Un browser web tutto nuovo complementa la generazione "2015" di Windows. Il colosso del software ha infatti deciso di abbandonare Internet Explorer e integrare come navigatore predefinito l'inedito Microsoft Edge (nome in codice: Project Spartan). L'interfaccia moderna e le nuove funzioni sono gli aspetti evidenti, ma le differenze più significative si trovano nel "motore" alla base del programma
Nota: questo articolo fa parte de "La Grande Guida a Windows 10".
interfaccia grafica
Il nuovo browser stacca nettamente con il passato, tanto nella tecnologia di base, quanto nell'interfaccia grafica a contatto con l'utente.
Non che Internet Explorer 11 -la versione più recente per Windows 8.1- abbia un look datato, ma Microsoft ha qui ulteriormente ammodernato il design. Mentre IE 11 ha tutte le caratteristiche grafiche distintive di un programma per desktop, il successore si propone con i tratti distintivi delle Windows app di nuova generazione: completamente monocromatico, senza profondità e con una cornice pressoché inesistente, l'unico aspetto che stona un po' è la dimensione eccessiva delle icone, che porta ad una Barra degli strumenti un pochino più alta di quanto avremmo voluto.
D'altro canto, non si sarebbe potuto fare altrimenti senza compromettere drasticamente la comodità d'uso tramite tocco: considerato che Microsoft Edge soppianta anche la versione touch di Internet Explorer, i designer hanno scelto una situazione di compromesso grazie alla quale Windows 10 è dotato di un unico programma ottimizzato sia per mouse e tastiera, sia per le dita.
Il refresh dell'interfaccia trae ispirazione dal concorrente più in voga del momento, ovvero quello stesso Google Chrome che, secondo alcune rilevazioni, domina il mercato. Le schede in alto, nella barra del titolo, ma anche il posizionamento del comando per raggiungere le opzioni, la barra di scorrimento verticale poco evidente, la Barra degli indirizzi interna ad ogni scheda o il fatto che, premendo Alt
sulla tastiera, non compaia più la vetusta Barra dei menu sono tutti elementi ben riconoscibili da chi usa Chrome quotidianamente. Sono scelte vincenti, bene inteso, quindi plauso a Microsoft per averle riconosciute ed integrate nel proprio prodotto.
Meno convincente è la decisione di proporre le opzioni in una stretta, lunghissima colonna sulla destra. Sì, una finestra di dialogo classica (modale) avrebbe stonato con il contesto super-moderno, ma avremmo preferito che i setting venissero proposti all'interno di una pagina regolare, come già visto su Google Chrome
Impossibile non citare poi la nuova icona del programma
Studiata per richiamare il familiare disegno di Internet Explorer ("il simbolo per andare su Internet" fra l'utenza meno tecnica) pur allineandosi all'impostazione grafica moderna e senza fronzoli, si tratta di una "e" in corsivo piuttosto stilizzata
Cortana, lettura ed altre funzioni
Microsoft Edge cerca di rendersi più interessante anche tramite una serie di nuove funzioni.
La più pubblicizzata è la capacità di scarabocchiare a mano libera sulle pagine web, aggiungere note oppure ottenere dei ritagli, per poi salvare il risultato fra i Preferiti, archiviarlo con OneNote o condividerlo tramite social, email, ecc..
Può risultare interessante per il pubblico professionale su Surface o altri tablet dotati di touchscreen e penna, ma scarabocchiare con il mouse in ambiente desktop/notebook è talmente scomodo da risultare pressoché impossibile. Permangono poi forti dubbi circa la reale utilità di una caratteristica del genere in ambito home o l'interesse che possa concretamente generare nel grande pubblico una volta terminato il fattore "novità".
C'è poi l'integrazione con l'assistente virtuale Cortana. Appoggiandosi a Bing, Microsoft Edge e Cortana rispondono direttamente a domande semplici, quali l'andamento di un titolo in borsa o la situazione meteo. Il risultato viene mostrato nella Barra degli indirizzi. Selezionando una parola, è poi possibile chiederne la definizione a Cortana, mentre il supporto proattivo mostra, tramite barra laterale, le informazioni-chiave (orari d'apertura, recapiti telefonici, mappa) mentre si visita il sito di un esercente.
