No, non siete gli unici ad averci pensato. Ma, spiacente!, sostituire il consueto display da PC con una TV non è una buona idea. Certo, funzionerà alla grande per gaming e film, ma durante la navigazione su web e con i contenuti testuali in generale sarà tutto "sfocato" e inutilizzabile. Ecco perché.
Quando un buon televisore da 32 pollici costa 238 € mentre uno specifico monitor da PC della stessa dimensione vola oltre i 500 €, è solo naturale chiedersi: chi mi vieta di acquistare una TV e impiegarla come display per il PC? La risoluzione e i PPI, ecco chi!
1920 x 1080 = full HD
Un moderno monitor da PC destinato al grande pubblico con una diagonale di 23" ha una risoluzione di 1920x1080 pixel, nota come "full HD" oppure 1080p. Il primo numero indica quanti punti compongono una riga orizzontale, il secondo quanti ce ne sono in una colonna.
Le TV di buona qualità commercializzate negli ultimi 2/3 anni offrono lo stesso, identico numero di pixel. Da questo punto di vista, quindi, monitor e televisori sono identici. A cambiare è quanto questi punti siano spaziati fra loro.
Questione di PPI
Trattando 1920x1080 come dimensioni (larghezza x altezza) di un rettangolo, possiamo applicare il teorema di Pitagora per calcolare la diagonale in pixel.
Bisogna poi dividere il risultato per la dimensione della stessa diagonale espressa in pollici. Il numero così ottenuto ci rivela quanti pixel ci sono in ogni pollice della diagonale, valore noto ai più come "PPI" o "densità di pixel".
Come evidente, più elevati sono i PPI, maggiore è la "qualità" dello schermo, con benefici particolarmente evidenti sugli elementi grafici più piccoli, come i caratteri di testo che formano i paragrafi.
Quanti PPI in uno schermo full HD?
Senza impazzire con radici quadrate e potenze, ho utilizzato il comodo Pixel Density Calculator per svolgere istantaneamente il calcolo appena indicato e confrontare un po' di valori. Arrotondando per difetto, abbiamo:
- 1920x1080 su 21.5": 102 PPI
- 1920x1080 su 23": 95 PPI
- 1920x1080 su 27": 81 PPI
- 1920x1080 su 32": 68 PPI
- 1920x1080 su 40": 55 PPI
- 1920x1080 su 60": 36 PPI
La foto che vedete di seguito, ad esempio, è stata scattata al mio televisore da 32" collegato al PC. Come evidente, utilizzarlo per sfogliare abitualmente il web sarebbe impensabile.
La stessa inquadratura catturata sul display nativo del notebook da 11.6" ha più PPI e, nonostante la risoluzione minore, offre una resa ottimale:
Non a caso, il display da 32" utilizzato come termine di paragone ad inizio articolo va ben oltre i 1080p: arriva infatti a 2560x1440 (1440p), ovvero 91 PPI. Con questo miglioramento delle specifiche, il testo rimane chiaro e leggibile nonostante la diagonale tanto ampia: è, infatti, paragonabile ad un 23" full HD.
altre ottimizzazioni presenti sulle TV
La scarsa densità di pixel è il motivo principale per cui un televisore full HD non è un buon sostituto per un display propriamente detto, ma vi sono anche altri fattori. In particolare: le TV contengono processori per l'elaborazione dell'immagine espressamente studiati per ottimizzare la resa durante la riproduzione delle immagini in movimento. Questa tecnologia, però, rende notevolmente meno definita la visualizzazione degli elementi grafici più piccoli (come i testi) e altera i colori, spesso in maniera significativa.
Il problema, comunque, è poco rilevante per un semplice motivo: l'elaboratore di immagini può essere disattivato (oppure fortemente ridotto come intensità) attivando la funzione preposta nella TV, chiamata Gaming Mode
oppure PC Mode
.
4k: c'è speranza per il futuro
Quanto detto fin qui potrebbe divenire obsoleto fra pochi anni. La nuova generazione di televisori impiega infatti una risoluzione di 3840×2160, nota come "4k Ultra HD" oppure 2160p. Con tanti pixel a disposizione, i PPI raggiungono valori talmente elevati da risultare idonei anche per i contenuti testuali su diagonali enormi:
- 3840×2160 su 39": 112 PPI (superiore ai 102 PPI della risoluzione full HD su 21.5"!)
- 3840×2160 su 50": 88 PPI
- 3840×2160 su 55": 80 PPI
- 3840×2160 su 60": 73 PPI
Sul finire del 2014, le TV 4k sono ancora piuttosto costose, ma è certo che i prezzi scenderanno rapidamente negli anni a venire.
Frattanto, qualcuno prova ad anticipare i tempi. Nei due articoli "4K is for programmers" e il suo seguito "Follow-up on 4K displays for programmers", un professionista ha raccontato la propria esperienza nel sostituire i display dell'ufficio con televisori di nuova generazione da 39" prodotti dalla semi-sconosciuta Seiki e commercializzati ad appena 500 $ l'uno. Vi sono alcune limitazioni che rendono tale scelta poco consigliabile al grande pubblico (alla risoluzione ottimale, il refresh rate precipita a 30 Hz, rendendo poco fluide anche animazioni banali come lo spostamento del cursore del mouse), ma si tratta di un vincolo imposto dall'interfaccia HDMI e non del monitor. Ad ogni modo: questa esperienza è la prova che, in futuro, questa strada sarà assolutamente percorribile.
Posso usarla per gaming e film?
Tornando ai giorni nostri e alla risoluzione 1920x1080 pixel, è bene precisare che quanto detto fino ad ora vale esclusivamente quando si parla di utilizzare una TV full HD in sostituzione completa ad un monitor propriamente detto. Il discorso legato ai PPI diviene ampiamente irrilevante quando si tratta di riprodurre film o svolgere attività di gaming: per questi scopi, infatti, il grande schermo delle TV a 1920x1080 pixel si rivela nettamente vincente rispetto alla maggior densità di pixel dei più piccoli display tradizionali.
Disattivare il processore dedicato all'elaborazione delle immagini a bordo del televisore contestualmente alle attività di gaming rimane imperativo per minimizzare il cosiddetto Input lag (impropriamente detto anche Response time, responsabile dell'effetto-scia nelle scene più concitate), ma, in seguito, non rimangono ragioni per rinunciare alla diagonale maggiorata. Dalla procedura completa alle indicazioni per la scelta dei cavi, ho documentato tutto ne "La Grande Guida per collegare il PC alla TV".