonate, soprattutto se vengono trattati argomenti nuovi, sperimentali o in via di sviluppo. Questo non deve certo suscitare meraviglia: sbagliare è umano e accade anche nelle migliori famiglie.
Ma anche da un errore, clamoroso o meno, si può valutare l'affidabilità di un autore. Se una volta che l'errore è evidente, l'autore corregge l'articolo, magari scusandosi, è sicuramente un segno di serietà; viceversa se invece si nasconde dietro giri di parole o, peggio, l'articolo sparisce misteriosamente.
E se l'autore è un perfetto sconosciuto? Può benissimo capitare che un perfetto sconosciuto, scriva un articolo di valore: come fare in questi casi? Purtroppo la completa affidabilità di un autore si misura solo nel tempo, quindi in caso di autori sconosciuti non rimane che seguirne l'evoluzione; alla fine potrebbe essere meritevole della vostra fiducia anche un autore che si mostra solo con un nick name...
Un articolo non è completo se manca di citare una o più fonti da dove la notizia è stata ripresa. La fonte deve essere citata in maniera precisa e accurata, non basta un generico indizio o vago riferimento ("una ricerca pubblicata di recente": quale ricerca? dov'è stata pubblicata? da chi? ha già passato la necessaria peer-review; "uscito sulla gazzetta ufficiale": in che data? quale articolo e comma?; "gli esperti hanno chiarito": quali esperti? come hanno chiarito? quando?), e possibilmente ci deve essere un link diretto che dovrebbe puntare direttamente alla fonte ufficiale e non ad un altro articolo che parla dello stesso argomento. Se non fosse presente un riferimento alla fonte ufficiale, non abbiate paura a chiedere le prove! Se invece questo link diretto è presente, il metodo migliore per informarsi è quello di seguirlo e leggere per bene tutto! Alcuni siti di fake news infatti citano e riportano correttamente una fonte ufficiale, salvo poi stravolgerne completamente il senso nell'articolo!
Analizzare il contenuto
Ricercare la completezza di un articolo, ci permette di fare una prima scrematura ma è evidente che per smascherare una fake news dobbiamo analizzarne il contenuto.
Una prima occhiata al testo ci permette di vagliare ancora più finemente l'articolo e individuare alcuni segni che dovrebbero metterci subito in allarme: qualche refuso può sempre capitare ma grossolani errori di grammatica, punteggiatura abbondante(!!!!!!!!!!!!!!), UTILIZZO INDISCRIMINATO DEL MAIUSCOLO rappresentano molto bene un articolo non degno di essere letto.
Attenti anche a non farvi abbindolare da ampollosi termini tecnico-scientifici: questi sono spesso utilizzati per dare un'aria di ufficialità all'articolo ma se provate a cercarli (magari seguiti dalla parola "bufala" o "hoax") o ve li fate spiegare da un esperto in materia, di solito si scopre che non vogliono dire niente.
Un articolo che si presenta con un immagine di introduzione composta da foto montate per suscitare una reazione o far passare un idea, non si presenta affatto bene, ma talvolta questo stratagemma può essere utilizzato anche a fin di bene, per così dire. Ma un immagine che dovrebbe rappresentare una prova che viene montata, modificata, ritoccata o "photoshoppata" in qualunque modo (anche solo aggiustando contrasto e luminosità) è un bel campanello di allarme fake news.
Purtroppo non sempre è evidente un immagine ritoccata e se "ben fatta" è difficile trovare le modifiche anche ad una attenta analisi; ci possono però venire in soccorso i siti specializzati nella ricerca delle immagini come Tineye o Google Immagini: se gli diamo in pasto una foto ritoccata, quasi sicuramente riusciranno a trovare l'originale o quantomeno una non modificata; in alternativa troveranno risultati che confermeranno se quella foto è vera o falsa.
Presentare come prova una foto originale, non ritoccata ma di scarsa qualità o bassissima risoluzione è un altro campanello di allarme, soprattutto oggi giorno che bene o male tutti noi abbiamo in tasca fotocamere con autofocus, stabilizzatore digitale e capaci di scattare foto a diversi megapixel di risoluzione!
Dobbiamo però tenere presente che per analizzare correttamente il contenuto di una foto è indispensabile avere l'originale ricordando sempre che una foto (così come un video), anche ad altissima risoluzione, non è l'esatta rappresentazione della realtà ma un'approssimazione (seppur ottima), bidimensionale, in un dato momento, di una scena che di dimensioni ne a 3 e può variare nel tempo!!
