Fra il 2008 e il 2009, l'industria tecnologica stava vivendo in pieno la transizione fra il computer tradizionale ed i dispositivi mobili che, oggi, vanno per la maggiore fra il grande pubblico. Sebbene la rivoluzione iniziata da iPhone fosse già in atto, il mercato dei tablet non sarebbe esploso fino all'anno successivo con il debutto di iPad. Nel frattempo, Android si mostrava solo in una versione 1.x ancora molto acerba e dalla diffusione irrilevante. Di conseguenza, l'interesse dei consumatori per i computer in senso stretto rimaneva elevato, soprattutto grazie al formato dei piccoli "netbook" super-economici. Microsoft, dal canto proprio, si trovava ad affrontare una situazione difficile proprio in ambito PC, ovvero il campo di battaglia dove la software house rimane ancora leader incontrastata: nonostante fossero trascorsi quasi tre anni dalla disponibilità pubblica di Windows Vista, moltissimi utenti avevano scelto di rimanere legati alla generazione precedente, in un'atmosfera di incertezza e scarsa fiducia nel marchio "Windows" che stava penalizzando le vendite. È in questo contesto che, fra luglio e ottobre 2009, Microsoft rilasciò la versione finale di Windows 7. Un sistema operativo caricato di un fardello davvero pesante: riabilitare Windows da un flop di dimensioni epocali chiamato Windows Vista.

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 desktop

Nota: questo articolo fa parte de "La storia completa di Windows".

L'eredità di Windows Vista

Indipendentemente da come si giudichi il predecessore di Windows 7, vi è un punto sul quale sostenitori e detrattori si trovano concordi: Windows Vista è stato un colossale fiasco mediatico. Vuoi per qualche problema iniziale di troppo (molti dei quali causati da driver di terze parti non pienamente ottimizzati, ma questo poco importa), vuoi per la tendenza consolidata di Microsoft a sottovalutare il tam-tam della rete senza rispondere con campagne di comunicazione realmente efficaci sotto il profilo tecnico, Windows Vista fu bollato in maniera indelebile come un sistema operativo qualitativamente inferiore al predecessore già pochi mesi dopo il rilascio. Analizzare se il fenomeno sia attribuibile ad una reale inadeguatezza oppure generatosi in seguito ad una serie di opinioni affrettate ed accodate alla voce della maggioranza è superfluo: Windows Vista fu percepito in modo talmente negativo dalla massa che nulla avrebbe potuto cambiare l'opinione del grande pubblico al riguardo.

Microsoft ci provò tramite una serie di aggiornamenti successivi e due Service Pack, ma la verità è che i giochi erano ormai fatti e l'immagine del prodotto fortemente compromessa. Spettava quindi ad un sistema operativo strettamente basato sullo stesso codice (ma con una freschezza di immagine tutta nuova) spingere nuovamente le vendite di Windows. Il cavaliere senza macchia fu battezzato, appunto, "Windows 7".

storia Windows, anno 2009: Windows 7

Nome in codice: Blackcomb, Vienna, Seven, 7

"Windows 7" fu il nome scelto per il successore di Windows Vista. Un nome a cui si si arrivò dopo aver passato in rassegna una lista di appellativi particolarmente lunga. Attorno al 2003, immediatamente dopo il lancio di Windows XP e contestualmente alle prime indiscrezioni circa il progetto Longhorn (concretizzatosi poi in Windows Vista), il prodotto era noto con il nome in codice di Blackcomb.

In seguito, qualcuno segnalava questo software con il nome Vienna. In una terza fase, si iniziò a chiamarlo Windows Seven, con il numero espresso con la corrispondente parola inglese (una scrittura impropria che, però, perdurò dentro e fuori la rete per molti anni).

Infine, si arrivò al nome in codice definitivo: Windows 7. Tale appellativo avrebbe dovuto rimanere per tutta la fase di sviluppo, salvo poi essere modificato con il nome commerciale poco prima della disponibilità pubblica. Così non fu: con un (inatteso) comunicato ufficiale, Microsoft annunciò la volontà di mantenere "Windows 7" in modo definitivo.

storia Windows, anno 2009: Windows 7

Cosa significa "Windows 7"?

Nelle intenzioni di Microsoft, il nome doveva riflettere il fatto che Windows 7 è la "settima" versione di Windows.

