Absorbed by light (assorbiti dalla luce [dello smartphone]) è il nome di una spettacolare scultura che rappresenta l’ossessione contemporanea per gli smartphone, denunciando un fenomeno sociale molto preoccupante e in costante crescita

Amsterdam: scultura rappresenta dipendenza smartphone - installazioni-ossessione-smartphone

Ideata da Gali May Lucas, un’artista britannica, in collaborazione con la scultrice Karoline Hinz, l'opera d'arte raffigura tre persone sedute su una panchina con la testa china sul proprio smartphone, immerse in una realtà virtuale che le isola completamente dal resto del mondo reale.

Per rendere al meglio l'idea di come le persone siano "assorbite dalla luce", l'artista ha fatto in modo che da ogni smartphone esca una lucina che illumina il volto delle statue. L'effetto è molto realistico e rende al meglio proprio ciò che accade ogni volta che, al buio, ci mettiamo a guardare il display dei nostri cellulari.

Ma, ahimè, non è solo la luce che ci assorbe, bensì un mondo virtuale sconfinato. L’opera, infatti, vuole ricreare la solitudine in cui ci “costringiamo” ogni volta che ci rifugiamo in quella dimensione fittizia, fatta di legami virtuali non sempre corrispondenti a quelli reali. Talvolta, la c.d. dipendenza da smartphone diventa ossessione, sconfinando nei casi più gravi in una vera e propria patologia.

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Non a caso, c'è anche chi ha pensato di inventare le c.d. "prigioni per smartphone" in cui rinchiudere fisicamente i telefoni per un tempo prestabilito, così da disintossicarsi per un po' dall'uso di questi device che, come sottolinea il nome della scultura in oggetto, ci assorbono costantemente.

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