Zane (Gianluigi Zanettini) 1.113 articoli pubblicati ID: 2
Sono un appassionato di computer, Internet e tecnologia sin da giovanissimo. Oggi lavoro come sviluppatore software, ma nel tempo libero amo ancora "smanettare" con PC e server, per poi presentare guide e articoli qui su TurboLab.it.
Accedere al BIOS/UEFI dei vecchi PC era semplice: bastava premere ripetutamente Canc (Del) sulla tastiera durante l'avvio e si era "dentro"! Oggi, invece, sembra che ogni produttore abbia scelto un proprio tasto non-standard, situazione aggravata dal supporto alla funzione Avvio rapido che, in alcune circostanze, intralcia ulteriormente e confonde... e ora per accedere al BIOS/UEFI, come diavolo si fa? sarà F2, F7, F12, ASSIST o cos'altro? Fortunatamente, ci viene in soccorso Windows 10: grazie ad un'opzione di riavvio presente su tutti i PC moderni è possibile raggiungere l'obbiettivo con facilità. E quando il sistema operativo non parte più, come entra nel BIOS/UEFI? facciamo il punto
Il problema del digital divide italiano non accenna a ridursi. Anzi: mentre nei capoluoghi di provincia si naviga davvero veloci grazie a vari tipi di connettività su fibra, nei comuni più lontani si è costretti ad arrabattasi con ADSL di pessima qualità. Ebbene: chi si trovi in questa situazione farebbe bene a verificare immediatamente la disponibilità dei servizi erogati da EOLO. Io l'ho fatto e sono divenuto un cliente soddisfatto: vi racconto qui di cosa si tratta, e la mia esperienza
Il celebre laboratorio indipendente di AV-Comparatives ha pubblicato lunedì 12 settembre i risultati aggiornati del proprio Real-World Protection Test. Come noto agli appassionati di sicurezza, si tratta di una prova nella quale il team valuta la capacità dei principali antivirus di bloccare URL contenenti malware, exploit e attacchi drive-by, ovvero i vettori di infezione più usati per compromettere i PC collegati ad Internet. I risultati sono interessanti, e dovrebbero essere studiati con attenzione da chi sia particolarmente attento alla scelta del software di protezione
Come noto, un server DNS (Domain Name System) si occupa di risolvere un nome a dominio richiesto nel corrispondente indirizzo IP associato. In questo modo, ad esempio, possiamo digitare nel browser web il semplicissimo www.google.it e demandare al DNS il compito di "tradurlo" nell'indirizzo IP appropriato. Come evidente, si tratta di un componente di importanza critica che, quando non funziona a dovere, paralizza pressoché tutte le attività di accesso ad Internet. In caso il server DNS del nostro provider Internet (ISP) fosse lento oppure malfunzionante, possiamo correre ai ripari spostandoci su un servizio di terze parti.
La procedura di installazione manuale di un nuovo sistema operativo in ambito Android prende il nome di "flashing della ROM". Per quanto riguarda i device mobili realizzati da Samsung, uno degli strumenti più pratici per raggiungere l'obbiettivo si chiama Odin. In questa guida vedremo come utilizzarlo
Negli ultimi mesi mi è capitato in diverse occasioni di assistere a PC Windows che, subito dopo l'avvio, mostravano in automatico una finestra del browser web Chromium collegato ad una pagina pubblicitaria di Yahoo!. Si tratta dell'azione di un malware -più precisamente: software potenzialmente indesiderato (PUP)- entrato nel computer sottoforma di "sponsor". Correggere il problema e disinstallare Chromium non è difficile, ma richiede una piccola procedura manuale. Vediamo come procedere.
La mia relazione con Motorola in qualità di cliente è ormai ventennale. Dai mitici 8700 e 8900 negli anni Novanta, sono passato ai vari RAZR durante la prima decade del millennio, sino a consigliare Moto G e Moto E quali "migliori smartphone" del 2015. Ma ora è finita: Motorola mi ha forzato a gettare nel pattume uno smartphone costato 500 € ed usato appena 6 mesi, non prima di avermi scucito altri 180 € per una riparazione del tutto inutile. Questa è la mia storia.