Si tratta però di un'affermazione che proprio non regge: Windows 1.x, Windows 2.x, Windows 3.x, Windows NT 3.x, Windows 95, Windows NT 4.x, Windows 98, Windows Me, Windows 2000, Windows XP, Windows Vista. Anche tralasciando le varie versioni intermedie (quali Windows 98 Second Edition) e tutte le edizioni server, Windows 7 sarebbe almeno la dodicesima revisione del sistema operativo a finestre.

Microsoft tentò di chiarire la situazione con un post ufficiale, nel quale illustrava come era arrivata a sostenere la propria tesi: dopo Windows 1.x e Windows 2.x, la logica dell'azienda accorpa Windows 3.x e Windows NT nello stesso ramo "3.x", Windows 95/98/98SE/ME come "4.x", Windows 2000 e Windows XP come "5.x", Windows Vista è indicato come "6.0", e quindi Windows 7 come settima versione.

Ad ogni modo: da qui in poi la numerazione è ripartita... quasi: dopo Windows 7 sono giunti Windows 8, Windows 8.1 e... Windows 10: che fine ha fatto "Windows 9"?

Quale versione?

La confusione creatasi attorno al nome è solo parte di una storia più ampia. Il progressivo interno rimase 6.1 (Windows Vista era 6.0), scelto per prevenire le incompatibilità che sarebbero emerse con i programmi che verificano esplicitamente il numero di versione del sistema operativo - una prassi comune per l'epoca ma oggi sempre meno diffusa.

storia Windows, anno 2009: Windows 7

Quindi: un sistema operativo che sostiene di essere la settima versione di Windows senza una logica particolarmente ferrea, ma che allo stesso tempo riporta come versione "6.1". Non fa una piega..

Una nuova strategia di comunicazione

Microsoft fece tesoro degli errori di marketing commessi con Windows Vista. Innanzitutto, onde evitare un continuo rincorrersi di annunci inerenti l'abbandono di funzionalità attesissime, il gruppo rilasciò informazioni in modo molto più graduale. In seconda battuta, molte versioni preliminari furono rese disponibili agli appassionati in modo ufficiale, coinvolgendo direttamente il pubblico nella fase di testing e raccogliendo prezioso feedback diretto dagli utilizzatori. La pratica sarebbe stata portata all'estremo molti anni dopo, con il programma Windows Insider di Windows 10 e le build rilasciate settimanalmente, ma fu Windows 7 a fare da apripista, staccando drasticamente con il modello chiuso del passato.

Rivoluzione o evoluzione?

Ma quale fu la portata delle novità introdotte? Microsoft sostenne che Windows 7 doveva essere considerata una major release. Allo stesso tempo, però, chiarì che non vi erano variazioni significative a livello di nucleo centrale (kernel) o di formato dei driver rispetto a quanto presentato da Windows Vista. Quindi...? Fu una "major" oppure una "minor"? Un po' entrambe, probabilmente.

Windows 7 propose sicuramente alcune novità interessanti, indubbiamente superiori a quelle veicolate dalla maggior parte dei Service Pack precedenti. D'altronde, una definizione di "major release" dovrebbe prevedere innovazioni sostanziali rispetto al passato, anche a discapito della compatibilità. Circostanza della quale non v'è traccia in Windows 7.

A conti fatti, sono convinto che la differenza fra Windows Vista e Windows 7 sia stata la stessa che intercorse, anni prima, fra Windows 2000 e Windows XP: evoluzione senza dubbio, ma proposta sottoforma di ottimizzazioni e perfezionamenti ad ampio raggio, spalleggiati da un forte "push" a livello marketing.

32 e 64 bit

Inizialmente, Windows 7 avrebbe dovuto essere l'ultima versione di Windows distribuita sia in versione a 32, sia a 64 bit: le generazioni future, si proclamava, sarebbero state solamente a 64 bit.

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 sistema

Così non è stato: Windows 7, in abbinata alla necessità di gestire al meglio i 4 GB di RAM che erano ormai la nuova "quantità raccomandata" su PC e notebook, proclamò come "principale" la compilazione a 64 bit, da utilizzarsi nella maggior parte dei casi, relegando quella a 32 bit a scelta di backup per situazioni specifiche (invertendo i ruoli rispetto alle generazioni precedenti). Ma la mancanza del supporto ai 64 bit dei processori Intel Atom impiegati sui netbook prima e sui tablet Windows poi fece deragliare i piani di abbandonare completamente l'architettura più vecchia. Windows 8 continuò a proporsi sia in versione 32 bit, sia in quella 64 bit, così come accadde nel 2015 con Windows 10.

