Dopo l'abbandono del progetti Superuser e SuperSu, il metodo migliore (per non dire unico rimasto!) per ottenere root su Android, senza installare custom ROM o kernel modificati, è "la maschera magica": Magisk!
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HiBit StartUp Manager è un programma gratuito, disponibile anche in versione portable, che permette di controllare tutte le applicazioni, e servizi, che si caricano all’avvio del computer. Possiamo disattivarle, cancellarle o modificare lo stato di un servizio in modo che non si avvii in automatico. L’utilizzo di programmi come questo, e Autoruns, sono consigliati solo a persone esperte in grado di capire cosa stanno facendo e modificando. Cancellare il programma sbagliato, o disattivare l’avvio di un servizio, potrebbe causare non pochi problemi.
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Dopo aver visto come ricreare la partizione EFI cancellata per errore, vediamo come ricreare i file che si trovano al suo interno, la cui mancanza, o danneggiamento, può provocare il mancato avvio del sistema operativo con diversi codici errore.
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Quando installiamo Windows 10, o Windows 11, si creano delle partizioni nel disco fisso, una che contiene tutti i dati e i programmi, la partizione EFI (Extensible Firmware Interface), oltre ad altre partizioni necessarie al sistema operativo per avviarsi o per il suo ripristino in caso di problemi.
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Chi segue Turbolab, conosce già Ventoy, un metodo molto pratico per non dover creare sempre una nuova chiavetta per l'installazione dei sistemi operativi Linux (ma non solo), l'unico limite è che si devono tener aggiornate le ISO dei sistemi che vogliamo portarci dietro. netboot.xyz consente di scaricare al bisogno l'ISO più aggiornata del sistema desiderato, direttamente in fase di boot e avviarla automaticamente. Non è solo un'alternativa a Ventoy ma è anche e soprattutto un perfetto complemento!!
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Raspberry Pi 4 è dotato di una piccola memoria programmabile, detta EEPROM, utilizzata durante la primissima fase di accensione del dispositivo. Si tratta di un chip che contiene il bootloader, ovvero il micro-software che si occupa di caricare in memoria ed eseguire il sistema operativo vero e proprio presente sulla schedina microSD. In questa guida vedremo dunque come aggiornare la EEPROM e il bootloader di Raspberry Pi 4
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Un problema piuttosto comune che interessa gli utenti di Windows 10 si manifesta all'avvio del PC. Subito dopo aver selezionato il proprio username ed aver eseguito login, lo schermo rimane nero per un intervallo di tempo che varia da alcuni secondi a parecchi minuti. In questo articolo propongo diverse soluzioni per risolvere.
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Con l’avvento di secure boot e dei BIOS UEFI avviare un computer con una pendrive legacy, diciamo il vecchio sistema d’avvio dei sistemi operativi, è diventato più complicato. Prima di poter avviare il computer da una pendrive non UEFI bisogna fare alcuni passaggi e modifiche nel BIOS del computer.
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Come tutti gli appassionati di reti informatiche sanno, esiste la possibilità di accendere il proprio pc domestico tramite l’inoltro di un comando, chiamato Magic Packet (“pacchetto magico”): tale pacchetto viaggia nella rete e raggiunge il pc attraverso una specifica porta UDP, appositamente aperta nel firewall del router domestico, provocandone il “risveglio”.
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Ieri sera ho lavorato al PC senza problemi fino a tarda notte (tanto per cambiare) e, prima di andare a dormire, ho avviato l'installazione degli aggiornamenti come di consueto. Questa mattina, all'accensione del computer, ho però trovato una bruttissima sorpresa: Windows 10 andava in crash all'avvio, mostrando la temuta "schermata blu" (BSoD) e il criptico errore KMODE_EXCEPTION_NOT_HANDLED nel file klbackupdisk.sys. Armatomi del primo caffè della giornata e di un po' di pazienza, ho gestito il contrattempo. Se capita anche a te, puoi toglierti d'impaccio seguendo questa procedura
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WubiUefi è il fork di Wubi, cioè un programma Windows che permette di installare Ubuntu e alcune sue derivate, direttamente dal sistema operativo Microsoft, in dual boot con Windows riducendo al minimo l’interazione con l’utente finale. Per chi non è molto pratico di computer, ma è curioso e vorrebbe provare Ubuntu in dual boot con Windows, l’installazione non è proprio così immediata, bisogna scaricare l’ISO che contiene Ubuntu, masterizzarla o trasferirla su una pendrive, avviare il computer nel giusto ordine, rispondere a una serie di domande e alcune altre cose da fare prima di poter avere il dual boot nel computer. Non parliamo poi di cosa bisogna fare se la persona poco pratica lo dovesse togliere perché non riesce proprio ad utilizzarlo.
