L'adozione delle criptovalute come metodo di pagamento nella vita di tutti i giorni è una necessità imprescindibile per sdoganare il fenomeno dal ristretto circolo di smanettoni e speculatori odierno e vedere i reali, rivoluzionari benefici della tecnologia applicati su larga scala. Ebbene: Coinbar è un bel progetto, sviluppato in Italia da un team di intraprendenti connazionali, con un obbiettivo estremamente concreto: realizzare una rete di locali (bar/caffetterie) nei quali gli appassionati possano incontrarsi, ma anche dove acquistare criptovalute tramite il supporto in loco di personale qualificato. Legato a doppio filo c'è il varo di un nuovo exchange regolamentato secondo le leggi italiane, con possibilità di versare euro per acquistare Bitcoin e altre monete digitali. Per tutti i commercianti c'è invece il "cripto-POS", con scambio automatico in euro in tempo reale. Il tutto si presenta con una formula inedita in Italia: la vendita di azioni "tokenizzate" della società stessa. Vediamo in dettaglio di cosa si tratta in questa nostra recensione di Coinbar

nota: questo articolo fa parte de La Guida Definitiva a Bitcoin. Per una trattazione strutturata del fenomeno "Bitcoin e criptovalute", con approfondimenti e guide pratiche adatte anche ai principianti, raccomandiamo di partire da qui:

» Leggi: Guida Definitiva a Bitcoin e criptovalute: cosa, quando, come comprare e tutto quello che devi sapere per iniziare in sicurezza

Premessa alla recensione di Coinbar

Questo video-articolo è sponsorizzato da Coinbar. Ciò premesso, è bene chiarire che ricevo molteplici proposte di review a pagamento ogni mese, ma scarto da sempre pressoché la totalità di esse poiché non rilevo alcun valore (o rilevo tracce di fregatura). Ho accettato di trattare Coinbar perché ritengo sia un progetto valido, con buone prospettive di crescita e molto interessante per lo specifico pubblico italiano

Ci vediamo bar cripto? Recensione Coinbar (video-review) - Coinbar spotlight

In particolare, i punti di forza sono:

  1. un exchange regolamentato secondo le leggi italiane
  2. l'intenzione di aprire una serie di locali fisici sul territorio italiano prima e in Europa successivamente
  3. una formula di lancio inedita: non una "ICO", ma la vendita di reali quote della società tramite le quali partecipare agli utili

Ribadisco però che non sono un promotore finanziario e questo articolo non costituisce un invito o consiglio d'investimento: il lettore è caldamente invitato a svolgere in autonomia le proprie ricerche e valutazioni prima di partecipare

» Vedi: Coinbar

Il "bar delle cripto"

Il punto di partenza di Coinbar è la realizzazione di una serie di locali informali dallo stile "bar/caffetteria", sviluppati su 100 mq e con due vetrine su strada per la massima visibilità

Ci vediamo bar cripto? Recensione Coinbar (video-review)

Gli organizzatori si aspettano fondamentalmente due tipi di clienti. I primi sono gli appassionati di criptovalute e gli operatori professionali del settore "blockchain": Coinbar sarà per loro un luogo perfettamente a tema nel quale ritrovarsi per tenere "meetup", scambiare idee e "fare business". Avendo io stesso organizzato un appuntamento di questo tipo durante l'estate 2018, posso testimoniare che l'assenza di un luogo dedicato e aperto a queste manifestazioni è una palese lacuna, e dunque l'idea di un locale fisico si presenta come una buona opportunità per chi saprà investirvi.

Il secondo gruppo di avventori sono coloro che vorrebbero entrare nel mondo delle criptovalute, ma non dispongono delle competenze pratiche per farlo oppure non si fidano degli attuali operatori "senza volto" che impongono di agire in autonomia sul loro sito web ma senza alcun contatto umano. All'interno dei Coinbar sarà presente personale dedicato a supportare le persone durante l'acquisto di monete digitali.

Gli appassionati di tecnologia storceranno il naso, argomentando che "Comprare Bitcoin non è poi così difficile e tutti possono farcela": essendo stato io stesso in prima linea durante il boom delle criptovalute di fine 2017, confermo invece che la quantità di persone che richiede assistenza e non è in grado di proseguire in autonomia è estremamente elevata, ben più di quanto ci si possa aspettare.