Parallelamente, però, Windows Server 2008 R2 debuttò solo in compilazione a 64 bit: la controparte server di Windows 7 è stata quindi la prima ad abbandonare completamente i 32 bit.

Le edizioni

Con Windows Vista, il team commerciale di Microsoft aveva dato il peggio di sé ideando una lunga lista di edizioni differenti. Come se non fosse sufficiente la difficoltà intrinseca nello scegliere, le designazioni "Home" avevano funzionalità in più rispetto a quelle professionali (più costose). Windows 7 corresse solo parzialmente la rotta: vennero mantenute grossomodo le stesse declinazioni (Starter, Home Basic, Home Premium, Professional, Ultimate, Enterprise), ma il pubblico poteva contare sul fatto che ogni ogni edizione comprendeva tutte le funzionalità di quelle gerarchicamente inferiori. Inoltre, il colosso concentrò più chiaramente l'attenzione su Home Premium e Professional, lasciando le altre in ombra.

storia Windows, anno 2009: Windows 7

Ciò nonostante, Windows 7 Starter raggiunse molti netbook venduti anche in Italia, causando disagi agli utenti non consci delle limitazioni artificiose alle quali era soggetto: 3 applicazioni in contemporanea al massimo e blocco dello sfondo del desktop su quello di default furono fastidi percepiti chiaramente da molti (tanto che la prima fu rimossa tramite un aggiornamento qualche tempo dopo).

Insomma: la gestione delle edizioni rimase inutilmente troppo articolata anche con Windows 7. Microsoft rinsavì solo con Windows 8, limitandosi a due edizioni principali (altre furono realizzate, ma distribuite solo tramite canali specifici e con pochissimi proclami).

Upgrade da versioni precedenti

Anche questa incarnazione di Windows consentiva di aggiornare i computer dotati di versioni precedenti. Per quelli governati da Windows Vista era previsto l'upgrade "diretto", tale da mantenere dati e applicazioni dell'utente, mentre per quelli con Windows XP era necessario formattare.

La nuova Barra delle applicazioni

La Barra delle applicazioni è una delle aree immediatamente visibili che mostra le novità più significative rispetto alle iterazioni precedenti, dettando uno stile di funzionamento che permane anche oggi. Innanzitutto, fu eliminata la Barra di avvio rapido, ovvero la serie di piccoli collegamenti per avviare rapidamente i programmi più usati che affiancava il pulsante Start sin da Windows 98. A partire da Windows 7, infatti, la Barra delle applicazioni stessa non contiene più solamente le applicazioni in esecuzione, ma anche le icone dei programmi preferiti che l'utente ha scelto di "bloccare"

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 barra applicazioni default

La Barra venne inoltre ammodernata divenendo più alta. Per impostazione predefinita, non venivano poi più mostrati lunghi rettangoli con il titolo della finestra come avveniva in passato, ma semplicemente l'icona distintiva del programma. Gli interessati potevano comunque ripristinare il comportamento precedente agendo sulle opzioni.

Per la prima volta, gli utenti Windows furono costretti ad imparare a distinguere sulla Barra i programmi in esecuzione da quelli disponibili per l'apertura. L'esecuzione di Microsoft, in questo, non facilitò il compito: l'elemento di differenziazione era infatti un mero bordo vitreo presente unicamente sui programmi aperti. Una distinzione poco evidente che creò, inizialmente, un po' di confusione. Fortunatamente, la maggiore usabilità generale finì per rendere assolutamente vincente questa scelta.

Un'altra novità rilevante e inedita fino a quel momento fu la possibilità di riordinare le icone a piacimento (a meno del pulsante Start) e di bloccarne alcune in posizioni specifiche

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 barra applicazioni sposta icone

Microsoft andò davvero in profondità con le innovazioni in quest'area. Diffusi miglioramenti alle anteprime mostrate al passaggio del mouse sulle icone, indicatori di progressione sulle stesse durante le operazioni lunghe, raggruppamento di istanze multiple e innovativi menu contestuali personalizzabili dall'applicazione stessa (Jump list) sono tutte sopravvissute fino a raggiungere anche Windows 10.