Ufficialmente, la capacità di connettersi tramite Desktop remoto (RDP) è riservata ai PC equipaggiati con le edizioni Pro, Ultimate ed Enterprise di Windows. Più precisamente: i computer con Windows Home possono sfruttare il client per comandare a distanza altri sistemi dotati di una edizione superiore, ma non essere controllati a propria volta da lontano tramite RDP. Fra gli smanettoni, questa caratteristica è talmente ambita da costituire l'unico vero motivo per cui acquistare un'edizione professionale anche fuori dall'ambito aziendale! Fortunatamente, alcuni intraprendenti hanno realizzato un "hack" che permette di connettersi in Desktop remoto anche ai PC con Windows 10, 8, 7 Home. Si attiva in pochi click, funziona bene e consente davvero di raggiungere lo scopo
Desiderate accendere il PC dell'ufficio a Gambulaga mentre siete sul vostro yacht da 50 metri ormeggiato fuori Miami? Bene, allora continuate a leggere! Wake-on-LAN (abbreviato in WoL) è una tecnologia che consente di accendere un PC a distanza, senza la necessità di agire sull'interruttore fisico: basta inviare un "pacchetto magico" (sì, è il nome tecnico corretto!) tramite la rete ed il computer riprende vita, arrivando alla schermata del sistema operativo pronto per essere controllato da remoto. Nonostante il nome parli di "rete locale" (LAN), Wake-on-LAN funziona alla perfezione anche tramite Internet: configurando tutto a dovere potremo così sfruttarlo anche fuori ufficio (o "fuori provincia" o "fuori nazione!"). Vediamo come preparare il necessario.
Cortana è la risposta di Microsoft alle più popolari Siri per iOS e Google Now per Android. Nata come assistente per Windows Phone, è ora integrata anche in Windows 10 per PC, tramite il quale è entrata in contatto con un bacino d'utenza decisamente ampio. Chi avesse imparato ad apprezzarne i servizi su computer può ora appoggiarsi alla segretaria digitale Microsoft anche fuori casa, grazie alla disponibilità di Cortana per smartphone/tablet Android. Ma c'è un intoppo: ad oggi, Cortana per Android non è ancora ufficialmente disponibile in Italia. Poco male, comunque: utilizzando un file .apk disponibile in rete è possibile aggirare la limitazione in pochi tap.
Con il debutto di Windows 10 1607, Microsoft ha implementato nel proprio sistema operativo per computer alcune caratteristiche di integrazione con gli smartphone/tablet Android veramente interessanti. In particolare, parliamo della capacità di sincronizzare le notifiche, utilizzare la tastiera del PC per rispondere ai messaggi ricevuti sul telefonino, visualizzare un avviso in caso la batteria del device mobile fosse ormai scarica, localizzare il device su mappa, farlo squillare ed impostare promemoria da remoto. Vediamo come procedere per utilizzare le nuove funzioni
Sebbene l'attesissimo supporto alle estensioni costituisca la novità principale, la versione di Microsoft Edge veicolata da Windows 10 1607 "Anniversary Update" perfeziona numerosi aspetti del browser web di sistema, introduce il supporto alle più recenti tecnologie web ed offre anche alcune funzionalità inedite. L'impressione generale rimane quella di un prodotto che insegue affannosamente i concorrenti più blasonati -Google Chrome fra tutti- ma i numerosi miglioramenti colmano lacune importanti, riducendo in maniera significativa le distanze con il capolista
Successivamente al debutto di Windows 10 a luglio 2015, Microsoft ha continuato a perfezionare il proprio sistema operativo rilasciando sia patch incrementali, sia nuove "build" complete più o meno rilevanti. In particolare, il modello è stato testato con successo il 12 novembre 2015, data di pubblicazione della "versione 1511". Ora ci siamo di nuovo: a partire dal 2 agosto 2016, tutti i PC equipaggiati con Windows 10 hanno ricevuto un ulteriore maxi-aggiornamento automatico denominato "Windows 10 Anniversary Update" (versione 1607), ovvero un'iterazione ulteriormente migliorata del software. Ecco cosa c'è di nuovo in termini di funzionalità e caratteristiche.
