Nei suoi racconti Erodoto narra che “…in quel momento, per combinazione, arrivò da Susa, inviato tramite Istieo, il messaggero con i segni tatuati sul capo i quali avvertivano Aristagora di ribellarsi al re. Istieo, dovendo comunicare ad Aristagora l’ordine di insorgere, non disponendo di un sistema di comunicazione sicuro poiché le strade erano costantemente vigilate, fece radere il capo ad uno dei servi più fidati e vi tatuò i segni convenuti. Una volta ricresciuti i capelli il servo venne inviato a Mileto con l’incarico di farsi rapare nuovamente il capo: in tal modo Aristagora poteva leggere i segni che davano il via alla ribellione".

Quello descritto è il primo esempio storicamente comprovato di Steganografia, termine che deriva dal greco e si compone in due distinte parti: στεγανός coperto e γραφία scrittura.

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Abbiamo tantissimi esempi di steganografia, l’inchiostro simpatico utilizzato dai bambini oppure la tecnologia dei microdot introdotta durante il secondo conflitto mondiale. La tecnica in oggetto consente di ridurre le dimensioni di una fotografia ad una punta di spillo da poter incollare sul testo stampato in corrispondenza di qualsivoglia segno d’interpunzione. Ritrovare tale segno, per chi non  conosce l’esatta ubicazione, è impresa ardua. La steganografia però ha il limite di occultare un messaggio senza alterarne il contenuto, quindi, se il medesimo viene scoperto, si può leggerne tranquillamente la sostanza. Ecco perché nasce e si sviluppa la crittografia: il fine ultimo di questa scienza consiste nel rendere inintelligibile il messaggio, eccezion fatta per scrivente e destinatario.

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Il modo migliore per capire a fondo la crittografia è studiare e comprendere i vari metodi di cifratura, partendo dal concetto che, il sistema più idoneo volto a tenere segreto un messaggio, consiste nel nasconderlo oppure alterarlo.

Per meglio addentrarci in questa affascinante materia, torniamo ancora una volta indietro nel tempo, agli antichi greci: questo popolo rivelò grandissimo ingegno per quanto riguarda la steganografia, ed altrettanto brillò in campo crittografico. Lo storico Tucidide, nei resoconti de “Guerra del Peloponneso”, narra di come gli spartani avessero inventato un sistema divenuto famoso col nome di “Scitala”.

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La Scitala ricorre ad un bastone intorno al quale viene avvolta una striscia di stoffa, si ottiene in tal modo una superficie cilindrica sulla quale scrivere una lettera per ogni lembo della striscia medesima. Se la si svolge dal bastone il messaggio in essa trascritto risulterà praticamente indecifrabile e potrà essere correttamente interpretato solamente dal destinatario a condizione che possegga un bastone col diametro uguale a quello di chi ha inviato il messaggio.

I sistemi crittografici o steganografici possono essere applicati singolarmente come nei casi citati, oppure combinati insieme al fine di raggiungere un livello di sicurezza ancora maggiore. Lo scrittore americano  Edgard Allan Poe sfruttò appieno la grande segretezza offerta da tale combinazione per imbastire la trama di uno dei suoi romanzi di maggior successo: “Lo scarabeo d’oro”.

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Nel romanzo, Poe riporta un messaggio cifrato con la tecnica della sostituzione dove ad ogni simbolo corrisponde una lettera dell’alfabeto inglese. Tale tecnica si è sviluppata notevolmente nel corso dei secoli per venire in seguito abbandonata dopo la scoperta di un metodo particolarmente efficace in grado di compiere la decifrazione dei simboli. Vedremo anche questo negli articoli successivi.