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 jump list

Ma almeno un vezzo estetico è andato perso: un algoritmo di riconoscimento cromatico faceva sì che il pulsante venisse illuminato con il colore dominante dell'icona rappresentata al passaggio del mouse. L'intenzione dichiarata era di migliorare l'usabilità, fornendo un riscontro più preciso del pulsante selezionato. La verità è che si trattava di un piacevolissimo effeto di natura estetica, oggi immolato sull'altare dell'eleganza monocromatica.

Bentornato, Aero! Ci mancherai..

Windows 7 era equipaggiato con una versione migliorata dello stesso motore Aero che aveva debuttato pochi anni prima su Windows Vista. Le finestre "di vetro" semitrasparenti caratterizzavano quindi il tema generale. Contrariamente a quanto successo ai tempi di Windows Vista, molti PC già in circolazione risultarono dotati di schede video in grado di mostrare l'effetto in tutta la sua ricercatezza

storia Windows, anno 2009: Windows 7

Il tema "base", Aero Basic, rimaneva comunque disponibile -in tutta la sua bruttezza- per i casi in cui l'hardware non fosse in grado di garantire la corretta esecuzione di Aero

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 aero basic

Aero raggiunse il culmine in Windows 7 per poi essere abbandonato: citando l'eccessivo consumo di batteria sui portatili come ragione principale, Windows 8 tornò a piatte finestre opache e bidimensionali. Windows 10 proseguì su questa strada e, sebbene alcune trasparenze minori siano state reintrodotte, il tratto "glass" (vetro) così marcato rimane un'esclusiva di Windows Vista e Windows 7.

AeroPeek, AeroSnap, AeroShake

Almeno tre peculiari funzioni per l'organizzazione delle finestre debuttarono su Windows 7.

All'estremo destro della Barra delle applicazioni venne inserito un piccolo rettangolo semitrasparente verticale: passando con il mouse su tale elemento, tutte le finestre divenivano immediatamente trasparenti, consentendo all'utente di sbirciare sul desktop sottostante - la funzione prendeva il nome di AeroPeek ed è ancora presente in Windows 10, nonostante il livello di utilità concreto resti pressoché nullo

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 aeropeek

A partire da Windows 7 divenne poi possibile massimizzare una finestra trascinandola sul bordo superiore del monitor. Al contrario, spostandola da massimizzata, veniva riportata alle dimensioni originali. Un'altra azione interessante era quella legata al ridimensionamento verticale delle finestre: raggiungendo l'estremo superiore o inferiore con il cursore durante tale operazione, il sistema operativo proponeva di massimizzare la finestra in verticale, mantenendo però inalterata la larghezza. Similmente, trascinando una finestra su uno dei due lati del monitor, questa si ridimensionava fino ad occupare il 50% dell'area visibile. La caratteristica, chiamata AeroSnap, fu ripresa e potenziata in Windows 10 con un miglior supporto alle postazioni multi-monitor e tramite Snap Assist.

Un'altra "mossa" presentata da Windows 7 è nota come AeroShake. "Agitando" la finestra in primo piano mediante il mouse (ovvero, muovendola rapidamente su e giù oppure a destra e a sinistra) tutte le altre applicazioni aperte venivano ridotte ad icona. Ripetendo l'operazione, si ripristinava la situazione precedente. AeroShake è ancora presente ed attivo di default su Windows 10, ma è conosciuto da pochi e scarsamente pubblicizzato.

Modifica temporizzata degli sfondi

Oggi è prassi comune modificare automaticamente lo sfondo del desktop trascorso un determinato lasso di tempo, ma la caratteristica arrivò in dote ai sistemi operativi Microsoft solo a partire da Windows 7.

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 scelta sfondo

La pratica era diffusa fra gli appassionati anche sulle iterazioni precedenti, ma l'integrazione nativa a livello di sistema operativo spazzò via le tante utility (spesso qualitativamente discutibili) alle quali ci si affidava fino a quel momento.

