La Corte federale degli Stati Uniti ha accusato sei cybercriminali russi di aver eseguito alcuni degli attacchi informatici più distruttivi al mondo, tra cui NotPetya e il sabotaggio della rete elettrica che ha costretto al buio centinaia di migliaia di ucraini

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Nell'atto di accusa si legge che tutti e sei gli uomini fanno parte di un gruppo di hacker meglio noto come Sandworm, che lavora per conto dell'Unità 74455 della Direzione principale dell'intelligence russa, abbreviato dal russo come GRU.

I cybercriminali, autori della serie più dirompente e distruttiva di attacchi informatici mai attribuita a un singolo gruppo di hacker, lavora con un obiettivo preciso: destabilizzare le nazioni straniere, interferire con la loro politica interna e causare agli Stati ingenti perdite monetarie.

Tra gli attacchi messi a segno dai sei criminali informatici c'è anche NotPetya, il worm che nel 2017 ha interrotto l'attività di migliaia di aziende e agenzie governative in tutto il mondo. Travestito da ransomware, NotPetya era in realtà un malware che distruggeva in modo permanente petabyte di dati.

Le conseguenze dell'attacco furono ospedali in tilt, compagnie di navigazione rimaste paralizzate per settimane e infrastrutture di trasporto completamente bloccate. Si stima che, nel complesso, le aziende statunitensi colpite dal virus abbiano subito perdite per quasi 1 miliardo di dollari.

Ieri, dopo anni, la Corte federale statunitense ha formalizzato per la prima volta l'accusa nei confronti del gruppo di hacker GRU, sulla base dei dati e delle informazioni raccolte dall'intelligence americana. Ora bisognerà stanare i criminali. Ma viste le premesse, per l'FBI non sarà affatto semplice.