Se lavorate con Linux in un ambiente grafico, modificare i file di configurazione o gli altri documenti testuali è banale: basta aprire l'utility Editor di testo (o equivalente) dal menu oppure con gedit /percorso/file.txt per trovarsi davanti all'equivalente del "blocco note" (notepad) di Windows. Se però operate da una shell testuale (locale o tramite SSH), l'operazione è decisamente più ostica. Fortunatamente, però, non siamo più costretti ad arrenderci davanti alla difficoltà di vi: nano è un editor di testo per gli ambienti testuali facilissimo da usare anche per i neofiti
Avvio rapido (Fast boot, rinominato in Fast startup a partire da Windows 10) è una funzionalità che ha debuttato contestualmente a Windows 8. Come dice il nome, Avvio rapido consente al PC di accendersi più in fretta, riducendo il tempo richiesto per arrivare al desktop in seguito alla pressione dell'interruttore sul case. È una caratteristica importante, ma per gli smanettoni può rivelarsi una spina nel fianco (o in altre parti anatomiche): per raggiungere il risultato, infatti, il kernel del sistema operativo ed i driver caricati in RAM vengono "scaricati" su disco fisso allo spegnimento e successivamente ripristinati, in modo del tutto simile a quanto avviene durante l'ibernazione. Questo può introdurre una serie di inconvenienti, primo fra tutti l'impossibilità di accedere ai dati in caso di dual-boot o da Live CD/DVD/USB, ma anche il mancato funzionamento di Wake-on-LAN (WoL) e l'impossibilità di raggiungere le impostazioni del BIOS/UEFI facilmente. Fortunatamente, disabilitare Avvio rapido in caso di bisogno è estremamente semplice.
Windows Defender è l'antivirus gratuito incorporato nativamente in Windows 8 e successivi. Come argomentato nell'articolo "TLI risponde: devo veramente installare un anti-virus sul PC oppure basta Windows Defender?", offre un livello di protezione soddisfacente da virus ed altro malware assortito. Per impostazione predefinita, però, Windows Defender lascia passare i PUP (Potentially Unwanted Program) / PUA (Potentially Unwanted Application): programmi "sponsor", installati in modo poco trasparente insieme ad applicazioni gratuite, che causano effetti indesiderati quali la visualizzazione di pubblicità, l'aggiunta di toolbar nel browser web, la modifica della pagina iniziale o il tracciamento delle nostre abitudini su Internet. Fortunatamente, Microsoft ha esplicitamente previsto la possibilità di attivare una protezione aggiuntiva, capace di intercettare e bloccare anche questi ospiti "potenzialmente" indesiderati: in questa guida vederemo come attivarla.
Quasi tutti gli articoli relativi al mondo Linux che ho pubblicato su TurboLab.it iniziano suggerendo di lanciare vi oppure nano per modificare file di configurazione da terminale. Se però operate da un PC Windows connesso via SSH ad un server Linux, esiste una strada infinitamente più comoda per raggiungere lo stesso risultato: aprire il file remoto tramite il tradizionale Notepad++, potendo così contare su un familiare programma ad interfaccia grafica, nativo per Windows, senza tutte le difficoltà implicite nell'uso di un editor testuale per shell a linea di comando. L'operazione è semplicissima, ma vediamo come procedere
Microsoft ha reso disponibile un nuovo tool automatico che permette di formattare e reinstallare una versione perfettamente pulita di Windows 10 in pochi click, senza bisogno di possedere il DVD originale. Il programma si occupa di scaricare in modo invisibile una copia ufficiale del sistema operativo direttamente dai server Microsoft, svolgere il setup e ripristinare così la piena operatività di un PC compromesso da malware, ma anche eliminare gli antivirus trial, i giochi demo e tutti i software inutili ("crapware") preinstallati sui notebook di marca. Vediamo come utilizzarlo.