Si prosegue con due funzioni dedicate a chi legge molto. Con Visualizzazione lettura (icona del libro nella barra in alto) il browser nasconde tutti gli elementi di contorno della pagina, lasciando solo l'articolo principale
Perché questa funzione sia efficace è indispensabile che il browser gestisca correttamente anche gli articoli suddivisi su più pagine, aggregandoli automaticamente in un unico, lunghissimo testo. In questo, il browser Microsoft spesso eccelle rendendo la funzione davvero piacevole da usare.
L'altra caratteristica apprezzabile dai lettori accaniti è Elenco di lettura. Ogni volta che incontra qualcosa di interessante, l'utente può aggiungerlo (Stella -> Elenco di lettura
) alla propria lista...
... che sarà successivamente consultabile tramite l'icona adiacente, anche off-line. L'esecuzione è certamente buona, ma si scontra con un forte limite: tale lista è raggiungibile solo con Windows 10 e Windows 10 Mobile, ma non con i più popolari apparecchi Android o iOS. Con una soluzione terza come Pocket, al contrario, è sufficiente installare l'app dedicata ed eseguire login per accedere alla propria lista di lettura da pressoché qualsiasi piattaforma in circolazione.
Con una mossa che un po' stona con la filosofia generale di abbandonare le vecchie tecnologie (v. seguito) il player per Adobe Flash è ora integrato, così come il visualizzatore di documenti PDF.
Molto interessante è il supporto ad Asm.js, una sistema ideato da Mozilla che consente di eseguire all'interno del browser programmi scritti in C e C++, ottenendo performance nettamente più elevate di quanto sia possibile con il Javascript tradizionale. I primi a trarne beneficio sono i videogiochi, ora godibili direttamente all'interno del browser web senza plugin o altro
Una lista di giochi e demo per provare Asm.js è disponibile qui (funzionano anche con le versioni recenti di Chrome o Firefox).
Rimanendo in ambito di nuovissime tecnologie, Microsoft Edge supporta anche Web RTC, la specifica per la videochiamata da browser senza plugin.
Non appena si apre una nuova scheda, invece, si viene accolti da schermata con un grande campo per la ricerca su web con Bing o l'immissione di URL, subito sotto il quale troviamo collegamenti grafici ai siti più popolari, suggerimenti da Windows Store, previsioni meteo ed un pressoché infinito numero di news
Per quanto riguarda le novità minori ma degne di nota, non si può tralasciare l'indicatore sulle tab che riproducono audio. Anch'esso già visto su Chrome, è comodissimo per identificare e chiudere rapidamente le schede che "suonano" in momenti inappropriati.
Da notare, inoltre, che su Windows 10 a 64 bit, Microsoft Edge è un programma nativo a 64 bit. In precedenza, l'eseguibile principale di Internet Explorer era comunque a 32 bit indipendentemente dall'architettura del sistema operativo.
Addio "Trident", benvenuto "Edge"
Ma le novità "cosmetiche" e funzionali sono solo una piccola parte della storia di Microsoft Edge. Ben più significativa è la sostituzione del motore di rendering, ovvero la tecnologia che sta alla base e si occupa di mostrare concretamente i contenuti delle pagine.
Google Chrome impiega Blink, Firefox ha Gecko, Safari è motorizzato da WebKit, Opera ha lavorato per anni in accoppiata a Presto!. Il nuovo navigatore di Microsoft è sospinto invece da EdgeHTML (anche noto solamente come Edge). Non si tratta propriamente di un motore ricreato da zero (non sarebbe stato economicamente vantaggioso buttare i copiosi investimenti sostenuti fin qui) ma, piuttosto, di una profonda rivisitazione di quello stesso Trident (chiamato anche MSHTML) che ha accompagnato Internet Explorer per tutta la sua venerabile carriera (giunta ora al termine). Le differenze, assicura Microsoft, sono tali da rendere Edge (il motore) più simile ad un nuovo prodotto che non ad una nuova versione del predecessore. Probabilmente, la scelta è giustificabile.
Il team di sviluppo si è disfatto di una lunga lista di caratteristiche ormai considerate un retaggio del passato, conservate fino ad oggi unicamente per motivi di retrocompatibilità con i vecchi siti "ottimizzati per Internet Explorer". Questo ha consentito di rimuovere 220.000 righe di vecchio codice
I Grandi esclusi: ActiveX, VBScript, BHO e tutti gli altri
Si parte con l'attesissima rimozione del supporto ad ActiveX, ovvero quella tecnologia (risalente al 1996) che consentiva di eseguire programmi appositamente realizzati all'interno delle pagine web, ma ormai soppiantata da Javascript e HTML5. Lo stesso dicasi di VBScript, l'alternativa proprietaria -modellata su Visual Basic- uscita sconfitta dallo scontro con Javascript.
