Italia paese di pirati informatici? Si, ma di improvvisati

Un sondaggio di time2play.com condotto su 1.120 italiani di età compresa tra i 18 e i 33 anni rivela che il 63% degli intervistati abbia ammesso di aver visto serie tv e film in maniera illegale. Un danno per l'industria dei contenuti o forse si tratta di forme di ripiego? Vediamo assieme perchè.

Introduzione

Saranno almeno 20 anni che l'industria dei contenuti audiovisivi grida 'al lupo' in materia di pirateria. E' una propaganda incessante fatta di slogan secondo i quali le imprese del settore stanno morendo di fame a causa tua che fai lo scroccone, il tutto mentre le legittime piattaforme di streaming online si moltiplicano come i funghi, fanno record di abbonati e alzano continuamente le loro tariffe.

Ma è vero che i nostri giovani siano un manipolo di scrocconi seriali? O forse si tratta per lo più di 'pirati della domenica' che non hanno alternative, arrecando un danno maggiore a loro stessi piuttosto che ai produttori di contenuti?

Alla domanda 'Perchè lo fai?', i giovani pirati hanno dato 4 tipologie di risposte:

I rassegnati, la netta maggioranza

Il 62% delle risposte date a questa domanda è:

ciò che amo guardare non è disponibile sulle piattaforme di streaming a pagamento

Questi giovani hanno detto di non aver avuto alcuna scelta: si sono rassegnati ad usare altri modi per guardare i loro contenuti preferiti. A conti fatti quindi il 40% degli intervistati si deve beccare tutti i disagi che si celano dietro la fruizione di contenuti in maniera illegale, anche se ne farebbe volentieri a meno. Tra di loro sicuramente ci sono molti amanti degli anime giapponesi.

» Leggi: Dilaga la truffa dello streaming pirata

I Poveri, ovvero i NEET

Il 16% degli intervistati ha detto di “non poter pagare” alcuna piattaforma streaming ufficiale. Non sappiamo se sia vero o no, ma di sicuro in Italia esistono tre milioni di giovani che non studiano, non lavorano e non fanno formazione, i cosiddetti NEET. Il dato raccolto appare coerente alle aspettative.

Sono forse pirati seriali? Molto probabilmente no: non hanno nemmeno le attrezzature informatiche e le competenze per esserlo. Sono solo giovani che si improvvisano pirati per passare il tempo.

Gli esperti, una piccola minoranza

L'11% degli intervistati risponde così:

la qualità dei servizi streaming non vale il pagamento

A conti fatti, meno di 1 giovane su 10 ha capito quanto sia importante la qualità dei contenuti, sia in termini di video che di audio. Sono le persone che dispongono dell'attrezzatura giusta per godere appieno di un film o una serie tv e si accorgono di quando il gioco non vale la candela.

Gli altri, la minoranza assoluta

Il 9,6% degli intervistati ha dato altre risposte:

• "contenuti dislocati su troppe piattaforme"
• "troppi servizi streaming diversi"
• "Non guardo abbastanza film e serie tv per abbonarmi, o giustificare un abbonamento"
• "Pago tre abbonamenti ma non trovo quello che cerco"
• "Non voglio pagare se posso non farlo"
• "Voglio serie tv e film salvati in backup"

Se ci sono pirati seriali tra gli intervistati, ecco che si celano tra gli 'esperti' e in questa categoria assolutamente minoritaria. Sono quelli che hanno risposto ad un altro quesito del sondaggio dicendo che lo fanno per "andare contro le regole" e perchè la pirateria "è divertente".

Non penso che la pirateria sia 'divertente', al limite potrebbe essere 'soddisfacente', voglio sperare che i giovani abbiano altri modi per divertirsi.

Conclusioni

I giovani pirati italiani non sono assolutamente dei pirati seriali, sono per lo più persone che si improvvisano come tali, facendo per lo più errori grossolani che gli impediscono di godersi appieno i contenuti che desiderano.

Quali sono questi errori? Questo sarà l'argomento di un nuovo articolo.

E tu a quale categoria appartieni? Diccelo nei commenti.