La funzione faceva parte di una più ampia rivisitazione delle opzioni per personalizzare il sistema operativo tramite i Temi, ovvero raccolte di sfondi, colore delle finestre, suoni e salvaschermo

storia Windows, anno 2009: Windows 7

Organizzazione file: le Raccolte

Windows 7 introdusse una nuova funzione a livello di gestione dei file: le Raccolte. Una Raccolta altro non era se non una "vista" capace di raggruppare in un unico punto molteplici file e cartelle attinenti sparse per il disco fisso. Di default erano presenti Documenti, Immagini, Musica e Video, ma l'utente era libero di creare le proprie

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 raccolte

Questi oggetti sono ancora presenti sulle versioni correnti di Windows, ma davvero pochi utenti appassionati le utilizzano a dovere: il grande pubblico, piuttosto, si limita ad impiegarle aggregando.... una singola cartella, rendendo del tutto superflo lo strumento.

Programmi a corredo

Fino alla generazione 2009 del sistema operativo Microsoft, lo sviluppatore era solito farcire Windows di software addizionale integrato, senza concedere all'utente un metodo pulito e supportato di rimuoverlo. Programmi qualitativamente inferiori alle alternative open source scaricabili gratuitamente che, puntualmente, finivano per non essere più aggiornati e stagnare nella propria mediocrità. Su Windows 7, invece, non v'è traccia di Outlook Express, Windows Mail, Windows Photo Gallery e Windows Movie Maker. Gli interessati, piuttosto, erano chiamati ad installarli manualmente tramite un pacchetto a parte chiamato Windows Live Essentials (utilizzato per veicolare anche l'allora popolarissimo Windows Live Messenger).

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - Windows Essentials 2012

È interessante rapportare questo approccio a quanto visto in Windows 10, il cui corredo è costituito per lo più da app in stile moderno, capaci di auto-aggiornarsi tramite Windows Store ma facilmente eliminabili da chi non fosse interessato.

Le applicazioni in dote sopravvissute furono oggetto di un piccolo restyle: due classici come WordPad e Paint furono dotati del "nastro" (ribbon) distintivo di Office 2007, anticipando la trasformazione che avrebbe interessato anche Windows Explorer in Windows 8. Allo stesso tempo, Blocco note rimase congelato allo stesso look che ha avuto sin da Windows 3.1, creando una marcata disomogeneità.

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 wordpad paint blocco note

Sensori e multitouch

Windows fu attrezzato, da questa generazione, con alcune caratteristiche cruciali per affrontare la sfida "mobile" che sarebbe divenuta il campo di battaglia negli anni a venire (e il leitmotif di Windows 8). Supporto a basso livello per sensori (rilevamento della posizione e della luminosità ambientale) e dispositivi biometrici debuttavano qui a fianco del riconoscimento multi-touch per l'interazione tramite pressione dello schermo con le dita. L'hardware compatibile realmente convince non fece seguito se non in concomitanza a Windows 8, ma le basi tecnologiche vennero gettate nel 2009.

Supporto alle immagini ISO

Terribilmente in ritardo rispetto alle necessità degli utenti, Windows 7 fornì di serie la funzione per masterizzare immagini ISO senza ricorrere ad utility di terze parti. Sarebbe stato però necessario attendere Windows 8 per la capacità di "montare" detti file come fossero dischi inseriti in un lettore CD/DVD.

Dispositivi e stampanti

Windows 7 fu dotato di Dispositivi e stampanti, di fatto una versione rivista del celebre Gestione periferiche. Contrariamente al vecchio modulo, Dispositivi e stampanti mostrava solamente i dispositivi di input/output principali: come si vede dall'immagine, mancano tutte le periferiche interne, quali scheda video, scheda di rete, scheda audio e via dicendo, impostazione che lo rendeva certamente più affrontabile da parte del grande pubblico

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 Dispositivi e stampanti

Grazie al legame con Windows Update, Dispositivi e stampanti era in grado di recuperare informazioni sull'hardware collegato, mostrando, ad esempio, una rappresentazione fotografica della stampante in uso al posto dell'icona generica e alcuni link ad azioni rilevanti per il modello in uso.

Controllo account utente

Controllo account utente (UAC) era risultato drasticamente indigesto agli utilizzatori di Windows Vista: dal punto di vista tecnico si trattava di un importante elemento per la sicurezza del sistema, ma la funzionalità che oscurava lo schermo e richiedeva esplicita conferma prima di concedere permessi potenzialmente rischiosi per l'integrità del PC era stata percepita solo come un'enorme scocciatura

storia Windows, anno 2009: Windows 7

L'UAC di Windows 7 fu realizzato in modo da risultare meno invasivo già per impostazione predefinita (gli eseguibili propri del sistema operativo, ad esempio, erano autorizzati automaticamente, senza richiedere conferme) e molto più personalizzabile rispetto a quanto proposto dal predecessore.