È evidente che avere a disposizione la foto originale non è sempre possibile ma questa idea deve sempre essere bene impressa nella mente: una foto copiata, o salvata in un formato diverso, può far emergere quelli che si chiamano artefatti digitali.
Poiché una foto è quasi sempre salvata con un formato compresso (molto spesso jpg) dobbiamo ricordarci che questa compressione riduce le dimensioni del file ma anche i piccoli dettagli di una foto che possono così sparire del tutto o fondersi con gli elementi circostanti dando origine a forme, macchie o oggetti assolutamente non presenti nella realtà (in questo caso di tratta di artefatti di compressione). Per darvi una idea di quello che succede quando salviamo una foto in formato compresso, guardate questo video in cui l'autore fa soltanto un operazione: apre la foto con photoshop e la salva, alla massima qualità, con formato jpg, per 500 volte:
Se non ci credete potete provare voi stessi. Gli artefatti digitali non si limitano a quelli di compressione, ce ne sono molti altri come, ad esempio, come i jaggies, l'aliasing o il rumore. Oltre a questo tipo di artefatti caratteristici del contenitore digitale esistono anche artefatti ottici che sono "errori" che affliggono le foto a causa questa volta della forma e tipo di obbiettivi o del sensore che cattura la luce. Artefatti di questo tipo sono ad esempio l'aberrazione cromatica e l'effetto Moirè. Per valutare o meno la presenza di questi artefatti è indispensabile quindi conoscere anche i metadati della foto: caratteristiche della fotocamera (tipo di obbiettivo, tipo di sensore, tempo di esposizione, ...) ma anche della scena (luogo, posizione e angolazione rispetto al soggetto, presenza o meno di fonti luminose esterne all'inquadratura, condizioni atmosferiche, ...) e ovviamente data e ora dello scatto (non solo per conoscere le condizioni di luce naturale e il meteo ma per poter risalire ad eventi particoli presenti nella zona che potrebbero aver generato effetti particolari sulla foto). Analizzare una foto senza prendere in considerazione la possibilità di artefatti e senza conoscere tutti i dati di contorno ci rende probabile vittima della pareidolia. Naturalmente questa indagine sulle foto non spetta al lettore di un articolo ma all'autore che intende dare la corretta interpretazione della foto e non una fake news.
Un video, invece, è sempre una prova certa? Assolutamente no! Anche un video, come una foto, è una approssimazione bidimensionale di una scena tridimensionale, anche un video può essere affetto da artefatti digitali e ottici e, naturalmente, anche un video può essere manomesso.
I cosiddetti video virali, creati per pubblicizzare più o meno velatamente prodotti di ogni tipo, non sono certo una novità ma, negli ultimi anni, è nata una tecnologia conosciuta come Deepfake che consente a chiunque abbia una buona scheda video e un po' di pazienza di creare falsi di una qualità che fino a qualche anno fa era appannaggio solo degli studi cinematografici di Hollywood! Qui potete vedere alcuni video deepfake. Per analizzare i video (ma anche le foto) che troviamo su internet possiamo avvalerci di InVid.
» Leggi: In video veritas: scova video e immagini fake con InVid!
Esiste da tempo anche la tecnologia che consente di clonare la voce di chiunque partendo da un campione di circa un minuto di registrazione! Per capire quanto possa essere realistico il risultato ottenuto da un servizio professionale come quello del link precedente, potete provare quest'altro servizio di sintesi vocale che sfrutta la voce di personaggi famosi (alcuni anche immaginari... ) campionati dagli utenti e ripresi da film o altre fonti. È evidente come questa tecnologia, combinata con Deepfake, ha un potenziale enorme nel convincere le persone, perché siamo abituati a percepire i video come prove inconfutabili e tendiamo a credere a ciò che vediamo.
In merito a questo ultimo punto, credere a ciò che vediamo, dovremo prestare attenzione anche alle dichiarazioni dei testimoni oculari. Lasciamo perdere le dichiarazioni fatte intenzionalmente con malizia anche se questa è sempre una possibilità da tener presente.
Una persona, in perfetta buona fede, può essere assolutamente certa di aver visto un qualunque tipo di evento ma questo non significa necessariamente che l'evento descritto, magari con dovizia di particolari, corrisponda effettivamente a ciò che è realmente accaduto. Questo al primo impatto può suonare molto strano perché tutti noi facciamo pieno affidamento sui nostri sensi in ogni istante, ma se ci fermiamo un attimo solo a riflettere su un dettaglio, tutto ci sembrerà più chiaro: i nostri sensi, per quanto acuti o sviluppati, non sono strumenti di misura perfetti ed infallibili ma anzi possono essere facilmente ingannati (basti pensare alle illusioni ottiche o sonore).