Di più: mi sbilancio senza problemi ad affermare che, probabilmente, sono di più le persone che possono riuscire ad ottenere Bitcoin e soci solo previo supporto che non quelle in grado di agire in autonomia. È quindi realmente presumibile che l'esistenza di un punto dedicato e qualificato possa attrarre un ampio pubblico, in particolar modo se il team riuscirà ad attivare un tam-tam pubblicitario tale da raggiungere materialmente gli utenti interessati.

Anche perché la presenza di un locale fisico attenua enormemente la diffidenza: avere a che fare di persona con qualcuno è infinitamente più rassicurante che non operare in autonomia su di uno sterile sito web

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I piani sono molto serrati: il primo Coinbar verrà aperto a Roma durante il primo trimestre 2019, mentre il secondo sorgerà a Milano entro la fine dello stesso anno. Il portavoce mi ha inoltre anticipato che il team ha ricevuto molte manifestazioni d'interesse per aprire altri Coinbar in franchising sul territorio nazionale.

Nel frattempo, il gruppo guarda anche già oltre confine: sono attesi altri 5 locali in Germania, Spagna e Inghilterra.

Il whitepaper promette una proposta enogastronomica di qualità e orari d'apertura estesi: i locali inizieranno l'attività all'ora di colazione per chiudere solo a dopocena inoltrato.

Un Exchange italiano regolamentato

L'altra componente-chiave nel progetto Coinbar è il varo di un nuovo exchange abilitato sia all'acquisto di moneta digitale tramite euro, sia al trading di criptovalute. Le principali saranno attivate immediatamente: BTC (Bitcoin), XRP (Ripple), ETH (Ethereum), LTC (Litecoin) e il token proprietario di Coinbar (vedi seguito). Altre valute arriveranno in corso d'opera.

Il deposito di euro potrà avvenire direttamente presso il bar oppure mediante bonifico bancario. Per l'accredito e il prelievo, ci si aspettano tempi brevissimi: si parla infatti di un singolo giorno lavorativo

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L'exchange proprietario è di grande importanza per la proposizione generale: poiché sarà quello utilizzato dagli operatori specializzati presso i punti fisici Coinbar, il gruppo potrà guadagnare anche dalle commissioni applicate, senza essere costretto a rinunciarvi dirottando i profitti verso piattaforme esterne di terze parti.

Un aspetto cruciale, senza il quale avrei sollevato qualche perplessità circa la reale usabilità di questo strumento, è la liquidità condivisa con altri exchange. Questo significa che, in caso non vi fossero abbastanza compratori o venditori per equilibrare il numero di scambi, l'exchange potrà attingere automaticamente ed in modo trasparente dalla coda di ordini (book) di altre piattaforme di trading: questo permetterà di attenuare il problema per il quale un investitore con ampia disponibilità (detto "whale", ovvero "balena"), influenza pesantemente il prezzo delle valute inserendo ingenti ordini di acquisto o vendita, tali da svuotare completamente la coda

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Proprio la carenza di liquidità è un problema ben noto nel mercato cripto: condividerla è dunque un passo importante per qualsiasi exchange, in particolar modo per gli esordienti che non abbiano ancora attirato un volume di traffico e ordini apprezzabile.

Per motivi legali non è ancora possibile comunicare pubblicamente quali siano gli exchange partner, ma il portavoce mi ha informato che si tratta di "almeno 6 tra i primi 15 exchange come volumi". Stando così le cose, la condivisione sarebbe dunque estremamente efficace.

Il whitepaper insiste molto sulla presenza di un help desk qualificato, raggiungibile sia tramite chat, sia al telefono. Ovviamente il gruppo dovrà provare sul campo di essere in grado di mantenere un servizio di qualità anche all'aumentare del volume di richieste. Se vi riuscirà, già questo sarà un elemento di differenziazione forte rispetto a molti concorrenti internazionali: la scarsa reattività del supporto è infatti da sempre una delle principali critiche rivolte a Coinbase e soci.

