In Texas, la videocamera collegata al campanello di un'abitazione molto simile al Ring di Amazon ha registrato la confessione di un presunto assassino. Tuttavia, i difensori della privacy insorgono contro le forze dell'ordine che, d'accordo con Amazon, possono utilizzare le riprese video dei dispositivi per garantire la sicurezza collettiva ed assicurare alla giustizia i colpevoli di gravi reati.
Michael Egwuagu, ex giocatore della squadra di calcio dell'Università del Texas, è stato arrestato venerdì per aver pugnalato a morte sua sorella la scorsa settimana. L'autopsia ha rivelato che la 32enne Jennifer Chima Ebichi è stata colpita più volte ed era incinta di tre mesi al momento della sua morte.
Fox News riporta che l'ex giocatore di football è stato ripreso da un campanello dotato di videocamera mentre lasciava la casa di sua sorella poco dopo l'omicidio, pronunciando le parole "ho ucciso Jennifer".
In seguito, il magistrato competente ha formulato l'accusa di omicidio nei confronti di Egwuagu e ha stabilito per lui una cauzione di 500 mila dollari.
Già all'inizio di quest'anno, i campanelli Ring di Amazon erano stati al centro di un'infuocata polemica, quando si era saputo che l'azienda produttrice consentiva alla Polizia di ottenere riprese video dai dispositivi, laddove necessarie per lo svolgimento di indagini. Ad oggi, Amazon ha ammesso di avere ben 400 partnership di condivisione dei video con le forze dell'ordine statunitensi.
I paladini della privacy ritengono che la condivisione delle registrazioni video con le forze dell'ordine comporti una violazione del Quarto Emendamento, che tutela i cittadini da perquisizioni, arresti e confische irragionevoli.
A mio avviso, invece, in un ideale bilanciamento di valori, il diritto di vivere in sicurezza assicurando i criminali alla giustizia prevale di gran lunga rispetto al diritto alla riservatezza. Dopo tutto, lo dice anche un antico proverbio: "male non fare, paura non avere".