Avete correttamente condiviso una cartella in rete locale (LAN) dal sistema Ubuntu ma gli altri PC non riescono ad accedervi? il responsabile potrebbe essere Uncomplicated Firewall (ufw). Se non specifichiamo diversamente in maniera esplicita, infatti, ufw blocca automaticamente tutte le porte, comprese quelle impiegate da Samba, il servizio di condivisione file. Vediamo dunque come aprirle e consentire agli altri device di visualizzare i file condivisi
Negli ultimi giorni ho avuto gravi problemi di stabilità alla connessione Internet: disconnessioni frequenti e blocchi continui dei download rendevano impossibile scaricare le immagini ISO di Windows 10 (circa 4 GB l'una) che mi servivano per completare l'ebook: ad ogni tentativo, Google Chrome si arrendeva con l'errore Operazione non riuscita. Errore di rete.. Armatomi di wget per Windows ed un po' di pazienza, ho trovato la sequenza di parametri giusta per raggiungere l'obbiettivo nonostante le condizioni avverse
Quando il vostro sistema operativo si rifiuta di avviarsi, rimanendo con il solo cursore lampeggiante su uno schermo nero o il Grub di Linux scompare e non avete più il dual-boot, una soluzione a vostri problemi, prima di reinstallare tutto quanto, può essere quella di utilizzare Boot Repair Disk un supporto live in grado di provare a riparare il boot del sistema operativo installato e restituirvi un computer funzionante.
Il momento migliore per migrare il proprio sito ad HTTPS è... ora! Se ancora utilizzi HTTP per il tuo dominio, devi agire immediatamente! Il primo passo consiste nell'ottenere un certificato gratuito e configurare a dovere il webserver ma, una volta aver verificato che tutto funzioni via HTTPS, è altrettanto importate impostare un redirect da HTTP a HTTPS: in questo modo, ogni volta che un utente richiederà una pagina tramite HTTP, verrà rimandato in modo trasparente all'equivalente HTTPS. Inoltre, questo redirect da HTTP a HTTPS informerà Google e gli altri motori di ricerca che il sito utilizza il protocollo sicuro, evitando la penalizzazione per i siti HTTP nei risultati delle ricerche (SERP) e facendo in modo che l'indirizzo proposto agli utenti sia immediatamente in HTTPS, trasmettendo maggiore autorevolezza. Vediamo allora come procedere per configurare il webserver (Apache HTTP Server o Nginx per Ubuntu Server, CentOS o Windows) con un redirect da HTTP verso HTTPS
Quando ci connettiamo ad un server VPN aziendale tramite il PC, tutto il traffico Internet attraversa la VPN stessa: il risultato è che la navigazione sui siti web è spesso lentissima. Per migliorare drasticamente le cose si lavora con uno "split tunnel": le risorse remote offerte dalla VPN continuano ad essere disponibili, ma la navigazione su Internet avviene direttamente, alla massima velocità di download concessa dalla linea locale. Vediamo allora come configurare la connessione VPN in split tunnel con Ubuntu 17.10
Ubuntu integra nativamente un client per connettere il PC o il notebook ad una VPN aziendale. In questo articolo vedremo i semplici passaggi per stabilire la connessione VPN nel modo più rapido possibile
Quando, per errore o distrazione, cancelliamo qualcosa di importante dal nostro computer, e svuotiamo poi il cestino,il primo problema da affrontare è riuscire a recuperare questi dati. Sino a quando lo spazio occupato da questi file non viene sovrascritto da altri dati, ci sono speranze di poterli recuperare, nel momento in cui qualcosa viene scritto negli spazi occupati in precedenza potete dire addio al vostro file.
Quando si configura Apache su Windows o Linux può capitare di imbattersi in messaggi di errore apparentemente oscuri, ma tanto gravi da da impedire l'avvio/riavvio del servizio. Vediamo dunque come diagnosticare e risolvere i principali problemi che si possono incontrare all'avvio di Apache HTTP Server, di modo da rendere nuovamente operativo il nostro server web.