La piattaforma è materialmente realizzata da un'azienda statunitense con 40 anni di esperienza in piattaforme di trading elettronico e promette una capacità massima di 1 milione ordini/ora. Il riconoscimento degli utenti tramite presentazione del documento d'identità (procedura KYC, ovvero "Know Your Customer") è invece affidata al servizio Mistralpay.

Sul sito si cita un Maker Fee dello 0%. Questo significa che, mentre gli ordini a prezzo di mercato (taker) sono soggetti a commissioni, quelli inseriti con un prezzo limite non ancora raggiunto (maker) sono gratuiti

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Per proteggere il servizio da catastrofici furti, l'accesso da parte degli amministratori sarà possibile solo tramite VPN. Inoltre, almeno l'80% della liquidità sarà conservata su di un cold wallet esterno e protetto da multi-signature: per movimentarne il contenuto sarà dunque necessaria l'autorizzazione congiunta di 3 diverse persone, ognuna delle quali risiederà in un luogo fisico differente dagli altri.

L'exchange di Coinbar dovrebbe aprire le porte in fase "beta" a febbraio 2019, per poi continuare la sua maturazione strada facendo.

Il "POS" di Coinbar

Terzo, ma non meno importante, punto di forza del progetto è la realizzazione di un "POS" specializzato, in grado di accettare pagamenti in criptovaluta presso i locali fisici esattamente come oggi avviene con le carte di credito o i "pagobancomat". In pratica, gli avventori potranno scegliere di pagare le proprie consumazioni in BTC, ETH oppure nel token proprietario

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Di più: questi nuovi "cripto-POS" sono richiedibili anche da qualsiasi altro esercente, e non solo dai punti fisici Coinbar.

Un pugno di esercenti terzi l'ha già fatto, e sarà dunque in grado di accettare cripto-pagamenti non appena l'infrastruttura tecnica verrà attivata

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In realtà basta fare qualche semplice ricerca per scoprire che almeno 2 delle aziende citate sono di proprietà dei membri stessi del team, ma è fisiologico che sia così in questa fase di partenza.

Ad ogni modo: la proposizione del "cripto-POS" è sicuramente molto promettente. I negozianti possono infatti contare su commissioni infinitamente più basse rispetto a quelle applicate dalle banche tradizionali, oltre ad attirare le persone desiderose di utilizzare le proprie criptovalute come metodo di pagamento nell'economia reale. Inoltre, un servizio di scambio in tempo reale permetterà ai negozianti di convertire immediatamente quanto ricevuto in tradizionali euro, accreditati sul conto corrente mediante un bonifico.

Gli esercenti potranno comunque anche scegliere di conservare quanto ricevuto sottoforma di criptovaluta. In tal caso, non verranno addebitati costi aggiuntivi: la commissione viene infatti richiesta solo al prelievo.

Il whitepaper di Coinbar dichiara che è già in vigore un accordo per la produzione di questi POS con una società del settore.(avrei apprezzato sapere quale, ma il nome non è esplicitato). In sostanza, pare trattarsi di comuni smartphone preconfigurati con un app specifica.

Un token per partecipare alla società

Le ICO (Initial Coin Offering) che hanno spopolato nel corso del 2017 partivano da un presupposto le cui ripercussioni erano chiare solo agli operatori professionali: gli investitori non ricevevano quote della società, ma semplici "utility token" (gettoni) spendibili per acquistare i servizi erogati dallo specifico progetto. Poiché questi gettoni erano prodotti in numero limitato, chi vi investiva si aspettava che aumentassero di valore parallelamente all'aumento della domanda di accesso alla piattaforma in questione (oppure all'acquisto speculativi da parte di altri investitori). Detti utility token non davano diritto a null'altro: né a partecipare agli utili della società che li aveva emessi, né a votare durante i consigli di amministrazione. Nella maggior parte dei casi, non erano nemmeno riconosciuti o inquadrati dal punto di vista legale.