Fu chiaro fin da subito che Microsoft aveva centrato l'obbiettivo, tanto per i miglioramenti diretti al sistema, quanto grazie all'evoluzione del software di terze parti che, nel frattempo, era stato aggiornato per tener conto del meccanismo. Pur mantenendo l'impostazione predefinita, UAC si presentava praticamente solo al momento di installare nuovi programmi. Molti detrattori rimasero immobili sulle proprie posizioni critiche, ma la maggioranza l'accolse positivamente e, in breve tempo, il brusio della Rete si affievolì progressivamente fino a spegnersi del tutto.

Niente AutoPlay per le chiavette USB

Fra il 2008 e il 2009 impazzava un tipo di infezione che gli utenti PC dell'epoca ricordano sicuramente: quella delle chiavette USB. Bastava collegare una memoria esterna ad un PC infetto ed ecco che il malware si copiava sulla stessa. Da qui, sfruttando un meccanismo integrato in Windows, il virus era in grado di compromettere automaticamente qualsiasi altro computer al quale la chiavetta venisse collegata successivamente. La trappola scattava grazie all'AutoPlay, ovvero la capacità dei sistemi operativi Microsoft di eseguire automaticamente un programma non appena inserito un disco ottico o una memoria USB nel computer. Lo scopo "ufficiale" era quello di facilitare l'uso dei media esterni, evitando all'utente la scocciatura di dover raggiungere il drive da Risorse del computer ma, a posteriori, è facile capire il modo in cui gli aggressori sfruttarono con successo questo vettore d'attacco.

Windows 7 chiuse questa vulnerabilità in un modo molto semplice: disabilitando di default l'AutoPlay delle memorie USB. Certo, era ancora facile infettarsi aprendo manualmente un file infetto presente sulla memoria esterna, ma inibire l'automatismo fu sufficiente per stroncare la diffusione a macchia d'olio delle infezioni. La novità sortì l'effetto voluto e, tramite una serie di aggiornamenti distribuiti via Windows Update, fu "portata" anche su Windows XP e Windows Vista.

Gruppo Home

Realizzare una rete locale (LAN) fra più PC richiede (tutt'oggi!) un livello di competenza tecnica superiore a quello dell'utente medio. La soluzione di Microsoft al debutto su Windows 7 si chiamava Gruppo Home

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 gruppo home

Si trattava, se vogliamo, di un ritorno alla modalità di condivisione file vista in Windows 95: non era più necessario che l'utente imparasse a gestire le credenziali di accesso e i relativi permessi come da Windows 2000 in avanti, ma semplicemente accedere alle condivisioni utilizzando una password alfanumerica, che veniva creata e fornita al termine della procedura guidata stessa. La caratteristica è tutt'oggi presente, sebbene non è chiaro quanto venga realmente utilizzata dal pubblico.

Internet Explorer 8

Come ogni generazione del sistema Microsoft compresa fra Windows 95 OSR 2 e Windows 8.1 anche Windows 7 era accompagnato dalla versione più recente di Internet Explorer. All'epoca, era Internet Explorer 8

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - internet explorer 8

Oltre che per i miglioramenti alla gestione delle schede (presenti su Firefox ed Opera da molti anni, ma sbarcati sul browser Microsoft solo con IE7), su IE8 debuttarono molte altre caratteristiche di contorno: alcune hanno vissuto in un limbo di irrilevanza fino ad essere espulse da Microsoft Edge (Web Slice ed Acceleratori, ad esempio), ma molte altre si sono evolute fino ai giorni nostri: modalità InPrivate, filtro SmartScreen e strumenti di sviluppo sono stati presentati proprio dall'ottava versione di IE.

Ma questa release fu rilevante anche sotto il versante degli standard web: per la prima volta, infatti, Microsoft iniziò a promettere maggiore aderenza ai dettami del W3C (l'ente che regolamenta le tecnologie per il web di modo che siano operanti indipendentemente dal programma in uso) e, quindi, una resa di HTML e CSS più simile a quella "standard" già adottata dai concorrenti. In realtà la vera accelerata sotto questo versante arrivò solo da IE9, ma IE8 spianò la strada.

In seguito, Microsoft rese disponibili IE9, IE10 e IE11 come aggiornamenti gratuiti.