Per di più, se si crede di essere di fronte ad un evento paranormale o comunque scioccante, se si è particolarmente emotivi, si può innescare anche il fenomeno dell'autosuggestione, che può portare a convincersi di cose totalmente illogiche e può colpire non solo un singolo individuo ma anche un intero gruppo di persone. Anche in questo caso, non sta al lettore di un articolo fare un attenta analisi del dichiarante ma a colui che scrive l'articolo.
Di cosa possiamo fidarci allora?? Dei numeri, i numeri non mentono mai, secondo alcuni. I numeri probabilmente non mentono mai ma il modo in cui vengono presentati può far passare un'idea oppure l'idea opposta! Affinché i numeri possano dirci la verità, dobbiamo essere in grado di leggerli nella maniera corretta che a volte (spesso, nelle fake news) non è esattamente come vengono proposti. A tal proposito consiglio di leggere "Mentire con le statistiche" un libro la cui prima edizione risale al 1954 ma il cui contenuto è sempre attualissimo. Nel libro vengono descritti i modi utilizzati per presentare i numeri in modo da far passare l'idea che vogliamo, anche opposta a quello che effettivamente quei numeri direbbero se "letti" correttamente. Scelta del tipo di diagramma e accurata scelta del campione statistico sono solo due modi di falsare il significato dei numeri.
Un ultima cosa riguardo ai numeri che dobbiamo sempre avere presente è che correlazione non significa implicazione. Se ci sono delle similitudini in due serie di numeri, non significa necessariamente che la variazione in una serie sia causa o effetto della variazione dell'altra. A tal proposito c'è un sito che mette in evidenza quella che sia chiama correlazione spuria dove potete trovare (o creare) molti esempi come quello qui sotto, dove sembra che i visitatori di Disneyland Paris sono inversamente proporzionali al consumo procapite di mozzarella negli stati uniti o che quest'ultimo dato è legato alle morti per caduta dalle scale...
Adesso dovreste avere un po' di nozioni utili a scovare la maggior parte delle fake news ma, fare tutte le ricerche del caso può richiedere molto tempo ed energie. Se non volete o non potete approfondire tutte le notizie che leggete ma non volete comunque cadere vittima di disinformazione, potete rivolgervi a degli esperti, consultando quei siti che si sono costruiti una fama smascherando le fake news.
Uno dei più popolari a livello mondiale è Snopes.com, attivo dal 1994 inizia come demistificatore di leggende metropolitane si è poi concentrato via via sempre più contro le bufale. Snoopes fa parte di un circutio internazionale per il controllo dei fatti (International Fact-Checking Network) dove, tra i 96 siti che ne fanno parte, potete trovarne anche alcuni in italiano.
Sempre nella nostra lingua, che però non fa parte di questo circuito, abbiamo Bufale.net, attivo dal 2014 nel contrastare la disinformazione; molto interessante la possibilità di segnalare le fake news tramite Whatsapp o mail e Butac.it.
Se invece volete dei professionisti al vostro servizio, potete abbonarvi a NewsGuard
» Leggi: Guida a NewsGuard: un piccolo aiuto per salvarti dalle fake news!
CONCLUSIONI
A questo punto (spero) dovreste essere diventati abilissimi a scovare le fake news e quindi avrete la possibilità di agire in maniera attiva contro queste ma dovete farlo nel modo giusto!
Condividere e/o commentare scrivendo che la notizia è falsa NON è un buon modo per combatterla!
Anzi è controproducente perché così facendo regalate solo più visibilità alla fake news. Il modo giusto di agire è, ad esempio, utilizzare gli strumenti messi a disposizione dai social network per fare le segnalazioni e indicare chiaramente che si tratta di disinformazione.
In apertura dell'articolo ho detto che anche le fake new simpatiche o di gossip sono pericolose e qui lo ribadisco a costo di sembrare bacchettone: il pericolo nascosto in queste è quello di arricchire comunque chi le produce (dandogli la possibilità di crearne sempre di più!) ma soprattutto queste pseudo notizie hanno la capacità di abbassare e annichilire lo spirito critico di chi le legge.
Adesso la parola a voi: avete qualche trucco o suggerimento che vi va di condividere per individuare le fake news?