Nel corso de La Grande Guida a BitTorrent abbiamo presentato in termini pratici questa tecnologia e approfondito l'uso di qBittorrent, un client open source che implementa il protocollo BitTorrent ed espone le funzionalità di scambio file tramite un'interfaccia grafica spartana ma funzionale quanto basta per consentirci di scaricare contenuti con facilità. qBittorrent è, però, solo uno fra moltissimi programmi per BitTorrent (client): spulciando in giro se ne trovano a decine! Facendo lo slalom fra progetti defunti, altri allo stadio embrionale e parecchi malware travestiti, ho selezionato i migliori programmi BitTorrent per Windows. Vediamo quali sono
Ubuntu 17.10 è interessato da un bug riconosciuto nel componente che si occupa di stabilire le connessioni VPN. Il difetto impedisce ad alcuni utenti di connettersi alle reti aziendali remote ed è aggravato dal fatto che l'interfaccia grafica non mostra alcun errore: solo visualizzando i log si trova qualche indizio utile alla risoluzione del problema, sottoforma dei messaggi Invalid VPN service type (cannot find authentication binary) e Failed to request VPN secrets: No agents were available for this request.
Condividere una cartella dal PC con Ubuntu e rendere accessibili i file dagli altri sistemi che fanno parte della stessa rete locale (LAN) risulta molto comodo, sia in ufficio, sia a casa. Vediamo dunque come procedere.
Immaginate la scena: siamo seduti alla scrivania, in attesa del prossimo compito da svolgere, mentre con discrezione ed in religioso silenzio navighiamo su Internet usando il nostro fedele browser Firefox. Basta un attimo per rompere l'idillio: una scheda qualsiasi del browser che riproduce un video in automatico, le casse (o le cuffie) dimenticate per qualche motivo a pieno volume e sobbalziamo dalla sedia come fossimo un elefante di fronte ad un topolino.
Molti di voi, su Windows, utilizzano sicuramente il famosissimo CCleaner per l'eliminazione dei file temporanei o non più necessari, ma oggi vi voglio presentare una valida alternativa nata per Linux e successivamente sviluppata anche per Windows (ed è in programma anche una versione per MacOS): BleachBit!
Per trasferire file da cellulare Android al computer esistono vari modi; per esempio, si possono utilizzare servizi cloud come Dropbox o Google Drive, si può connettere il cellulare tramite cavo USB al computer e impostare la connessione del cellulare come memoria di massa o utilizzare programmi dedicati, si possono utilizzare applicazioni e servizi più o meno complessi o, se il nostro dispositivo le supporta, si possono utilizzare schede di memoria SD. Ognuno di questi metodi ha pregi e difetti ma se abbiamo a disposizione una connessione di rete condivisa dai dispositivi (il router di casa, per esempio), il metodo più semplice è trasformare il nostro cellulare in un server FTP!!
Il mondo Linux è più bello (e più semplice!) da quando esistono i pacchetti installabili; eppure, qualche volta, finiamo volenti o nolenti a ritrovarci faccia a faccia con un'installazione da sorgenti! Questo significa che, anziché delegare lo sporco lavoro ad un gestore come "apt", "rpm", "aur", "dnf" e via discorrendo, l'operazione di compilare i file e soddisfare le dipendenze toccherà a noi!
Nel corso dell'articolo TLI risponde: devo installare un firewall su Linux/Ubuntu? abbiamo parlato delle ragioni per cui molte distribuzioni Linux non attivino di default alcun firewall. Nonostante Ubuntu sia una di queste, un potente strumento per la gestione del traffico di rete chiamato Uncomplicated Firewall (ufw) è incluso ed immediatamente disponibile a chiunque desideri aggiungere una protezione in più al proprio PC o server. In questa guida vederemo dunque come procedere per attivare e configurare il firewall di Ubuntu
Sempre più contenuti multimediali sono disponibili in streaming, e la loro diffusione ha favorito la lenta scomparsa dei contenuti distribuiti tramite supporto ottico (DVD e Blu-ray) o distribuiti illegalmente tramite P2P (torrent su tutti). Nonostante tutto l'arte del ripping non è del tutto morta: tante raccolte di film possono essere convertite in file digitali, così da preservarli dall'usura e porteli rivedere quante volte si vuole anche in caso di rottura del lettore. In questa guida ti mostrerò in pochi passaggi come effettuare il ripping con HandBrake, così da avere il tuo film convertito in un file digitale in poco tempo.
