Se anche tu stai per acquistare una "smart TV", faresti bene a pensarci due volte. Si tratta di elettrodomestici prossimi all'obsolescenza già quando escono di fabbrica, impossibili da aggiornare e progettati con un unico scopo: spingere noi consumatori a sostituirli ben prima che siano veramente giunti alla fine del proprio ciclo di vita.

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Il supporto software è tutto

Il problema di fondo è che questi apparecchi sono "smart" tanto quanto il software che li governa. Purtroppo, quando ci si trova in un ambito in rapido mutamento come quello dell'audio/video digitale (con la complicazione dello streaming via Internet), il codice diventa obsoleto molto più velocemente di quanto non si deteriori l'hardware sul quale gira.

Nuove caratteristiche (framerate, bitrate, codec, formati di file) oppure innovazioni nella modalità di erogazione (inedite tecnologie di streaming o variazioni alle Application Programming Interface (API) che permettono l'accesso ai dati) impongo che il software venga aggiornato periodicamente per rimanere "smart". In caso contrario, l'apparecchio diventa rapidamente obsoleto, seppure l'hardware rimanga in grado di svolgere il proprio compito.

Per poi non parlare di quante TV collegate ad Internet rimarranno afflitte da problemi di sicurezza senza che nessuno si preoccupi di gestire il problema, con conseguenze variabili fra il furto delle credenziali per l'accesso ai social newtwork all'accensione/spegnimento da remoto dell'apparecchio (o della sola webcam!).

H.265: è in arrivo. l'aggiornamento: no

Per capirci, basta fare un esempio pratico: il compressore video H.265, successore dell'attuale H.264 che costituisce lo standard de facto per il video HD, è ormai alle porte. Con un'efficienza due volte superiore (ovvero: stessa qualità in metà spazio/banda) e una pletora di miglioramenti vari, diverrà il riferimento del settore nel giro di poco tempo. Ma, sorpresa!, H.265 non è retro-compatibile: questo significa che, senza un aggiornamento, gli attuali apparecchi capaci di gestire H.264 non saranno in grado di riprodurre filmati di prossima generazione: nessun problema su computer, smartphone e tablet (basterà aggiornare il player multimediale), ma per le smart TV saranno dolori.

Discorso del tutto analogo per il rivale spinto da Google: VP9, successore dell'attuale VP8, non potrà essere decodificato senza una modifica software. E se Google decidesse di adottarlo come default per YouTube e ottimizzare di conseguenza?

E cosa dire dei nuovi servizi? In caso spuntasse domani un nuovo protagonista dello streaming capace di sbaragliare la concorrenza, credete veramente che le TV attuali riuscirebbero a "riceverlo"?

Supportarle è controproducente

Insomma, vuoi per rimanere al passo con i tempi, vuoi per gestire difetti di vario tipo, una cosa è certa: l'aggiornamento del software è imprescindibile.

Ed è proprio qui che c'è l'inghippo. I produttori, infatti, non hanno alcun interesse economico ad aggiornare gli apparecchi già in circolazione, anzi! hanno ogni interesse che divengano obsoleti e poco funzionali più rapidamente possibile, di modo che noi consumatori si sia invogliati/obbligati a pattumare l'elettrodomestico in nostro possesso ed acquistarne uno nuovo, versando moneta sonante (e non poca) nelle casse del venditore.

Gli smartphone hanno collaudato il modello

Questa pratica commerciale è la stessa che sta facendo la fortuna di chi produce smartphone: molti apparecchi sarebbero ancora validissimi, non fosse che rimangono legati a doppio filo ad un Android 2.x sul quale la maggior parte delle app moderne non funzionano.

In ambito smartphone, però, il problema non è altrettanto evidente per due motivi. Innanzitutto, il telefonino è sottoposto alle continue sollecitazioni delle dita, cade, sbatte, si graffia.. più in generale, tende realmente ad usurarsi. Inoltre, in ambito mobile, l'avanzamento tecnologico è talmente significativo (anche se ultimamente si sta rallentando) che ogni iterazione porta con sé miglioramenti hardware talmente profondi da rendere genuinamente attrattivo l'upgrade, senza bisogno che sia l'obsolescenza del software sul vecchio apparecchio a dettare legge.

Le TV, al contrario, faticano ad usurarsi e hanno molto meno spazio di miglioramento a livello di hardware: certo, possono offrire diagonali sempre più giganti e risoluzioni tali da rendere definiti i pori della pelle degli attori, ma quando si superano i 60 pollici e/o i 1080p, si creano problemi di ingombro e/o il miglioramento qualitativo diviene sempre meno evidente (quantomeno per la riproduzione dei filmati). Ed ecco che la mancanza di aggiornamenti risulta un fattore-chiave per spingere la sostituzione.

La tua prossima TV sarà comunque "smart"

Credo sia impossibile riuscire a tenersi lontano dalle smart TV ancora a lungo: mi aspetto infatti che, entro pochissimi anni,  tutti i modelli in vendita ricadranno in questa categoria. Quei produttori che volessero resistere si troverebbero rapidamente in una posizione di fortissimo svantaggio rispetto alla concorrenza: d'altro canto, chi mai sceglierebbe un elettrodomestico "normale" quando ne esistono di "smart"?

Tuttavia, noi consumatori con un minimo di acume tecnico possiamo puntare i piedi, aguzzare l'ingegno e resistere ad un mercato che vorrebbe vederci cambiare TV allo stesso ritmo dei calzini. Come? Ci sono fondamentalmente tre modi: convertire, streammare oppure affiancare.

La prima strada prevede che ogni filmato non riproducibile dalla smart TV venga scaricato e riconvertito su PC in modo da renderlo "digeribile" anche in salotto (è quello che faccio io già oggi, dato che il mio maxi-schermo da 60" non gestisce il popolarissimo audio DTS). Sì, è una scocciatura e si perde l'immediatezza dello streaming, ma con un software apposito ed un PC sufficientemente potente è veramente questione di pochi minuti.

La seconda soluzione è quella di trasmettere il filmato in streaming dal PC alla TV. È richiesto un minimo di setup iniziale ed un processore arzillo sul computer, ma anche questo bypassa qualsiasi problema di compatibilità.

L'ultima soluzione è l'affiancamento di un computerino da salotto (HTPC): è importante che si tratti di un sistema "tradizionale" (in grado di eseguire Windows o Linux), e non di un box dedicato con un sistema operativo proprietario, o le perverse logiche di mercato succitate causerebbero gli stessi problemi in fase di aggiornamento.

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Trattando la TV come un semplice "monitor con zero intelligenza", potremo sostituirla solo quando sarà veramente giunta alla fine del proprio ciclo di servizio, limitandoci ad aggiornare il software dell'HTPC e, alla bisogna, aggiungere memoria o sostituire le altre componenti che diventassero obsolete: il prezzo sarà sempre inferiore ad acquistare una nuova smart TV completa.