DivX, H.264, AAC, MOV

Così come Windows 10 presenta il supporto ai file MKV, Windows 7 introdusse varie novità di importanza commensurabile in ambito audio e video. La più rilevante fu il supporto nativo ai formati di compressione video DivX, XviD e H.264, quest'ultimo divenuto in seguito uno dei punti di riferimento per la distribuzione di filmati via Internet. Advanced Audio Codec (AAC) fu invece il più popolare fra gli algoritmi audio decodificabili direttamente da Windows 7.

Ciliegina sulla torta: l'inaspettata capacità di gestire nativamente il formato QuickTime di Apple (.mov), sebbene in modo un po' rudimentale e solamente su file con determinate caratteristiche.

La separazione da Flash

Il supporto nativo alla riproduzione di filmati, giochi e animazioni Flash era in dotazione al sistema operativo sin dai tempi di Windows 98. Windows 7 determinò un cambio di rotta: Flash rimaneva disponibile per il download dal sito di Adobe (come avviene tutt'oggi), ma non era più integrato di default.

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 no flash

La motivazione dietro alla scelta fu probabilmente di natura commerciale: Microsoft stava spingendo la propria tecnologia Silverlight, e, con questa mossa, sperava forse di intaccare l'enorme popolarità del concorrente diretto. Le cose non andarono secondo i piani: l'avvento di HTML5, l'evoluzione di Javascript e la forza di una piattaforma iOS senza alcun supporto ai plugin per il browser web spinse progressivamente fuori di scena entrambi i duellanti.

Ad ogni modo: questa volta, Microsoft non approfittò della propria posizione di vantaggio per integrare Silverlight direttamente in Windows al posto di Flash, optando per proporlo come "aggiornamento consigliato" tramite Windows Update: il rischio di finire nuovamente nel mirino dell'antitrust con una scelta differente sarebbe infatti stato elevatissimo.

L'ultimo canto di Windows Media Player

Windows 7 veicola quella che, a posteriori, possiamo identificare come l'ultima "major release" del tradizionale programma audio/video: Windows Media Player 12

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - Windows Media Player 12

Il focus di questa versione era tutto sul collegamento ad impianti Hi-Fi di rete (tecnologia Play To), condivisione dei contenuti nel ruolo di Media Server (anche per lo streaming tramite Internet) e integrazione con la nuova Barra delle applicazioni.

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 windows media player taskbar preview

Windows Media Player è rimasto alla versione 12 e praticamente immutato su Windows 8, per poi essere relegato a "scelta secondaria" su Windows 10.

Un nuovo Windows Media Center

Windows Media Center, programma realizzato per consentire l'uso del PC in salotto tramite telecomando, fu oggetto di un profondo restyling grafico sulla generazione 2009 di Windows

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 windows media center

Nonostante il forte attaccamento da parte di una piccola fetta di irriducibili, non decollò mai veramente. Microsoft decise di estrometterlo pochi anni dopo, proponendolo come componente addizionale a pagamento per Windows 8, per poi ufficializzarne l'abbandono parallelamente al debutto di Windows 10 (sul quale è assente). Oggi, Microsoft spinge la propria console Xbox quale dispositivo unico per videogames e Media Center.

Blu-ray, Firewire e SSD

Windows 7 introdusse il supporto nativo ai Blu-ray, formato trionfatore dello scontro fra i dischi ad alta definizione successori di DVD. Era in grado, però, solamente scrivere tale formato (in caso il PC montasse un rarissimo -per l'epoca- masterizzatore Blu-ray) oppure leggere i dischi dati: per riprodurre film in Blu-ray sul PC era necessario installare un programma/decodificatore di terze parti. Questa situazione rimane inalterata ancora oggi.

Anche l'ormai scomparso bus FireWire ottenne l'integrazione di tutto il necessario per funzionare correttamente. La pervasività del più lento USB, però, non permise mai al rivale di decollare.

I dischi a stato solido (SSD) entrarono nella lista di periferiche hardware gestite nativamente proprio con Windows 7: d'ora in poi, il sistema operativo sarà in grado di distinguerli dai vecchi dischi a piatti rotanti, disattivando la deframmentazione e attivando l'uso del comando TRIM senza bisogno di driver terzi.