Aboliti anche i "document mode", ovvero l'interpretazione di appositi tag tramite i quali gli sviluppatori web potevano forzare IE ad emulare una versione precedente del motore di rendering a scopo di compatibilità.
Le toolbar aggiuntive non sono più supportate (e non se ne sentirà la mancanza), così come i Browser Helper Objects (più comunemente detti "plugin"): niente più Java nel browser, quindi, né download manager (più o meno desiderati), né Silverlight: tale decisione è, probabilmente, l'ultimo chiodo nella bara di quest'ultimo.
Fuori Vector Markup Language (VML), formato grafico del 1998 ampiamente soppiantato da Scalable Vector Graphics (SVG).
Altro da dimenticare: i metodi non-standard attachEvent / removeEvent, soppiantati dai corrispettivi standardizzati addEventListener/ removeEventListener, la proprietà currentStyle (lo standard è getComputedStyle), i filtri e le transizioni DirectX (effetti analoghi sono ottenibili con CSS3 e SVG) e i commenti condizionali tramite i quali includere in pagina istruzioni da eseguirsi solo su determinate versioni di Internet Explorer.
Vanno in soffitta molte altre caratteristiche peculiari del browser precedente, frale quali ricordiamo gli Acceleratori (integrazione di ricerche e traduzioni in pagina tramite servizi web esterni) e i Webslice (sfortunata alternativa ai feed RSS per monitorare le novità dei siti).
Rimangono invece supportati gli attuali comandi sperimentali con prefisso ms-
, ma non ne saranno introdotti ulteriori. D'ora in avanti, le funzionalità in fase di sviluppo, ma non ancora pronte per il lancio ufficiale, saranno attivabili dal pannello about:flags
Quali benefici?
Il processo di svecchiamento infrastrutturale ha svariate ripercussioni. Innanzitutto, l'abbandono di ActiveX implica un importante incremento della sicurezza (molte falle di IE erano imputabili proprio a questo componente).
Il mancato supporto alle toolbar e a BHO renderà poi inefficaci molti componenti aggiuntivi indesiderati oggi in circolazione.
C'è poi un risvolto cruciale sullo sviluppo futuro: non dovendo più preoccuparsi di mantenere funzionanti vecchie parti di codice, i programmatori Microsoft sono liberi di concentrarsi sulle funzionalità importanti per il web odierno, migliorando l'aderenza agli standard ed il supporto alle più recenti specifiche CSS, HTML5 e Javascript.
Durante le prove, non ci sono state penalizzazioni in termini di compatibilità con i siti Internet odierni: tutto funziona regolarmente, come con qualsiasi altro browser.
Per la sicurezza
Microsoft Edge è intrinsecamente più sicuro di Internet Explorer grazie all'abbandono delle vecchie tecnologie, ma ci sono anche altre novità specifiche.
- Windows app: trattandosi di una app di nuova generazione, Microsoft Edge gira all'interno di una sandbox con privilegi particolarmente ridotti. In caso di attacco, l'aggressore non è in grado di compromettere l'intero sistema operativo senza prima aver individuato un'ulteriore falla tramite la quale uscire dalla sandbox ed ottenere privilegi più elevati
- HSTS (HTTP Strict Transport Security): Microsoft Edge interpreta correttamente l'intestazione HSTS inviata da alcuni siti che utilizzino il protocollo HTTPS (fra cui il nostro), forzando -in modo invisibile- alla modalità sicura ogni tentativo di connessione dopo il primo
- Content Security Policy: l'header che consente di prevenire attacchi XSS (Cross-site Scripting) è ora supportato senza prefissi proprietari
- 64 bit ASLR: se eseguito sotto Windows 10 a 64 bit, Microsoft Edge è un programma nativo a 64 bit. Questo consente di trarre vantaggio del più ampio numero di locazioni di memoria disponibili aumentando l'efficacia di ASLR (Address Space Layout Randomization)
- MemGC: il nuovo browser è stato sviluppato sfruttando un gestore della memoria che si occupa di liberare automaticamente le locazioni non più in uso, sgravando gli sviluppatori da questo delicato onere
- CFG (Control Flow Guard): Microsoft Edge viene compilato con un'opzione di Visual Studio che inserisce controlli aggiuntivi sull'indirizzo di ritorno delle funzioni, bloccando l'esecuzione in caso venissero rilevati tentativi illegali di accesso alla memoria
Estensioni: sì, ma non subito
Microsoft sta lavorando per far sì che Edge sia dotato del supporto alle estensioni e, nello specifico, che gli sviluppatori terzi possano di adattare quanto già realizzato per Chrome o Firefox senza troppi sforzi. Questo non significa che "Edge potrà utilizzare le estensioni dei concorrenti", ma, piuttosto, che sarà relativamente semplice per i programmatori rendere compatibili i propri lavori.
