Ha iniziato a circolare nel tardo pomeriggio di ieri la catena secondo cui in un fantomatico "domani" tutti i messaggi e le conversazioni verranno registrate con metodo CDMX (è la sigla di Città del Messico!) e tutti i social network saranno costantemente monitorati da una non meglio definita entità. Un messaggio allucinante, che ci proietta in un regime di polizia da film. Eppure, in tanti ci hanno creduto!
I furboni stavolta hanno copiato la foto e il link di un articolo apparso su agi.it il 28 febbraio scorso. L'articolo diceva tutto il contrario di quanto scritto nel messaggio bufala sopra riportato, sapientemente incollato dagli autori della fake news sotto al titolo dell'articolo originale. Più o meno, quello che era già successo con una notizia falsa impropriamente attribuita a "La Repubblica".
Ovviamente, nessuno si è preso la briga di cliccare sul link per avere informazioni più dettagliate e tutti, come caproni, si sono fermati al testo scritto dai bufalari. Un testo allucinante, al limite della realtà, che descrive un regime ultra dittatoriale, dove tutti i messaggi e le telefonate vengono registrate e dove tutto quello che fai sui social network finisce immediatamente sotto la lente di ingrandimento di un Grande Fratello talmente cattivo e intransigente, che neanche il più perverso scrittore di romanzi futuristici avrebbe potuto immaginare
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Per arginare l'orda di analfabeti funzionali che continua ad arrivare sul suo portale tramite la suddetta catena di Sant'Antonio, agi.it si è preso la briga di mettere in guardia i lettori, avvisandoli che il messaggio che sta circolando è assolutamente falso:
"Caro lettore, se sei arrivato fin qui seguendo un messaggio allarmistico, devi sapere che questo articolo non ha alcun collegamento con quanto hai letto poco prima. Questo è un servizio di cronaca politica del 28 febbraio scorso che riporta correttamente quanto deciso dal Parlamento italiano in materia di intercettazioni. Questo articolo è vero, quello che hai letto prima è falso".