Nel mondo moderno quasi tutto ciò che ci serve è ormai su siti web e portali e può essere rapidamente raggiunto dal browser. Ecco perché i preferiti giocano un ruolo chiave nella nostra attività in rete! Ma cosa succede se, malauguratamente, siamo costretti a disinstallare e reinstallare il nostro browser o peggio ancora a formattare completamente il PC?
In alcune delle mie guide ho scritto di installare un programma secondo il metodo previsto dalla distribuzione in uso. Sono rimasto così sul generico perché ogni distribuzione può avere un metodo caratteristico, conosciuto da chi la utilizza, ma che differisce dalle altre e, anche se il principio di funzionamento è simile, i comandi o le azioni da eseguire possono essere molto diversi. Approfondiamo un po' questo tema e vediamo come si installa un programma su Linux e sulle più comuni distro.
Mi piacciono tantissimo le macchine virtuali perchè, oltre a provare tutti i sistemi operativi che vogliamo, oltre a sperimentare programmi e configurazioni più varie e diverse senza temere di fare danni, si possono utilizzare per tantissime altre cose come, per esempio, eseguire programmi specifici, che accedono ad internet, senza esporre il nostro principale sistema operativo. Per fare questo però è necessaria una "base di partenza" dove installare questi programmi e niente si presta meglio a ricoprire questo ruolo come un'installazione minimale di una distro Linux!
Abbiamo una lista infinita di preferiti salvata sul browser, ma desideriamo un metodo semplice e rapido per averne pochi ma buoni a portata di mano, magari direttamente sul desktop di Ubuntu, per aprirli con due click del mouse?
E' un'usanza che va avanti ormai da anni: ad ogni nuovo rilascio di Ubuntu scatta una sorta di toto-nome, in cui la comunità propone una serie di nomi in codice che rispettano un'usanza ben precisa: le due lettere dell'alfabeto successive rispetto a quelle del rilascio precedente, con la prima lettera che è un aggettivo e la seconda il nome di un animale.
Parlare di Ubuntu significa parlare di una distribuzione Linux che, negli ultimi hanni, ha subito dei cambiamenti radicali: da una nuova interfaccia grafica (accompagnata da un nuovo display manager) ad un ambizioso progetto per un unico sistema operativo convergente tra smartphone, tablet e computer, sembrava che i progetti di Canonical - l'azienda che sta alla base di Ubuntu - avessero tutte le carte in regola per portare GNU/Linux alle masse grazie a questo tipo di approccio.
Abbiamo un centinaio di password da ricordare tutte a memoria? L'errore più comune in questi scenari è utilizzare una password generica (o pericolosa, tipo 12345) per effettuare l'accesso su più siti, così da non sforzare troppo la memoria. Come risultato otterremo che, se uno dei servizi su cui abbiamo utilizzato una password generica viene violato, questa può essere recuperata da gente malintenzionata, pronta ad entrare in tutti i servizi dove essa è stata utilizzata.
Gli smanettoni di lunga data ben conoscono la pratica di caricare nel file hosts lunghe liste di domini spara-pubblicità e disseminatori di malware allo scopo di bloccarli completamente. D'altro canto, la soluzione preferita dal grande pubblico di oggi è l'impiego delle estensioni ad block, da installarsi direttamente nel browser web preferito. Ma.... qual è la scelta migliore? preferiamo modificare il file hosts oppure affidarci ad un ad blocker? In questo articolo vedremo quali sono i vantaggi dell'uno e dell'altro approccio per poi eleggere il migliore