Migliori prestazioni

Una delle sfide che Windows 7 si trovò a fronteggiare fu quella di operare decorosamente sui limitatissimi netbook. Windows Vista, infatti, era risultato troppo pesante per l'hardware economico di questi portatilini, spingendo i produttori a ripiegare prima su Linux (prontamente snobbato dal pubblico), quindi sul vetusto Windows XP.

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 prestazioni

Microsoft vinse la sfida limitando il consumo di RAM, rivedendo i servizi avviati automaticamente e tramite altri accorgimenti importanti, fra i quali la riorganizzazione dei componenti e delle varie chiamate alle funzioni di più basso livello nota come progetto MinWin. Il tutto, abbinato al miglioramento delle CPU a bordo dei notebook di generazione successiva, fece di Windows 7 Starter lo standard "de facto" del settore.

Compatibilità

Windows 7 mantenne lo stesso modello di driver adottato da Windows Vista. Sulla carta, le periferiche in grado di funzionare con Windows Vista avrebbero quindi dovuto continuare a funzionare anche sul suo successore utilizzando i medesimi driver. La promessa fu mantenuta e, a meno dei soliti casi sporadici rintracciabili contestualmente ad ogni upgrade, non si verificarono incompatibilità su larga scala.

Discorso analogo per i programmi applicativi: sebbene la maggior parte del software destinato a professionisti e consumatori fosse compatibile, Microsoft preferì offrire al pubblico aziendale una soluzione specifica: il programma prendeva il nome di Modalità Windows XP e si trattava di una macchina virtuale con Windows XP preattivato, liberamente scaricabile da Internet, dentro la quale eseguire i vecchi applicativi. Il "motore" era Microsoft Virtual PC, oggi abbandonato in favore di Hyper-V.

Nuove funzioni di basso livello

Sebbene le novità più eclatanti di questa generazione siano state nelle porzioni a contatto con l'utente, Windows 7 portò in dote molte funzioni di più basso livello:

  • DirectX 11 - Tassellatura ("Tasselation"), supporto GPGPU ("General-purpose computing on graphics processing units"), multi-threading migliorato
  • WDDM 1.1 - evoluzione di Windows Display Driver Model 1.0 (al debutto su Windows Vista)
  • Direct2D e DirectWrite - API sostitutive al classico GDI per la rappresentazione a video di linee, forme e testi
  • GDI Concurrency - miglior reattività nel rendering degli oggetti a schermo
  • Rimozione della copia in RAM delle finestre - minor consumo di memoria
  • Ottimizzazione nell'accesso al processore - stato di inattività a basso consumo mantenuto più a lungo

Un caso di successo

Era il 22 luglio 2009 quando Microsoft rese disponibile agli assemblatori (OEM) la versione finale (RTM) di Windows 7. PC e notebook motorizzati dal nuovo sistema operativo arrivarono poi sugli scaffali parallelamente alle confezioni in DVD il 22 ottobre dello stesso anno.

Questi alcuni volantini dell'epoca:

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - windows 7 volantino mediaworld

storia Windows, anno 2009: Windows 7 - volantino euronics windows 7

Questa generazione di Windows fu recepita generalmente in modo favorevole dai consumatori e, sul finire del 2015, è considerato da molti il "nuovo Windows XP", ovvero un prodotto ormai datato che, però, continua a detenere importanti quote di mercato: ad agosto 2015, era installato ancora su poco meno del 60% dei PC.

Larga parte del successo è da attribuirsi al rifiuto del pubblico per Windows Vista prima e per Windows 8 poi, in abbinata alla conclusione del supporto a Windows XP di luglio 2014.

Oltre al regolare ciclo mensile di update, Windows 7 ha ricevuto un Service Pack (22 febbraio 2011) e un Platform Update (26 febbraio 2013).

Microsoft ha interrotto la prima fase di supporto (mainstream support) a Windows 7 SP1 il 13 gennaio 2015. La fase di supporto esteso è terminata il 14 gennaio 2020.

A dicembre 2019, mese immediatamente antecedente alla conclusione definitiva del supporto, Windows 7 contava ancora una quota di mercato pari al 26% circa, seconda solo a Windows 10 (54%)

storia Windows, anno 2009: Windows 7

Come scaricare Windows 7

Chi avesse la necessità di scaricare Windows 7 può consultare l'articolo "Scaricare Windows 7 DVD/ISO in italiano: download diretto ufficiale" per trovare tutti i riferimenti.