Variazioni al codice sono comunque indispensabili, così come un'opportuna pacchettizzazione del tutto. In altre parole: non si pensi di poter prendere un'estensione per Chrome o Firefox e poterla utilizzare direttamente in Edge perché non sarà così.
Rimane da vedere se gli sviluppatori appassionati -vero elemento trainante in questo ambito- si dimostreranno interessati a investire ulteriore tempo sul nuovo progetto, con tutte le complicazioni in termini di supporto e manutenzione che questo implica.
Ad ogni modo: Microsoft ha chiarito che la versione iniziale di Edge è sprovvista del supporto alle estensioni. La caratteristica arriverà successivamente (sul finire del 2015, presumibilmente) e sarà veicolata tramite un aggiornamento per il programma.
Cosa manca?
Nonostante i tanti passi avanti, Microsoft Edge deficita ancora di alcune funzioni molto specifiche viste sui concorrenti:
-
VP8, WebM e Theora: Microsoft Edge supporta il tag
<video>
di HTML5 unicamente in abbinata al codec H.264. Sebbene questo sia ormai lo standard de facto, eventuali filmati in altri formati non vengono riprodotti - Pointer Lock: la possibilità di catturare il cursore del mouse all'interno della pagina (fondamentale per il gaming) sarà veicolata in un secondo momento
- Schede bloccate: al momento non è previsto di fare "pin" di una tab, per ridurla ad icona e mantenerla sempre visibile
Internet Explorer resterà a disposizione
Microsoft Edge è il browser predefinito di Windows 10, ma Internet Explorer 11 è ancora a disposizione tramite il menu Start per tutte quelle circostanze in cui la necessità di avere un programma perfettamente retrocompatibile sia prioritaria rispetto a quella di impiegare un browser moderno. Questo scenario è rarissimo in ambito domestico, ma, per il pubblico enterprise dipendente da web application obsolete ma ancora impiegate in produzione, avrebbe costituito uno sbarramento critico nella migrazione al nuovo sistema operativo.
Internet Explorer 11 -qui sostanzialmente immutato rispetto a quanto già visto su Windows 8.1- continuerà ad essere supportato e "patchato" tramite Windows Update come sempre, ma si tratterà di correzioni finalizzate a risolvere malfunzionamenti, problemi di sicurezza o migliorare l'operatività in ambito aziendale. Tutta l'attenzione per l'evoluzione della piattaforma ed il miglioramento generale resterà infatti concentrata su Microsoft Edge.
In esclusiva per Windows 10
Microsoft Edge è un esclusiva per Windows 10 e non verrà rilasciato per le versioni precedenti del sistema operativo. Poco male, comunque, considerando che l'intero prodotto è disponibile come aggiornamento gratuito.
Sarà un successo?
Microsoft Edge ha molte carte in regola per giocarsela testa a testa con i concorrenti diretti. La presenza "di default" su ogni copia di Windows in circolazione garantirà al software una visibilità enorme ed il vantaggio di essere valutato "per primo" (e ultimo?).
Al momento è difficile aspettarsi un successo tale da ritornare ai tempi in cui Microsoft aveva l'egemonia pressoché totale. I concorrenti hanno guadagnato quote capitalizzando sull'insoddisfazione diffusa ai tempi di Internet Explorer 6/7/8. Oggi lo scenario è ben diverso e difficilmente qualcuno già legatosi a Chrome avvertirà la necessità di spostarsi su Microsoft Edge. Il nuovo browser potrà, al massimo, prevenire ulteriori emorragie di utenza... ma, anche così fosse, l'aumento di connessioni da smartphone potrebbe rendere la cosa molto meno rilevante di quanto lo sarebbe stata una volta.
Certo, la presenza di Microsoft Edge anche su Windows 10 Mobile rafforza le capacità in ambito web della piattaforma, ma se l'azienda spera che questo possa costituire un fattore di differenziazione significativo rispetto ad Android e iOS farebbe meglio a rivedere i propri piani.