Coinbar si presenta invece con una formula diversa: l'azienda emette vere e proprie equity, ovvero quote di partecipazione alla società e ai suoi utili, con convocazione alle assemblee e tutti gli altri diritti garantiti dalla normativa italiana sulle società di capitali

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La principale differenza rispetto alle classiche suddivisioni societarie è che qui tutto avviene sulla blockchain: il token proprietario (simbolo: CBE) è dunque la rappresentazione digitale del titolo di possesso di quotaparte della società. In altre parole: ad un'azione corrisponde un token, ed è la prima volta in Italia che questo avviene.

Il token è nominale, cioè esplicitamente legato ad una persona fisica o giuridica. Di conseguenza, non è possibile farvi trading sugli exchange generalisti: il gettone è infatti legato al contratto formalmente sottoscritto tra Coinbar e il singolo investitore. Ciò nonostante, sarà comunque possibile rivenderlo passando per l'app proprietaria, che si farà carico di tutte le complessità burocratiche affinché lo scambio sia valevole con pieni effetti giuridici.

Le azioni/token permettono di godere di una parte degli utili dell'azienda Coinbar per una durata prefissata da contratto di 5 anni, trascorsi i quali sarà possibile capitalizzare il proprio investimento

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Il motivo per il quale pressoché la totalità delle startup si è proposta con un utility token invece che con un equity/security token è che la legislazione in vigore è estremamente più rigida e articolata, poiché si tratta di varare nuove società. Inoltre, molte nazioni non sono ancora attrezzate per riconoscere legalmente questa configurazione. Durante la fase conoscitiva, il mio contatto in Coinbar ha confermato che l'iter di approvazione è stato lungo e articolato, ma che ora la modalità scelta è accomunata alla vendita di azioni private di una SpA (Società per Azioni) non quotata in borsa.

L'investimento iniziale minimo è di 10.000 €. Il softcap per la raccolta, fissato a 250.000 €, è già stato raggiunto. Si mira ora ad avvicinarsi quanto più possibile all'hardcap: 5.000.000 €.

Il token proprietario e La vendita in crowdfunding

I token azionari appena trattati non saranno disponibili sul mercato libero. Il progetto Coinbar prevede però un secondo gettone, il cui scopo ricorda molto più da vicino quello di un classico utility token: pagare per beni e servizi all'interno dei locali Coinbar fisici, presso gli esercenti terzi che utilizzino il POS per criptovalute descritto in precedenza e per le commissioni sull'exchange proprietario

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La distribuzione iniziale dell'utility token avverrà tramite una ICO, ed in particolare con una modalità di crowdfunding legalmente riconosciuta e tutelata dalla regolamentazione italiana. Si tratterà di un classico token in formato ERC-20, ovvero quello degli Smart Contract su rete Ethereum e utilizzato dalla maggior parte dei progetti

» Leggi anche: Guida rapida a MyEtherWallet (MEW)

Non sono disponibili ulteriori informazioni in merito: le modalità esatte sono ancora in fase di definizione, e l'implementazione di questa componente arriverà solo in seguito al lancio formale dell'exchange proprietario.

Il team

Apriamo l'analisi del team da un dato estremamente importante: Coinbar è un'azienda italiana con un indirizzo di riferimento in Italia. Sul sito è scritto chiaramente che la sede legale è in Via della Marcigliana 532, Roma. Si tratta di un netto elemento di differenziazione rispetto alla maggior parte dei progetti criptovalutari che operano da Malta o da quale isoletta sperduta nell'oceano

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L'Amministratore Delegato di Coinbar è tale Antonello Cugusi. Su Linkedin si qualifica espressamente come tale (molto bene). Detiene una Laurea Specialistica in Scienze dell'Economia e della Gestione Aziendale rilasciata da LUISS Guido Carli di Roma. Fra le esperienze pregresse annovera 8 anni come amministratore di una grossa azienda agricola, oltre ad aver lavorato in ambito cloud mining. È anche il fondatore di Passionevini.it.

Il direttore marketing è invece Ivan Florio. Laureato in sociologia e scienze della comunicazione, sul profilo LinkedIn menziona 12 anni di impiego presso la Segreteria di direzione giornalistica di ANSA e fa riferimento al suo legame con Coinbar. Ho avuto contatti con lui al telefono e mi ha fatto un'ottima impressione: sa esattamente quello di cui parla ed è riuscito a rispondere con disinvoltura anche ad alcune mie domande piuttosto specifiche.