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Quando il vostro sistema operativo si rifiuta di avviarsi, rimanendo con il solo cursore lampeggiante su uno schermo nero o il Grub di Linux scompare e non avete più il dual-boot, una soluzione a vostri problemi, prima di reinstallare tutto quanto, può essere quella di utilizzare Boot Repair Disk un supporto live in grado di provare a riparare il boot del sistema operativo installato e restituirvi un computer funzionante.
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Il tuo smartphone Android non si accende più (soft-brick) oppure si riavvia di continuo (bootloop)? Cerca di ignorare il brivido che ti corre lungo la schiena e sappi che è una situazione relativamente comune fra chi smanetta con bootloader e ROM alternative. Nella maggior parte dei casi, è comunque possibile ripristinare la piena operatività del device anche senza bisogno di spedirlo al centro assistenza: vediamo come procedere.
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Uno dei primi passi per smanettare in profondità con lo smartphone Android è lo sblocco del bootloader (unlock). Tale operazione difficilmente crea problemi, ma alcuni produttori potrebbero prenderla a pretesto per far decadere la garanzia. Prima di spedire il telefono in assistenza è dunque una buona idea ri-bloccare il bootloader (lock). Vediamo dunque come procedere.
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Da Windows a Linux fino ad arrivare ad Android, tutti i sistemi operativi per PC, server e smartphone impiegano una componente detta kernel (quello di Android, in particolare, è una versione modificata di quello di Linux). Si tratta della parte centrale dell'architettura software, ovvero quella che gestisce compiti di basso livello quali la comunicazione con le periferiche hardware, l'allocazione di memoria e cicli di CPU ai singoli processi e via dicendo. Le applicazioni si interfacciano poi con il kernel per accedere alle risorse necessarie, mentre l'interfaccia utente (UI) maschera tutta la complessità dietro a grandi pulsanti colorati. Ebbene: l'architettura modulare di Android consente di rimuovere il kernel fornito in dotazione alla ROM e sostituirlo con qualcosa d'altro. Fortunatamente per noi utenti, installare un nuovo kernel su Android è facilissimo. Vediamo quali sono i benefici ottenibili e come procedere concretamente
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Consultando i forum ed i siti specializzati sul mondo Android si legge spesso della necessità di sbloccare (unlock) il bootloader dello smartphone/tablet. Ma... cosa significa? ci sono rischi? lo sblocco del bootloader invalida la garanzia? e, soprattutto, come si fa a sbloccare il bootloader di Android? vediamo di fare chiarezza
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Il modello di sicurezza di Android prevede che le app in esecuzione sullo smartphone richiedano privilegi d'accesso specifici, a seconda delle necessità puntuali per svolgere i propri compiti. Tuttavia, anche in caso venga concesso ogni singolo permesso, la libertà d'azione rimane relativamente ridotta: questo previene modifiche errate o potenzialmente pericolose ai file di sistema oppure la lettura e/o scrittura indiscriminate di dati appartenenti ad altre app, con conseguenti violazioni della riservatezza delle informazioni. In alcune circostanze, però, questo vincolo finisce per impedire a talune app di esprimersi al pieno delle proprie potenzialità. Gli utenti avanzati devono dunque svolgere il rooting dello smartphone, ovvero sbloccare la libertà di concedere alle app i privilegi dell'utente root. Vediamo dunque come fare
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È successo a tutti noi smanettoni di installare sullo smartphone una ROM o un kernel Android non-ufficiale che prometteva miracoli salvo poi ritrovarci con... una ciofeca. Niente paura: se avete avuto l'accortezza di creare un backup con TWRP prima di iniziare, ripristinare la ROM originale dal backup Nandroid è davvero molto facile. Vediamo come procedere
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Una delle raccomandazioni ripetute fino alla noia è di creare un backup del telefono Android prima di installare LineageOS, OmniROM, Resurrection Remix o un'altra ROM non-ufficiale. Il suggerimento è corretto ed è indubbiamente importante seguirlo, ma.... concretamente, come si fa? come si crea l'immagine di backup dello smartphone? e, una volta generata, come possiamo spostare tutto al sicuro su PC? In questo articolo vedremo la semplice procedura da svolgere
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Team Win Recovery Project (TWRP) è un fantastico ambiente di ripristino open source per smartphone e tablet, avviabile al posto di Android per svolgere parecchie operazioni avanzate. Contrariamente alla funzionalità analoga integrata nel sistema operativo edito da Google, TWRP funziona interamente tramite schermate touch e consente di installare Lineage OS, OmniROM, Resurrection Remix ed altre ROM alternative con facilità. Se anche non siete interessati al modding in profondità, TWRP risulta comunque interessante poiché permette di creare vere e proprie immagini di sistema, ovvero backup completi dello stato attuale dell'apparecchio. Vediamo dunque da dove scaricare e come installare TWRP.
