Nel corso del weekend appena trascorso, il quotidiano a tiratura nazionale "La Repubblica" ha pubblicato un articolo intitolato Lo schema Ponzi dei Bitcoin. Il pezzo sostiene che Bitcoin non abbia futuro e sia solamente uno schema piramidale finalizzato a far arricchire chi lo ha inventato. Ma è veramente così? In questo video offro alcune contro-argomentazioni

Il 2019 ha visto un ritorno di fiamma inaspettato dovuto in parte all'annuncio da parte di Facebook della propria criptovaluta - La rivalutazione in termini di prezzo di Bitcoin è iniziata tra fine marzo e inizio aprile. La criptovaluta di Facebook, Libra, è stata presentata a fine giugno. Per di più, Libra è un sistema altamente centralizzato e molto più simile ai sistemi di pagamento tradizionali: fatico a capire come il suo lancio avrebbe potuto "pompare" il prezzo di Bitcoin... 4 mesi prima.

Il bitcoin invece, come l'ethereum e la maggior parte delle criptovalute esistenti, non ha nessun asset o garanzia sottostante - La valuta "fiat" (euro e dollari) non ha più "asset sottostanti" da quando è stata abolita la riserva aurea (ovvero l'obbligo per gli stati di conservare l'equivalente in oro delle banconote in circolazione). Il prezzo dell'oro stesso è dettato da domanda e offerta. Un'opera d'arte vale solo il prezzo al quale qualcuno sia disposto ad acquistarla

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Repubblica " schema Ponzi Bitcoin" (video) - Lo schema Ponzi dei Bitcoin spotlight

La grande maggioranza delle monete virtuali appartengono a pochi individui che probabilmente sono stati tra gli ideatori dello schema - I wallet più ricchi mostrati da bitinfocharts.com appartengono a grossi exchange, che li utilizzano per conservare offline le monete depositate dai vari utenti. Sarebbe un po' come dire che una banca è ricchissima perché conserva in cassaforte i soldi dei propri correntisti! E, ad ogni modo, il fatto che vi siano "pochi ricchi e tanti poveri" è un dato di fatto dell'economia!

Nota: la pratica di affidare le proprie criptovalute ad un exchange, per quanto estremamente popolare, rimane estremamente rischiosa e diametralmente opposta ai principi di decentralizzazione e controllo del proprio denaro alla base di Bitcoin:

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Repubblica " schema Ponzi Bitcoin" (video)

Cosa succederebbe infatti qualora rallentasse il numero di nuovi utenti di bitcoin? Semplice, il prezzo sarebbe destinato a crollare - Questo è sicuramente vero, ma lo stesso si potrebbe dire di qualsiasi altro asset!

il costo dell'infrastruttura è del tutto reale e aumenta man mano che cresce il numero di utenti ed il prezzo unitario del bitcoin - Negli anni della "corsa all'oro" bastavano setacci e picconi per estrarre pepite grosse come pesche. Oggi servono camion e apparecchiature di filtraggio specializzate solo per ottenere qualche "pagliuzza".

Come tutti gli schemi piramidali dunque anche il bitcoin è destinato a crollare quando l'interesse verso la criptovaluta inizierà a scemare - Dal punto di vista tecnologico, Bitcoin ha molte, interessantissime caratteristiche che potrebbero farne il denaro del futuro. Non è per nulla certo che questo succeda, ma, così fosse, "Il Bitcoin è destinato a decollare quando l'interesse verso la criptovaluta inizierà a raggiungere anche il grande pubblico". Non è per nulla certo che questo accada e io stesso raccomando la massima prudenza nell'investire "solo quello che si è disposti a perdere", ma bollare il fenomeno come un mero "schema Ponzi" è certamente miope

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L'autore dell'articolo pubblicato da La Repubblica è un professionista del mondo della finanza di nome Alessandro Guzzini. Il suo profilo sul sito della società Finlabo che amministra è qui. Laureato in ingegneria e detentore di un master in economia, il sig. Guzzini pare avere tutte le carte in regola per capire esattamente cosa sia Bitcoin e come funzioni. A mio modesto avviso, l'articolo è, nel migliore dei casi, un tentativo di generare visibilità per la sua azienda. Nel peggiore, si tratta di un modo per gettare fango su un competitor che potrebbe convincere molti clienti a preferirlo ai fondi di investimento tradizionali.

I commenti qui sotto sono a disposizione di tutti coloro che vorranno mantenere toni consoni al regolamento. All'eventuale replica della redazione di La Repubblica o dell'autore dell'articolo verrà fornita la stessa visibilità di questo mio articolo.

Aggiornamenti

L'autore dell'articolo ha riconfermato su LinkedIn il proprio punto di vista. Nei commenti sottostanti si sta svolgendo un interessante dibattito.

La mia segnalazione su Reddit ha raccolto circa 1.000 voti e oltre 150 commenti.