Mi ha colpito positivamente anche Nicola Ruffini. Laurea con 110/110 presso LUISS Guido Carli e due esperienze pluriennali nell'ambito della consulenza aziendale, sul sito è qualificato solo come "advisor, investor", ma su LinkedIn non nomina Coinbar.

Il co-fondatore di Coinbar e investitore è Raffaello Cugusi. Su LinkedIn si presenta esplicitamente come Fondatore e amministratore di Coinbar Spa, oltre a ricoprire la stessa posizione per l'azienda agricola "Fortunato" già citata dal fratello Antonello. Mi riferiscono che abbia esperienza pregressa nel ramo del real estate come costruttore, anche all'estero. È uno dei membri del CdA e tra i maggiori contributori del progetto a livello economico.

Il tecnico programmatore principale è David Incagnoli. Ha un bel curriculum, nel quale spicca la sua attuale posizione come "Analista Programmatore" presso il Ministero dell'Interno (ambito elettorale). Peccato che su LinkedIn non espliciti il suo legame con Coinbar.

Nel whitepaper si parla di "20 persone impiegate", molte delle quali sono chiaramente identificabili.

La complessa gestione degli aspetti legali è affidata a coinlex.it, un'azienda specializzata, che partecipa anche nel ruolo di advisor tramite le professionalità degli avvocati e commercialisti Mazzoli, Capaccioli e Simbula. Non li conoscevo, ma da quanto ho capito sono figure piuttosto note in ambito legal.

Presenza social e citazioni dai media

Trattandosi di un progetto partito relativamente da poco e con un forte focus sul pubblico italiano, le presenza social di Coinbar non sono particolarmente trafficate.

La più importante è il gruppo Telegram da 225 partecipanti. La pagina Facebook ha circa 25 like, mentre i follower su Twitter sono il doppio.

Citiamo poi un blog su Medium per annunciare le novità e le varie partecipazione agli incontri di settore.

Presentazione generale e whitepaper

Il sito ufficiale è ben realizzato e permette di comprendere immediatamente quale sia lo scopo del progetto. È in due lingue: italiano e inglese

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Il whitepaper è gradevole, ma al momento solo in italiano. Considerato che si tratta di un progetto legato al territorio, la mancanza di un documento in inglese è perdonabile.

I contenuti, sebbene più di natura marketing/commerciale che non tecnica, descrivono comunque in maniera sufficientemente ampia la visione, il modello di business e il prodotto.

Roadmap

La roadmap è molto concreta. Fra i prossimi traguardi si parla del lancio dell'exchange, seguito dall'apertura del primo Coinbar a Roma e, qualche tempo dopo, di quello a Milano.

Il tutto dovrebbe concretizzarsi entro la fine del 2019, insieme all'attivazione dei "cripto-POS" e alla ICO per l'utility token

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Per gli anni seguenti è prevista l'apertura di altri locali in Europa prima e di altri extra-UE in seguito

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Conclusioni

In questo articolo ho proposto la mia recensione di Coinbar. Personalmente, ritengo che si tratti di una startup con buone prospettive: l'idea di fondo mi sembra estremamente valida, soprattutto perché suddivisa in molteplici servizi (exchange, locali fisici, cripto-POS) che, sebbene capaci di dare il meglio se operanti in modo sinergico, potrebbero risultare redditizi anche in modo indipendente.

La proposizione di realizzare punti di incontro a tema criptovalutario è decisamente valida, sia per aggregare gli appassionati in una location dedicata, sia per attirare il grande pubblico, ancora molto diffidente e incapace di operare autonomamente in questo ambito a cavallo fra il tecnologico e il finanziario.

La vera sfida per il gruppo sarà quella di implementare tutto in un arco temporale che, stando alla roadmap odierna, è veramente super-ristretto. Da lì, la criticità sarà far arrivare il messaggio promozionale alle orecchie del pubblico qualificato di Roma prima e Milano subito dopo, per far crescere il marchio e aprire altri bar, si spera, su tutto il territorio.