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Installare LineageOS, OmniROM, Resurrection Remix o una delle tante altre custom ROM sullo smartphone Android significa sostituire il sistema operativo con un software tutto nuovo. I vantaggi ottenibili da questa operazione sono principalmente due. Il primo è di aggiornare alla più recente versione di Android anche quando il produttore non rilascia più update ufficiali. Il secondo è di impiegare la versione pulita (stock) di Android, liberando il sistema operativo da TouchWiz, EMUI, MIUI e tutte le altre personalizzazioni ultra-invasive ed app non-disinstallabili che i produttori si ostinano a preinstallare. Fare un giro di prova non costa letteralmente nulla (è tutto gratuito) ed è sempre possibile tornare alla situazione originale in modo piuttosto semplice. Incuriositi? Bene, vediamo dunque come procedere per installare una custom ROM sul nostro device Android
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Se siete interessati ad installare Team Win Recovery Project (TWRP) e/o una qualsiasi altra ROM alternativa (LineageOS, OmniROM, Resurrection Remix) dovete innanzitutto sbloccare (unlock) il bootloader dello smartphone/tablet Android. In questo articolo vedremo i passi pratici per completare l'operazione nel modo più facile possibile
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Sbloccare (unlock) il bootloader degli smartphone Xiaomi è il primo passo per installare un tool di backup come TWRP e/o una ROM Android alternativa (Lineage OS, Resurrection Remix ecc.). La procedura non è difficile, ma molto articolata e complicata dal fatto che è necessario richiedere un codice che viene poi consegnato in tre fasi via SMS. E, se si sbaglia qualcosa, il laconico errore Couldn't verify device - Current account is different from the account info on the device non aiuta per nulla a risalire alla causa. Questa è la guida passo per passo, seguendo la quale dovreste riuscire ad ottenere l'unlock del bootloader Android sul vostro Xiaomi senza problemi.
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Siete pronti a prendere il controllo del vostro smartphone, ottenere i privilegi di root e installare le ultime versioni di Android anche quando il produttore del device non distribuisce più aggiornamenti ufficiali? volete sostituire il kernel con una versione più ottimizzata? Bene! In questa guida completa rivolta ad utenti inesperti vedremo come procedere per raggiungere l'obbiettivo nel modo più veloce possibile, ma schivando tutti i pericoli. Benvenuti nella Grande Guida al modding di Android by TurboLab.it.
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Desiderate accendere il PC dell'ufficio a Gambulaga mentre siete sul vostro yacht da 50 metri ormeggiato fuori Miami? Bene, allora continuate a leggere! Wake-on-LAN (abbreviato in WoL) è una tecnologia che consente di accendere un PC a distanza, senza la necessità di agire sull'interruttore fisico: basta inviare un "pacchetto magico" (sì, è il nome tecnico corretto!) tramite la rete ed il computer riprende vita, arrivando alla schermata del sistema operativo pronto per essere controllato da remoto. Nonostante il nome parli di "rete locale" (LAN), Wake-on-LAN funziona alla perfezione anche tramite Internet: configurando tutto a dovere potremo così sfruttarlo anche fuori ufficio (o "fuori provincia" o "fuori nazione!"). Vediamo come preparare il necessario.
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