OneDrive è il servizio di archiviazione cloud di Microsoft, e Windows 10 integra nativamente tutto quello che serve per consentire all'utente di salvarvi i propri file. Chi però preferisse tenersi alla larga dal cloud in generale oppure utilizzasse già un servizio concorrente (Dropbox, Google Drive ecc.) probabilmente vorrà rimuovere completamente OneDrive. Vediamo allora come disinstallare OneDrive da Windows 10
Per impostazione predefinita, il terminale di Linux si apre automaticamente sulla cartella "home" dell'utente corrente. Ad esempio: se sono loggato con l'account "pippo", non appena aperta la shell testuale mi ritrovo in /home/pippo/, mentre se sono "pluto" sono posizionato in /home/pluto/. Anche quando si lavora con l'account "root" il percorso iniziale è la relativa home, solo che in questo caso si tratta di /root/. È una buona scelta di default, ma vi sono circostanze in cui sarebbe molto più pratico aprire il terminale di Linux e trovarsi immediatamente in una directory specifica: penso, ad esempio, a chi sviluppi pagine HTML/PHP e debba sistematicamente impartire cd /var/www/ subito dopo aver lanciato il terminale per entrare nella cartella dalla quale il server web Apache legge i file che compongono la web application, oppure ai sistemisti che inizino sempre la sessione con cd /etc/ per entrare nella directory con i file di configurazione della macchina. Fortunatamente, modificare la configurazione per aprire il terminale in una cartella "preferita" è molto semplice
In questo articolo raccogliamo tutti i principali riferimenti per coloro che desiderino unirsi alla squadra e far crescere insieme a noi questa nuova realtà di aggregazione per appassionati di informatica e dintorni.
Molti utenti continuano ad ignorare un dato di fatto inconfutabile: i fornitori di connettività Internet (ISP, come Telecom Italia, Libero, Vodafone, TIM ecc.) tengono d'occhio ogni connessione, registrando tutti i dati necessari per identificare con precisione il cliente che abbia svolto determinate operazioni. Sebbene la prevenzione di attività criminali e terroristiche sia uno degli obbiettivi, sotto il microscopio finiscono anche coloro che sfruttino BitTorrent e le altri reti peer-to-peer: come argomentato in "La Grande Guida a BitTorrent", ottenere la lista degli utenti che condividono o scaricano determinati file è un'attività assolutamente banale. Ancora: gli ISP sanno sempre quali siti web sono stati visitati da un determinato cliente ad una certa ora e, se la risorsa non impiega la crittografia (HTTPS), anche i dati scambiati: oltre all'indirizzo esatto della pagina, parliamo di visibilità completa sul contenuto e su eventuali form inviati, compresi quelli di login con username e password e quelli di registrazione, ricchi di dati personali. Chi si connette da un ufficio deve poi essere conscio che gli stessi, identici privilegi sono a disposizione del datore di lavoro. Come se non bastasse, i siti web stessi mantengono i propri log di connessione: la portata è limitata all'indirizzo IP del richiedente e alla pagina vista, ma quando si forniscono le generalità durante la procedura di registrazione, ecco che l'associazione personale è fatta. Se l'idea di utilizzare Internet con molteplici soggetti che spiano (e registrano!) ogni mossa non ci piace, esiste una soluzione: impiegare un servizio di VPN che rende completamente anonima ogni attività. In questa guida vedremo come procedere.
Finalmente ci siamo: dopo il comunicato stampa di ieri, Canonical ha concretamente reso disponibile i bit finali di Ubuntu 16.04. Denominata Xenial Xerus (Scoiattolo Amichevole), si tratta di una iterazione LTS (Long-Term Support), ovvero con supporto garantito per i prossimi 5 anni: chi la sceglie ha la certezza di ricevere puntualmente aggiornamenti fino ad aprile 2021, senza bisogno di migrare alla versione successiva.
Microsoft ha annunciato da pochi giorni una nuova versione di Skype utilizzabile tramite browser web, senza la necessità di installare alcun plugin: basta visitare il sito dedicato, eseguire login con le proprie credenziali Skype ed il gioco e fatto. Nonostante si tratti di una "webapp", il servizio offre molte funzionalità-chiave del programma completo, fra le quali spicca la possibilità di svolgere chiamate audio e video tramite Internet, anche verso destinatari che utilizzino il software tradizionale o le app dedicate per dispositivi mobile
In ambito Windows, la presenza di un firewall è fondamentale per preservare la sicurezza del computer tanto che Microsoft attiva l'ottimo Windows Firewall non appena conclusa l'installazione del sistema operativo. Ubuntu e molte altre distribuzioni, al contrario, non abilitano questo tipo di protezione. Perché? è necessario installare un firewall su Linux oppure si può farne a meno?